ROMA – Realizzata da Cnel e Istat è stata presentata ieri presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri la seconda edizione del rapporto sul Benessere equo e sostenibile in Italia (Bes 2014), indagine sul progresso delle nostra società, dal un punto di vista economico, delle dimensioni sociali e ambientali, della diseguaglianza e della sostenibilità.
“Il quadro di analisi proposto è frutto di un lungo lavoro svolto tra il 2011 e il 2013 da rappresentanti delle parti sociali, riunite nel Comitato d’indirizzo, e dalla comunità scientifica, coinvolta nella Commissione scientifica”.
Sono state dodici le dimensioni del benessere indagate: Salute, Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione tempi di vita, Benessere economico, Relazioni sociali, Politica e istituzioni, Sicurezza, Benessere soggettivo, Paesaggio e patrimonio culturale, Ambiente, Ricerca e innovazione, Qualità dei servizi.
Salute. Migliorano le condizioni di salute in Italia e i livelli di speranza di vita che si attestano tra i più alti nel panorama internazionale (79,6 anni per gli uomini e 84,4 per le donne). Aumentato anche il numero di anni vissuti in buona salute sia per gli uomini (+2,1) che per le donne (+2,2). Migliorano anche alcuni indicatori di mortalità: si riduce la mortalità infantile (da 34,2 decessi per 10.000 nati vivi nel 2009 a 30,9 nel 2011) e la mortalità da tumori (da 9,9 decessi per 10.000 residenti nel 2006 a 9,1 nel 2011).
Il dato negativo riguarda invece l’arresto del trend positivo di riduzione della mortalità per incidenti da mezzi di trasporto. Si riduce il benessere psicologico e sono ancora molto diffusi comportamenti a rischio per la salute: la diffusione dell’eccesso di peso tra la popolazione, la sedentarietà e il limitato consumo di frutta e verdura. In lieve diminuzione i consumi di alcol e l’abitudine al fumo.
Formazione. In lieve miglioramento gli indicatori che riguardano la formazione ma rimane significativo il gap con il resto di Europa. In Italia nel 2013, il 58,2% dei 25-64enni possiede almeno il diploma superiore, (il 74,9% la media europea) e la quota di individui tra i 30 e i 34 anni che hanno conseguito un titolo universitario è appena del 22,4%, mentre la media europea è del 40%. Fortemente critico il fenomeno dei Neet, i ragazzi che non studiano e non lavorano che nel 2013 ha raggiunto la quota 26%, più di 6 punti percentuali al di sopra del periodo pre-crisi.
Lavoro. Ancora in calo l’occupazione, sono aumentate le disuguaglianze generazionali e territoriali e la precarietà e peggiorate le condizioni di lavoro. In Italia i tassi di occupazione dei 20-64enni sono 8,6 punti percentuali sotto alla media europea. Rimane instabile l’occupazione, diffusi i contratti a termine e in aumento il numero di occupati con titolo di studio superiore a quello richiesto dall’attività svolta. Marcata l’esclusione dei giovani dal mercato del lavoro in particolare nel Mezzogiorno.
Benessere economico. La ricchezza netta complessiva nel 2012, è scesa, rispetto all’anno precedente, dello 0,6% a prezzi correnti e del 2,9% in termini reali, a causa principalmente del calo nel valore degli immobili. Nel quinquennio della crisi il reddito per abitante, è diminuito del 4% nel Nord e del 2,9% al Centro. Rimasto pressoché identico nel Mezzogiorno (+0,1%), dove, tuttavia, è pari al 65% di quello delle regioni settentrionali.
Nel 2012, le difficoltà economiche delle famiglie si sono accentuate. La quota di persone che vivono in famiglie assolutamente povere passa dal 5,7% all’8% e riguarda le famiglie con tre o più figli, soprattutto se minori, e le famiglie di mono genitori o con componenti aggregati.
Sceso a 12,5% l’indicatore di grave deprivazione (famiglie che dichiarano di non poter sostenere spese impreviste, di non potersi permettere un pasto proteico adeguato ogni due giorni o di riscaldare adeguatamente l’abitazione).
Relazioni sociali. Si fa più affidamento alla famiglia e alle reti di aiuto informale: è aumentata la quota di popolazione che ha dichiarato di avere parenti, amici o vicini su cui contare (dal 76% del 2009 all’80,8% del 2013). In calo la partecipazione sociale (associazionismo, volontariato) e resta basso il livello di fiducia negli altri: solo il 20,9% delle persone con più di 14 anni ha risposto di avere generalmente fiducia nel prossimo.
Politica e istituzioni. In aumento la presenza di donne e giovani che ricoprono cariche istituzionali ed è cresciuto anche l’interesse a capire, informandosi, la situazione politica. Resta però molto alta e trasversale la sfiducia nei confronti di partiti, Parlamento, consigli regionali, provinciali e comunali, e del sistema giudiziario. In forte contrazione l’affluenza alle urne: la quota di votanti alle ultime elezioni del Parlamento europeo si è attestata al 58,7% (era il 66,5% nel 2009).
Sicurezza. Sono aumentati i reati contro il patrimonio e i reati da cui si può ricavare un guadagno economico(furti, rapine, truffe, estorsioni, spaccio di sostanze stupefacenti, usura, ricettazione, ecc.) mentre continuano a diminuire gli omicidi. Particolarmente aumentati dal 2012 i furti in abitazione con un aumento del 40% rispetto al 2010. Aumentati del 40, 5% anche gli scippi e del 28,5% i borseggi. Aumentate anche rapine , soprattutto in casa, in strada e negli esercizi commerciali.
Benessere soggettivo. Si attesta al 35% la quota di persone soddisfatte per la propria vita, cifra sostanzialmente invariata rispetto all’anno scorso. Analizzando il dato in modo disgregato appare però che per alcune categorie di popolazione, tra cui in particolare i giovani(-4,5 punti)., l’indicatore di soddisfazione è calato.
Paesaggio e patrimonio culturale. Dato positivo anche se probabilmente causato dall’effetto della crisi è un netto rallentamento della perdita di superficie agricola utilizzata (Sau) e una riduzione del flusso di nuove costruzioni. Tuttavia, l’indice di abusivismo edilizio, è risalito, nel 2013. Nel Mezzogiorno la quota di abitazioni illegali, negli ultimi anni supera il 35%.
Ambiente. Migliorata, anche se lievemente, la qualità dell’aria e diminuisce (passando da 59 a 52) il numero di Comuni che ne denunciano l’allerta per la salute umana superando il valore limite previsto per il particolato PM10 per più di 35 giorni l’anno. La disponibilità di verde urbano nei Comuni capoluogo di provincia risulta, anche se di poco, in aumento (con un incremento di circa lo 0,5% tra il 2011 e il 2012). Parallelamente emergono alcune criticità, in particolare nelle difficoltà di bonifica dei siti contaminati e nella dispersione di acqua potabile dalle reti di distribuzione comunali.
Ricerca e sviluppo. Diminuisce la quota di Pil destinata in Italia al settore Ricerca e Sviluppo e calano del 6,1% nel 2011 le domande di brevetto. Si rilevano inoltre forti diseguaglianze territoriali di investimento e di risultati tra nord e sud: sono aumentati nelle regioni settentrionali gli investimenti in ricerca e sviluppo e i due terzi dei brevetti italiani vengono registrati al nord.
Servizi. In peggioramento l’erogazione dei servizi in Italia per quanto riguarda l’infanzia e la salute. Diminuita la percentuale di bambini accolti nelle strutture pubbliche o convenzionate e la dotazione di posti letto nei presidi socio-assistenziali. Tutti i servizi socio-sanitari mostrano profonde differenze tra il Centro-Nord e il Mezzogiorno. Significativo il dato che riguarda l’accesso agli asili nido che nel Centro-Nord accolgono il 18% dei bambini di 0-2 anni a fronte del 5% nel Mezzogiorno.
Per approfondire: Rapporto Bes 2014.