ROMA -Presentato ieri da Ispra nel corso della conferenza “In dirittura d’arrivo per Kyoto: le emissioni di gas serra dal 1990 al 2012”, l’inventario nazionale delle emissioni in atmosfera dei gas serra.
Il documento, previsto dalla Convenzione quadro sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite (Unfcc) ha la funzione di monitorare il raggiungimento degli obiettivi previsti dal protocollo di Kyoto.
L’inventario delle emissioni prodotto quest’anno riveste una particolare importanza perché presenta e mette a confronto tutta la serie storica delle emissioni dal 1990 al 2012, ultimo anno del primo periodo del Protocollo (2008 – 2012).
In Italia sono in calo tutte le emissioni di gas climalteranti, il 5,4% in meno rispetto all’anno precedente, anche se in misura leggermente inferiore da quanto previsto dal Protocollo. Le emissioni di Co2 equivalente nel periodo 1990-2012 sono calate di 59 tonnellate, con una particolare accelerazione registrata a partire dal 2008.
Riduzione dei consumi energetici e delle produzioni industriali sono le cause primarie dell’abbattimento delle emissioni, dovuto anche alla crisi economica e alla delocalizzazione di molti processi. Importante inoltre la crescita della produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico ed eolico) e il raggiungimento di migliori livelli di efficienza energetica.
Mentre i settori dell’industria, della produzione energetica, dell’agricoltura e dalla gestione dei rifiuti nel periodo 1990-2012 hanno segnato un cambiamento forte nella diminuzione dei gas serra, in altri ambiti, i trasporti e il settore residenziale, si producono oggi più gas climalteranti di quanti non se ne producessero venti anni fa.
Rispetto al 1990, nel settore dei trasporti le emissioni di gas serra sono aumentate del 2.9%. Persone e merci si spostano di più, negli ultimi venti anni le percorrenze sono aumentate del 37% per le merci e del 18% per le persone e sono quindi aumentati i gas di scarico immessi nell’atmosfera.
Anche nel settore edilizio le emissioni sono aumentate (8,2% nel periodo 1990-2012) a causa sia dell’aumento del numero di abitazioni sia per l’andamento climatico del periodo che ha determinato un maggiore utilizzo di impianti di riscaldamento e condizionamento.
Nonostante sia aumentata la produzione di energia termoelettrica (da 178.6 Terawattora(TWh) nel 1990 a 217.6 TWh nel 2012), le emissioni delle industrie energetiche sono diminuite dell’8.0%.
Significativo il calo di emissioni nell’industria manifatturiera (-36.8% rispetto al 1990) grazie soprattutto all’’incremento nell’utilizzo del gas naturale al posto dell’olio combustibile e anche, soprattutto negli ultimi anni, a causa del calo della produzione.
Nei processi industriali le emissioni si sono abbattute del 26.5% soprattutto in virtù della forte riduzione delle emissioni di N2O (-96.5%) nel settore chimico, dove sono state adottate di tecnologie di abbattimento delle emissioni nella produzione dell’acido nitrico e acido adipico.
In controtendenza invece il dato che riguarda i gas fluorurati, in particolare di quelli utilizzati per la refrigerazione e per l’aria condizionata, le cui emissioni dal 1990 al 2012 sono aumentate del 244.3%.
Le emissioni dal settore dell’agricoltura sono diminuite del 16.0%. Notevole anche la riduzione ottenuta diminuendo l’uso di fertilizzanti azotati: -15% le emissioni dai suoli agricoli (-15.0%). Infine è aumentata negli ultimi anni la raccolta del biogas.
Per quanto riguarda i dati relativi alle emissioni prodotte dalla gestione e trattamento dei rifiuti: -17.5%.
In sintesi, considerando la media delle emissioni del periodo 2008-2012, la riduzione rispetto all’anno base è di 4.6% a fronte dell’impegno nazionale di riduzione del 6.5% fissato dal protocollo di Kyoto per lo stesso periodo.
Si registra quindi un lieve scarto dagli obiettivi fissati dal protocollo, gap che però potrà essere sanato utilizzando meccanismi flessibili per i crediti di emissione quali l’Emissions trading e il Clean development mechanisms.
Per approfondire: inventario nazionale emissioni gas serra.