GINEVRA – Più del 70% della popolazione mondiale non dispone di un’adeguata protezione sociale, solo il 27% della popolazione può godere di una sicurezza totale. Pubblicato da Ilo il Rapporto globale sulla protezione sociale 2014/15, panoramica sull’organizzazione dei sistemi di protezione nel Mondo, la loro copertura, i benefici che apportano e l’ammontare della spesa pubblica nei diversi Paesi.
Ripresa economica, sviluppo inclusivo, giustizia sociale. A livello globale, nel biennio 2010-11 in media i governi hanno stanziato solo lo 0,4 per cento del Pil per il sostegno alla famiglia e per le politiche per l’infanzia. La quota ha oscillato tra il 2,2 per cento in Europa occidentale allo 0,2 per cento in Africa e in Asia/Pacifico, cifre che risultano insufficienti a garantire la sicurezza sociale dei bambini.
La spesa pubblica per le persone in età lavorativa (in caso di disoccupazione, maternità, invalidità o infortunio sul lavoro) varia ampiamente tra le regioni: dallo 0,5% investito in Africa al 5,9% destinato dai Paesi dell’Europa Occidentale. In media nel Mondo solo il 12% dei lavoratori disoccupati ha ricevuto sussidi di disoccupazione (dal 64% in Europa occidentale a meno del 3% in Medio Oriente e in Africa). Per quanto riguarda le pensioni di vecchiaia, quasi la metà (49%) di tutte le persone oltre l’età pensionabile non ha ricevuto una pensione e molti ne hanno percepita una tanto bassa da lasciarli al di sotto della soglia della povertà.
Circa il 47% della popolazione mondiale non ha potuto usufruire di un sistema sanitario pubblico. Il numero ha raggiunto oltre il 90% nei Paesi a basso reddito. L’Ilo stima che ci sia un deficit globale di 10,3 milioni di operatori sanitari necessari per garantire servizi di qualità. Nonostante la difficile sfida, alcuni Paesi – tra cui la Thailandia e Sud Africa, hanno raggiunto una copertura sanitaria universale in pochi anni, dimostrando che si può fare.
“La comunità globale nel 1948 ha concordato che la sicurezza sociale e l’assistenza sanitaria per i bambini, per le persone in età lavorativa che affrontano la disoccupazione o un infortunio o per le persone anziane sono un diritto umano universale ” – ha dichiarato il vicedirettore generale dell’Ilo Sandra Polaski – !Eppure nel 2014 la promessa di protezione sociale universale rimane vacante per la grande maggioranza della popolazione mondiale”.
Nella prima fase della crisi ( 2008-09 ), almeno 48 Paesi ad alto e medio reddito hanno messo in pratica pacchetti di intervento per sostenere misure di protezione sociale, proteggendo le fasce più deboli della popolazione dal collasso. Ma nella seconda fase della crisi, a partire dal 2010, molti governi mondiali hanno invertito la rotta e intrapreso severi interventi di taglio alla spesa pubblica e consolidamento fiscale, nonostante l’urgente necessità di continuare a sostenere le popolazioni vulnerabili e stabilizzare i consumi.
Nell’Unione europea, tagli alla protezione sociale hanno già contribuito alla crescita della povertà che oggi colpisce 123 milioni di persone, il 24% della popolazione, molti dei quali bambini, donne, anziani e persone con disabilità.
Sulla base della situazione rilevata il rapporto sottolinea pertanto la necessità di adottare quanto disposto dall’Ilo già nel 2012 nella raccomandazione Social protection floors recommendation,
Per approfondire: World social protection report 2014/15.