ROMA – Lavoro sommerso, completamente in nero o comunque irregolare: si tratta di una piaga ben nota nel nostro paese che causa danni sia sottraendo fondi che, e la cosa non è da meno, sottraendo diritti e sicurezza ai lavoratori.
Grazie all’aumento dei controlli sempre più casi emergono e vengono sansionati, come previsto dalle leggi in vigore.
Ieri sono stati presentati i risultati di una azione ispettiva congiunta di Ministero del Lavoro, Inps, Inail ed Enpals – Ente Nazionale di Previdenza e di Assistenza per i Lavoratori dello Spettacolo: ne emerge un quadro pr niente consolatorio dove più della metà delle aziende utilizza lavoro nero o pratiche di lavoro irregolari. Non a caso tra contributi, premi evasi e sansioni sono stati recuperati ben 297 milioni di euro.
A dare i dati, che riguardano appunto solo la parte del fenomeno che è stata scoperta, è stata dalla Direzione generale per l’Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che, un paio di giorni fa a Roma, li ha spiegati in un convegno intitolato ‘Il contrasto al lavoro sommerso: le implicazioni sul piano della legislazione sociale, fiscale e previdenziale’. L’evento aveva come obiettivo, oltre che presentare i dati di questa importante operazione, quello di sensibilizzare le parti sociali e gli operatori del settore sul fenomeno del lavoro sommerso e realizzare focus sulle politiche attive poste in essere per favorirne l’emersione e sugli strumenti sanzionatori riformati recentemente dal ‘Collegato lavoro’.
Secondo quanto riferito, le aziende oggetto di ispezione nel 2010 sono state 262.014, di queste ben 171.810 sono risultate irregolari. Si tratta di una percentuale decisamente alta, per l’esattezza il 66 per cento, ben oltre la metà. Durante questi controlli sono stati riscontrati 232.854 lavoratori irregolari, di questi 133.366 erano totalmente in nero e ciò ha portato a comminare ben sanzioni 57.186: il 27 per cento in più rispetto al 2009, anno in cui ammontavano a 45.045. Da quanto risulta dai controlli effettuati sono in crescita anche i casi di appalti e somministrazione illecita: nel 2010 se ne sono registrati 15.907 casi, ben 6.649 in più rispetto al 2009, un aumento record del 139 per cento. Inoltre le violazioni in materia di disciplina dello Statuto sono state 2.604 contro le 1.042 nel 2009. Le truffe verso gli istituti previdenziali sono state 3.316 – erano 2.493 nel 2009 – e le ipotesi di reato relative a evasioni contributive 4.886, contro le 3.781 del 2009.
Alti i numeri relativi alle infrazioni in materia di sicurezza sul lavoro: gli illeciti al riguardo, infatti, nel 2010 sono stati 38.357 e si è registrato così un aumento rispetto ai 26.404 del 2009. Le violazioni in ordine alla tutela economica delle lavoratrici madri sono state 1.280 – erano 406 nel 2009 – e le ipotesi di reato in ordine alla tutela fisica delle lavoratrici madri ammontano a 973 a fronte delle 661 del 2009. Queste cifre hanno conseguentemente portato nel 2010 ad un incremento delle sanzioni amministrative e penali e delle sospensioni delle attività imprenditoriali: sono stati riscossi, infatti, 112.677.786 euro nel 2010, contro i 47.841.926 del 2009, e sono stati adottati 7.651 provvedimenti contro i 4.770 del 2009.