ROMA – Pubblicati su Epicentro, portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica e a cura del Centro nazionale di epidemiologia sorveglianza e promozione della salute, il quarto rapporto annuale dell’Istituto superiore di sanità sul Sistema informativo nazionale per la sorveglianza delle esposizioni pericolose e delle intossicazioni, SIN-SEPI.
Il rapporto è frutto dell’analisi e revisione dei casi rilevati nel 2009 dai centri anti veleni, CAV, strutture del Servizio sanitario nazionale con competenze in ambito tossicologico, attive h24 per diagnosticare e gestire tutti i casi di intossicazione.
L’analisi dei casi pervenuti ai Cav rappresentano un patrimonio informativo di altissimo valore per attivare adeguati sistemi di sorveglianza e intervenire per ridurre i danni causati da incidenti domestici, esposizioni ad agenti pericolosi in età pediatrica, errori terapeutici, reazioni avverse, tentati suicidi, esposizioni occupazionali e ambientali.
Sono 46.303 casi di esposizione umana presi in carico dai Cav di tutte le regioni italiane nel 2009. Le regioni con il più elevato numero di casi sono state Lombardia (31% dei casi), Veneto (11%), Emilia Romagna (9%), Sicilia (8%), Toscana (6%), Puglia (6%), Campania (5%), Piemonte (5%).
Si è trattato di esposizione singola per il 98% dei casi, multipla, che ha coinvolto cioè due o più soggetti, per il 2% dei casi. Per quanto riguarda l’età dei soggetti intossicati va segnalato che il 44% dei casi ha visto coinvolti bambini di età inferiore ai 6 anni. A livello di genere la distribuzione di casi tra soggetti di genere maschile o femminile è risultata pressoché uguale.
Per il 78% dei casi esaminati la circostanza di esposizione è risultata accidentale:
- 45% dei casi determinati da accesso incontrollato da parte di persona incapace di intendere;
- 8% per errore terapeutico;
- 5% per travaso da contenitore originale (n. 2.212, 5%).
La dinamica delle restanti esposizioni accidentali è risultata di tipo generico o non è stata specificata. La maggioranza dei casi con esposizione intenzionale sono causa di tentato suicidio (16%). 2% i casi di abuso e 1% le reazioni avverse.
Il 91% dei casi di intossicazione è avvenuto in ambito domestico, il resto dei casi è avvenuto in azienda (3%), o in spazio aperto (es. giardino pubblico, campo coltivato, percorso stradale) o non è noto.
La via di esposizione più frequentemente è stata l’ingestione, riportata dal 71% dei casi, a seguire l’esposizione attraverso il contatto con le mucose o per via inalatoria. Minori i casi di esposizione per via cutanea e oculare.
Le categorie di agenti dei diversi casi si distinguono in farmaci e non farmaci.
Tra i farmaci il numero più elevato di esposizioni ha riguardato sedativi/ipnotici/antipsicotici, analgesici e antidepressivi.
Tra i non farmaci le esposizioni hanno riguardato, nell’ordine, prodotti per la pulizia di uso domestico, corpi estranei, antiparassitari, cosmetici/cura della persona, alcoli/bevande alcoliche, funghi, alimenti/acqua contaminata, morsi/punture, piante, colori/arte/cancelleria, e fumi/gas/vapori.
Per approfondire: quarto rapporto Sin-Sepi.