ROMA – Pubblicati i dati della 46ª edizione del Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, rapporto che la Fondazione Censis, Centro Studi Investimenti Sociali, redige dal 1967 sulla base di attività di ricerca, consulenza e assistenza tecnica in campo socio-economico, interpretando e analizzando i più significativi fenomeni socio-economici del Paese e i processi di trasformazione in atto.
Il Rapporto analizza la realtà italiana seguendo vari vettorii: la formazione, il lavoro e la rappresentanza, il welfare e la sanità, il territorio e le reti, i soggetti e i processi economici, i media e la comunicazione, il governo pubblico, la sicurezza e la cittadinanza.
Si chiude un anno incentrato sul problema della sopravvivenza, che non ha risparmiato nessun soggetto della società, individuale o collettivo, economico o istituzionale.
“2,5 milioni di famiglie hanno venduto oro o altri oggetti preziosi negli ultimi due anni, 300.000 famiglie mobili e opere d’arte, l’85% ha eliminato sprechi ed eccessi nei consumi, il 73% va a caccia di offerte e alimenti poco costosi”.
Il sistema delle imprese cooperative regge di fronte alla crisi: +2,8% anche nei primi nove mesi del 2012 (+36.000 addetti rispetto all’anno precedente). Così le imprese femminili, che a settembre 2012 si sono ridotte di 593 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a fronte di una diminuzione di oltre 29.000 imprese guidate da uomini. La media impresa anche mantiene il suo fatturato, grazie soprattutto all’export. Altri settori promettenti quello delle ICT e delle green technologies.
Fenomeno socio-economico in forte espansione è la miniaturizzazione dei dispositivi hardware e la proliferazione delle connessioni mobili: gli italiani sono sempre più connessi (+9%) e utilizzano il web in una molteplicità di momenti della vita quotidiana: per trovare una strada (il 37,6% della popolazione che sale al 55,2% tra i cittadini più istruiti), l’home banking (rispettivamente, il 25,6% e il 41,2%), fare acquisti (rispettivamente, il 19,3% e il 28,1%), prenotare viaggi (15,9% e 26,2%), cercare lavoro (11,8% e 18,4%), sbrigare pratiche con uffici (9,6% e 14,1%), prenotare una visita medica (6,6% e 8,5%).
L’analisi socioeconomica si chiude su i dati relativi alle transazioni immobiliari che a fine anno si attesteranno sulle 485.000 unità. Diminuite le richieste di mutuo: nel primo semestre del 2012 sono state 44% rispetto allo stesso periodo del 2011. In calo anche il numero di famiglie che cerca casa: 907.000 nel 2012, 18.000 in meno dell’anno precedente.
Per finire, il sentimento più diffuso tra gli italiani in questo momento è la rabbia (52,3%). Seguono la paura (21,4%), la voglia di reagire (20,1%) e il senso di frustrazione (11,8%).
Le paure per il futuro più diffuse riguardano la salute (35,9%) e la non autosufficienza (27%). In seconda battuta le preoccupazioni più grandi degli italiani riguardano il futuro dei figli (26,6%), la situazione economica generale (25,5%), la disoccupazione e il rischio di perdere il lavoro (25,2%).
Per approfondire: Censis 46° Rapporto sulla situazione sociale del Paese.