BRUXELLES – Diramata dall’ETUI, European trade union institute, una nota sulla tracciabilità dei nanomateriali che evidenzia la necessità, ai fini della sicurezza, di rendere tracciabile la presenza di nano materiali in qualsiasi prodotto sia in commercio e illustra i progressi nelle legislazioni di diversi Paesi europei.
Cresce il numero di Stati europei che stanno istituendo specifici registri per segnalare la presenza di nanomateriali in manufatti, preparati e prodotti. Scopo di questi provvedimenti è rendere facilmente accessibile a qualsiasi autorità, così come al grande pubblico, tutte le informazioni relative ai nanomateriali, informazioni che ora non sono facilmente reperibili dai registri esistenti sulle sostanze chimiche quali il REACH.
Risultato atteso da questo tipo di iniziative sarà l’aumento il livello di sicurezza e di consapevolezza. Consumatori e lavoratori devono sapere esattamente cosa stanno comprando, utilizzando e con cosa stanno lavorando: i nanomateriali dovrebbero essere prodotti, venduti, utilizzati e smaltiti in modo responsabile, sicuro e sostenibile.
Tra gli stati europei attualmente il Belgio, la Francia e la Danimarca hanno emesso proposte per un sistema di notifica obbligatoria, mentre l’Italia per ora ha ristretto la sua richiesta auna segnalazione volontaria. L’Olanda chiede invece che sia creata una banca dati europea.
In Francia, dove è già in atto il processo di registrazione, sono 1991 le segnalazioni pervenute al 30 aprile. 457 le aziende che producono, importano, distribuiscono o definiscono nanomateriali.
Per approfondire: Nanomaterials: traceability needed to ensure safety.