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MALPROF, sistema di sorveglianza e prevenzione delle malattie professionali

ROMA – Si è tenuto ieri a Roma il Convegno Nazionale “Il Sistema di sorveglianza MALPROF: il fenomeno delle malattie professionali attraverso le rilevazioni dei Servizi di Prevenzione”. Quotidiano Sicurezza per l’occasione ha intervistato il dott. Giuseppe Campo, del Dipartimento Processi Organizzativi INAIL, ex-ISPESL e la dott.ssa Angela Goggiamani, Dirigente Medico del  Settore Infortuni e Malattie Professionali alla Sovrintendenza Medica Generale dell’INAIL .

Al dottor Campo che ha seguito il progetto fin dalla sua nascita Quotidiano Sicurezza ha chiesto:

Cos’è il Sistema di sorveglianza nazionale MALPROF?
«Il progetto MALPROF, finanziato dal Ministero della Salute dal 2007 e coordinato dall’ex-ISPESL in collaborazione con le Regioni (la cui adesione è stata confermata nello stesso anno anche dal Patto per la Tutela della Salute sottoscritto da Governo, Regioni e Province autonome), mira a costruire un sistema di sorveglianza delle malattie professionali attraverso le segnalazioni dirette ai Dipartimenti di Prevenzione delle ASL per evidenziare tempestivamente i rischi lavorativi ed attivare efficaci interventi di prevenzione nei luoghi di lavoro.»

Come e perchè nasce?
«Il sistema di sorveglianza MALPROF prende inizio dall’attività di ricerca condotta dall’ISPESL nella seconda metà degli anni ’90, che ha definito obiettivi e caratteristiche di un archivio per la registrazione delle malattie professionali svincolato da finalità assicurative ed ha inizialmente portato all’avvio dell’attività di sorveglianza in due regioni: Lombardia dal 1999 e Toscana dal 2000.

Tali Regioni comprendono da sole circa il 25% degli occupati in Italia e costituivano già un buon osservatorio per i rischi inerenti le condizioni di salute dei lavoratori. Al momento attuale, è in via di pubblicazione il quinto Rapporto MALPROF, con dati provenienti in complesso dai Servizi di Prevenzione delle 14 Regioni operanti ad oggi nel sistema.»

Quali sono gli obiettivi del convegno?
«Il Convegno di oggi costituisce l’occasione per una riflessione sul monitoraggio delle malattie professionali nel nostro Paese ed è suddiviso in due sessioni: quella della mattina dedicata all’illustrazione dei dati disponibili e a contributi tecnico-scientifici sulle modalità di osservazione delle malattie professionali in Italia ed in ambito internazionale, quella pomeridiana riguardante l’illustrazione delle esperienze delle Regioni e delle Asl nella rilevazione delle malattie professionali e la presentazione di alcuni strumenti operativi propri del sistema MALPROF (Formazione a distanza, Data Warehouse per l’accesso on line ai dati dell’archivio.) oltre che possibili strategie d’intervento nella ricerca delle informazioni (la cosiddetta “ricerca attiva” dei casi di malattia di sospetta origine professionale).»

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Alla dottoressa Goggiamani abbiamo chiesto invece di dettagliare meglio i contenuti del suo intervento e il ruolo dell’Inail in questo progetto anche alla luce dell’importante fase di trasformazione che l’ente sta attraversando.

Quali sono i contenuti del suo intervento ?
«Nell’affrontare il tema del rapporto tra ricerca e politica di indennizzo delle malattie professionali, dopo aver evidenziato i diversi ambiti di interesse ( giuridico-assicurativo, epidemiologico e preventivo) e i reciproci rapporti, affronto il tema del ruolo dell’ Inail nella ricerca nel campo delle tecnopatie.
Già il piano sanitario Inail del 1999-2001, alla luce delle valutazioni espresse nella relazione relativa all’indagine conoscitiva sulla sicurezza e igiene del lavoro, del Senatore Smuraglia, poneva l’accento sull’importanza dell’aspetto conoscitivo del fenomeno delle malattie professionali tutelate dall’assicurazione obbligatoria, sia ai fini dell’indennizzo che ai fini preventivi, rafforzando il ruolo dell’osservazione epidemiologica in particolare delle malattie professionali “perdute”.
Successive modifiche legislative, hanno rafforzato e ampliato, in tale campo, la competenza dell’Inail. Ma quali sono gli strumenti di ricerca specifici che possono essere messi in campo? Molteplici, e in particolare le fonti informative che vengono rapidamente descritte, con particolare riguardo ai dati del Registro Nazionale delle Malattie Professionali e ai dati relativi alle denunce delle malattie professionali

Un suo commento sul processo di fusione Inail-Ispesl-Ipsema in corso , fusione determinata dalla Legge 30 Luglio 2010 n.122.
«Intanto vorrei ricordare che la finalità della norma da lei richiamata è quella di “assicurare la piena integrazione delle funzioni assicurative e di ricerca connesse alla materia della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro e il coordinamento stabile delle attività previste dall’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81”(comma che definiva le attività di ISPESL, INAIL ed IPSEMA ) “ottimizzando le risorse ed evitando duplicazioni di attività”.
Con tale processo quindi le funzioni non scompaiono, ma vengono attribuite all’Inail.
Per restare nel tema della ricerca e delle politiche dell’indennizzo, attraverso questo processo di “fusione” si avrà da un lato il potenziamento e il travaso delle conoscenze, indispensabili per reali interventi di tutela della salute del lavoratore, dall’altro un nuovo impulso alla ricerca scientifica nel campo della prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali.»

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