DUBLINO – Pubblicato da Eurofond il rapporto Quality of life in Europe: Trends 2003‑2012 che presenta l’evoluzione della qualità della vita in Europa nel corso degli ultimi dieci anni.
Il documento analizza e confronta i risultati delle tre edizioni delle Eqls European quality of life survey, condotte nel 2003 nel 2007 e nel 2011 con l’obiettivo di fornire una panoramica approfondita su quali effetti la crisi e i conseguenti tagli nei bilanci nazionali hanno avuto sulla qualità della vita soggettiva e sul benessere della società.
In questi tempi di recessione, i più bassi livelli di benessere soggettivo sono segnalati dai disoccupati, in particolare disoccupati di lunga durata e dalle persone inabili al lavoro. La percentuale di famiglie in Europa con difficoltà finanziarie è in crescita, è aumentata la quota di persone che hanno difficoltà a sbarcare il lunario e si allarga sempre più la forbice tra le fasce di popolazione.
Le persone di età compresa tra 50-64 anni hanno un livello relativamente basso di soddisfazione di vita e di felicità , e il divario tra questo gruppo e di altri gruppi di età è in crescita.
Per quanto riguarda l’equilibrio vita-lavoro, nel 2011 il numero di lavoratori che riferivano di essere troppo stanchi dopo la giornata lavorativa per svolgere le faccende domestiche è tornato ai livelli del 2003 (dopo una caduta nel 2007), mentre è rimasta stabile la percentuale di lavoratori e lavoratrici che hanno difficoltà a soddisfare le responsabilità familiari.
Per quanto riguarda la casa si è stabilizzato il numero di persone che vive in casa di proprietà e si è arrestata la tendenza delle famiglie a comprare la propria abitazione. Nonostante la crisi adeguate politiche per l’alloggio hanno permesso anche ai gruppi più svantaggiati di mantenete le precedenti condizioni di vita in termine di alloggi e ambiente.
La soddisfazione per lo stato di salute tra il 2003 e il 2011 è diminuito, in particolare per le persone con reddito più basso. In Europa centrale e orientale il livello è aumentato ma è ancora molto al di sotto del livello del resto dell’UE.
Rimasta costante la qualità percepita dell’assistenza sanitaria, dell’istruzione e dei servizi per l’infanzia. Aumentata la soddisfazione nei riguardi del trasporto pubblico, ma sono crollate le attese nei confronti dei sistemi pensionistici pubblici.
Il livello medio di fiducia nelle altre persone tra il 2003 e il 2011 è diminuito e nello stesso periodo a si è registrato un netto calo della fiducia nelle istituzion . La tensione tra i gruppi sociali nell’UE è diminuita, con l’eccezione dell’UE12, (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Regno Unito, Spagna, Svezia) dove le tensioni tra gruppi razziali ed etnici, dopo essere calati tra il 2003 e il 2007, tra il 2007 e il 2011 sono aumentati. Anche la tensioni tra ricchi e poveri tra il 2007 e il 2011 sono aumentate.
In sintesi, l’andamento dei livelli di soddisfazione nei cittadini europei negli ultimi dieci anni, rilevato dallo studio, mostra che sono ancora necessari interventi di politiche per la coesione e adeguati investimenti nelle politiche sociali. La crisi economica ha influito nei livelli di benessere delle persone e gli Stati, che hanno risorse finanziarie limitate, devono trovare altri modi per sostenere i cittadini in situazioni difficili.
I lavoratori sono sotto pressione a causa della crisi economica e sono sempre di più quelli a rischio burnout; è quindi necessario che i datori di lavoro prestino maggiore attenzione all’equilibrio tra vita e lavoro per i propri dipendenti.
I lavoratori anziani che perdono il lavoro rischiano di diventare disoccupati di lunga durata, inoltre, per un lavoratore anziano, la perdita del posto di lavoro potrebbe essere causato da crescenti problemi di salute. Necessario quindi elaborare politiche per l’invecchiamento attivo e opportunità di un lavoro sano e sicuro per tutta la prospettiva di vita.
Per approfondire: Quality of life in Europe: Trends 2003‑2012.