ROMA- Come annunciato in una news pubblicata lunedì scorso, il 20 giugno Roma ospiterà un convegno voluto da ANFOS, accreditato dal Ministero del Lavoro e patrocinato dal Comune di Roma e dall’Ordine dei medici e degli odontoiatri di Roma a titolo: “La valutazione dello stress lavoro correlato: nel settore sanitario, aziendale e Pubbliche Amministrazioni. L’influenza dello stress nella diagnosi, cura e riabilitazione delle malattie rare da affaticamento cronico”.
(leggi anche Valutazione stress lavoro correlato, 20 giugno convegno ANFOS a Roma).
Un appuntamento nel quale si intende richiamare l’attenzione sullo stress lavoro correlato, sui suoi aspetti medici, sulle patologie a esso collegate, e sul suo legame con le sindromi da affaticamento cronico, la medicina quantistica e le malattie rare. Un appuntamento dall’evidente approccio scientifico, medico, che analizza un lato corposo dell’argomento stress lavoro correlato. Un tema che sappiamo essere ora come mai vasto, fitto di domande, interrogativi, probabili soluzioni, punti fermi e incognite. Sia per quanto riguarda l’aspetto scientifico, sia per quanto riguarda la normativa, la copertura degli enti assicurativi e previdenziali.
Il Dott. Rolando Morelli, Presidente di ANFOS, Associazione nazionale formatori della sicurezza sul lavoro è in cima alla convocazione e all’organizzazione del convegno e membro del Comitato scientifico dello stesso. Persona, professionista, che da anni si occupa di sicurezza sul lavoro, formazione, e quindi di stress lavoro correlato, conducendo un’attività costante che l’ha portato alla recente audizione in Senato nella Commissione di inchiesta sulle morti bianche presieduta dal Senatore Tofani (ANFOS ascoltata in audizione dalla Commissione infortuni sul lavoro), a occuparsi di una variante dello stress chiamata Tecnostress, a condurre quotidianamente la propria attività nella consulenza e nella formazione per la sicurezza sul lavoro facendo in essa dello stress lavorativo una categoria quadrata e presente.
Dott. Morelli, che convegno si prepara.
Un convegno in cui autorevoli voci dagli ambienti della medicina, della consulenza sul lavoro, si riuniranno per affrontare alcuni importanti aspetti riguardanti lo stress lavoro correlato. Un convegno che si posa sull’aspetto medico – scientifico e che si gratifica della presenza di specialisti del settore. Come del resto testimoniato dal patrocinio dell’Ordine dei medici e odontoiatri di Roma e dalla composizione del comitato scientifico.
Chi sarà con lei nel comitato scientifico. Tra i relatori.
Il Prof. Amabile, Direttore dell’Istituto igiene mentale Università La Sapienza di Roma, il Dott. Franco Lenna, medico, specialista in igiene e medicina preventiva, nonché esperto in biofisica e olistica, per continuare ancora con la psicologa- psicoterapeuta Dott.ssa Oriana Broccolini, la Dott.ssa Virginia Cirolla specialista di oncologia e medicina del lavoro, la Dott.ssa Assunta Papa, specialista in psichiatria e Direttore sanitario di Medil Srl, il Direttore dell’Istituto Paracelso Aldo Liguori e lo specialista in reumatologia e medicina del lavoro Dott. Tiziano Gastaldi.
Medici e specialisti dalla diversa formazione, dai diversi approcci accademici con i quali cercheremo di tracciare un quadro dell’aspetto clinico, patologico dello stress lavoro correlato, delle sindromi da esso derivate e a esso collegate, della possibile prevenzione e del suo rapporto con l’insorgere di malattie rare provenienti dalle sindromi di affaticamento cronico. Approcci scientifici affiancati da quelli riguardanti il mondo del lavoro inteso come consulenza, rapporti legali, che analizzeremo grazie alla presenza del Dott. Raffaele Ferraresso.
Lei, con ANFOS, da tempo sta battendo il ferro sullo stress lavoro correlato. Poco più di un mese fa è stato ascoltato dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro presieduta dal Senatore Tofani e durante la quale ha esposto sue riflessioni e risposte ai quesiti sollevati riguardanti l’aspetto psicologico del lavoro, comportamentale e legato a filo doppio alle condizioni in cui si trovano i lavoratori. Il convegno è stato convocato anche con l’obiettivo di partecipare alla discussione nazionale, totale, inerente lo stress e le sue relazioni col mondo del lavoro. Ma qual è a suo avviso lo stato delle cose in Italia.
Siamo in una fase di transizione, una fase di studio ed elaborazione di dati, percentuali, casi. Credo che a breve tempo avremo novità sostanziali dalle istituzioni, da INAIL, per i quali lo stress lavoro correlato è un tema caldo e da affrontare. Anche le regioni sono attive, e stanno elaborando a caduta linee guida consone alla presa di posizione e all’affrontare le condizioni dei lavoratori del proprio territorio. Dovremo aspettare, osservare i mesi futuri, ma il processo di aggregazione definitiva dello stress lavoro correlato nella normativa, nei rapporti con gli enti assicurativi, nei rapporti previdenziali, e nel rapporto datore di lavoro – lavoratore – malattie professionali è ormai attivato.
Lei è a contatto con aziende, con il mondo del lavoro. Quale invece la sua osservazione in merito agli ambienti lavorativi. Al cuore della questione.
È ovviamente sempre il datore di lavoro a dover osservare il comportamento e le lamentele dei lavoratori. A lui spetta la prima valutazione del rischio stress lavoro correlato e la sorveglianza. Per far questo deve avvalersi di figure come il medico competente, gli RSPP, adatte e create per sorvegliare la sicurezza e la condizione sanitaria, la salute dei dipendenti. I rapporti all’interno delle aziende devono essere chiari e sottostanti a ruoli determinati. Vorrei fare un’osservazione che coinvolge le piccole e piccolissime imprese. Perché se per la grande società, è facile intuire un’organizzazione complessa e articolata, per le piccole imprese, pensiamo un negozio, con tre dipendenti, un bar, avvalersi e creare una rete di professionalità dedicate può essere più complicato. Occorre lavorare anche in questa direzione, per queste realtà. Per dar loro assistenza e affiancamento.
Per il resto sono rade e rarissime le rivalse di lavoratori per stress lavoro correlato, pochi i casi che possano entrare nella letteratura giuridica, non ci sono stati casi riconosciuti da INAIL in cause o rapporti aziendali. Tutto ciò credo che arriverà a galla nel tempo e avremo le prime denunce affermate e riconosciute di malattie professionali, da stress lavoro correlato.
Il corpo si sta creando, passo dopo passo. Sono molti già gli studi per esempio sulle categorie a rischio, sugli ambienti di lavoro, su patologie come il burn out, e sulle correlazioni con il mobbing, che è cosa diversa attenzione, ma che può essere ovviamente citato per raccontare quanto i rapporti in azienda possano essere determinanti e portatori di patologie. Per chiudere sta crescendo lo studio delle cause fisiche dello stress, dei sintomi che possono indurre alla sua diagnosi. Gastriti, ulcere, ipertensione, campanelli d’allarme, per i lavoratori, per il personale preposto alla sorveglianza e per i datori di lavoro.
Quanto è importante l’informazione per i lavoratori affinché siano in grado di interpretare sintomi e riconoscere l’insorgere di patologie legate allo stress lavorativo. Per un gioco delle parti utile, attivo.
Essere informati è importante per comprendere la propria condizione sul lavoro. È importante per poter dare un nome e una logica ai sintomi, a scindere semplici avvisaglie da reali campanelli d’allarme. Per poter essere in grado di individuare l’eventuale insorgere di disagi da stress lavoro correlato e agire di conseguenza per la propria tutela e salute. L’altra faccia della medaglia che fa il paio con l’attenzione corrispondente di datori di lavoro e responsabili della sicurezza e della salute sul lavoro.
Citiamo ad esempio il tema del tecno stress. Un tema che non verrà affrontato nel convegno del 20 giugno ma sul quale in chiusura può essere utile ritornare.
Il tecno stress è un esempio di stress indotto da condizioni di lavoro. È lo stress indotto da terminali, pc, dalla tecnologia. Riguarda lavoratori impiegati quotidianamente sulle postazioni, dirigenti, manager. Persone quotidianamente circondate da richieste, messaggi, alle prese con la tecnologia, che lavorano in condizioni di sforzo mentale elevato per far fronte a molteplici richieste contemporanee.
Abbiamo condotto tempo fa un’inchiesta su alcune aziende italiane alle quali chiedevamo quanto fossero attente al fenomeno, e quanto pronte per far fronte alle nuove esigenze. L’inchiesta può essere citata come esempio del lavoro che c’è ancora da fare su tutta il ventaglio di casi che riguarda lo stress lavoro correlato. Al tempo poche aziende si mostrarono perfettamente sensibili e consce, altre invece si stavano adoperando adeguatamente.
Occorre lavorare quindi insieme, tutti, per una comprensione totale del fenomeno. Per una formazione definitiva e consapevole, e per un rapporto aziende lavoratori chiaro, salutare e regolare.