DUBLINO – Pubblicato da Eurofond il rapporto European jobs monitor 2014 – Drivers of recent job polarisation and upgrading in Europe, documento che esamina i cambiamenti nel mondo del lavoro nell’Unione europea tra il 2011 e il 2013, i settori più colpiti dalla crisi, l’occupazione maschile e femminile.
Tra il 2011 e il 2013 l’Europa ha perso 1,3 milioni di posti di lavoro. La disoccupazione nel 2013 ha toccato il picco dell’11%. La maggior parte delle perdite nette di occupazione ha continuato a verificarsi nelle settore delle costruzioni e della produzione e ha riguardato i posti di lavoro a medio-bassa retribuzione. All’estremo opposto l’occupazione ha continuato a crescere per i lavori altamente qualificati, nei servizi ad alta conoscenza, che si posizionano al più alto livello di retribuzione.
Le donne hanno occupato una quota significativa degli impieghi ad alta qualifica e ad alta retribuzione, contribuendo con questo a far crescere l’occupazione. Di contro sono soprattutto gli uomini ad aver perso il lavoro, in particolare nella fascia medio bassa di retribuzione.
Possibili cause dei recenti cambiamenti nella struttura dell’occupazione sono l’impatto del progresso tecnologico, la globalizzazione, la delocalizzazione e le nuove norme istituzionali che regolano il mercato del lavoro. Sulla base di questa analisi i settori in cui la crescita dell’occupazione in futuro è considerata più probabile sono i servizi per la salute, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, i servizi alla persona e per la casa e l’ampia categoria dei cosiddetti green jobs.
Per approfondire: European jobs monitor 2014.