VILNIUS – Lanciato dall’Eige Istituto europeo per l’uguaglianza di genere, il primo Gender equality index per l’Unione europea.
L’indice di parità di genere è uno strumento per misurare quanto l’UE, e ogni suo Stato membro, siano lontani o prossimi a una piena attuazione della parità di genere.
È il risultato dell’elaborazioni di dati, relativi al 2010, che riguardano sei domini principali: il lavoro, il denaro, la conoscenza, il tempo, l’energia, la salute. Di ogni dominio e per ogni Stato europeo l’indice evidenzia le differenze nei livelli di realizzazione tra donne e uomini.
Ai domini principali se ne si aggiungono poi due “satellitari” che misurano il livello di violenza sulle donne e le diseguaglianze sociali in gruppi specifici della popolazione quali i genitori soli, le badanti o le persone con disabilità.
È 54/100 il risultato sintetico dell’indice di parità di genere in UE, una quota ancora lontana dal 100/100 posto tra gli obiettivi prioritari dell’unione fin dalla sua nascita.
Ma come si compone in dettaglio questo dato? La parità di genere per quanto riguarda la partecipazione al mondo del lavoro e l’accesso a tutti i livelli professionali evidenzia una misura di 69/100. 68,9/100 l’indice che misura la parità di genere tra uomini e donne riguardo la situazione e l’accesso alle risorse finanziarie.
Per quanto riguarda l’accesso alla conoscenza e la partecipazione delle donne a tutti i livelli della formazione e alla lifelong learning in Europa la parità di genere si attesta al 48,9%. Domini dove la differenza tra uomini e donne segna il dislivello più marcato sono nella gestione del tempo (38,8/100) e del potere (38/100).
Le donne dedicano molto più tempo degli uomini alle mansioni della cura della casa e della famiglia e usufruiscono di un a minore quantità di tempo libero. Tuttora in Europa le donne, rispetto agli uomini, sono molto spesso escluse e sottorappresentate in ambito politico e delle decisioni economiche. È in questo dominio, quello del potere, il livello di parità di genere più basso.
Per contro il dato migliore riguarda lo stato di salute, l’accesso alle cure e l’aspettativa di vita. Nell’ambito della salute l’indice di parità di genere si attesta sul 90,1/100.
Sia come indice sintetico che come risultati in ogni dominio sono notevolissime le differenze nei diversi Stati membri.
Stato europeo che raggiunge il più alto indice di parità di genere è la Svezia (74,3) seguita con piccolo distacco da Danimarca (73,6) e Finlandia (73,4). In fondo alla graduatoria si collocano Romania (35,3) e Bulgaria (37). L’Italia con 40,9, occupa il quart’ultimo posto.
Il parametro “Lavoro” oscilla tra il 82 (Finlandia) e il 49,9 (Bulgaria) . L’Italia con 60,6 si posiziona al ventesimo posto.
Lussemburgo lo Stato in cui la parità di genere nel dominio “Denaro” è più alta (90,9). Romania lo stato dove è più bassa (39). 68,2 l’indice di parità nel dominio “Denaro” conseguito dall’Italia. Nel dominio del “Sapere” l’indice rilevato nei diversi stati va dal 68,8 dell’UK al 28,8 della Romania. 32,1 il dato italiano.
Per quanto riguarda la gestione del tempo indice di parità più altro si registra in Olanda (71,3), più basso in Bulgaria. L’Italia (33) è sedicesima nella graduatoria.
L’accesso ai posti di potere mostra infine il più alto indice di parità in Svezia (74,3) il più basso in Cipro ((12,2). L’indice italiano è 18,6. La parità di genere nel dominio “Salute” vede al primo posto il Regno Unito (95,4) e all’ultimo (27,1). Tra i diversi domini è questo in cui l’Italia consegue l’indice di parità più alto con il 90, 8.
Per approfondire: Gender equality index.