ROMA – Sindrome da stress lavorativo cronico, esaurimento fisico ed emozionale, atteggiamento distaccato, sensazione di inefficacia. Pubblicata da Inail una scheda su Burnout e insegnamento, sui fattori di rischio e sulle strategie per contrastare un fenomeno che colpisce in particolare le attività professionali socio-sanitarie e basate sui rapporti interpersonali.
Assenteismo, somatizzazione, deterioramento della prestazione lavorativa, fino a sintomi psico-fisici importanti, richiesta di trasferimento, abbandono del posto di lavoro. Queste sono tra le principali conseguenze del burnout, conseguenze nate da cause come relazioni professionali prolungate con alunni famiglie colleghi e personale scolastico, condizioni di lavoro, organizzazione e politiche scolastiche, fino alle problematiche familiari.
Stress lavoro correlato
“Esaminata inizialmente come malattia professionale specifica delle attività socio-sanitarie“, la sindrome da stress lavorativo cronico “si riscontra in realtà in tutte le professioni basate sui rapporti interpersonali che comportano un elevato investimento emotivo, colpendo soprattutto i soggetti più motivati e con elevate aspettative nei confronti del lavoro”.
Un insegnante inizialmente può reagire al burnout con strategie di adattamento (coping strategies) di varia entità, che vanno dall’affrontare il problema in maniera diretta, dall’affrontalo in maniera diversiva, fino alla fuga dal posto di lavoro o all’adozione di strategie palliative (caffè, fumo, alcool, farmaci). Il burnout può essere però fronteggiato, attraverso strategie protettive, sia personali, che professionali, e strategie messe in campo dall’organizzazione scolastica.
Prevenzione, l’insegnante e la scuola
Innanzitutto i fattori protettivi personali, la famiglia, il genere (“le donne possiedono maggiori risorse emozionali e affettive”), l’exptertise, possono risultare efficaci.
Quindi le strategie personali professionali. Può risultare efficace acquisire consapevolezza di sè e consultare esperti, affrontare gli insuccessi lavorativi, porsi obiettivi realistici, creare occasioni sociali e conviviali sul lavoro, imparare a gestire il carico emotivo, valorizzare se stessi tramite proposte e formulare proposte al dirigente scolastico in merito agli aspetti critici riscontrati nell’organizzazione.
Testo Unico sicurezza lavoro
Ad affiancare ciò, il ruolo dell’organizzazione scolastica. “Secondo l’art. 6 dell’Accordo Europeo sullo stress lavoro-correlato, spetta al datore di lavoro stabilire misure adeguate per la prevenzione e la riduzione dello stress, e attuarle con la partecipazione e la collaborazione dei lavoratori e/o dei loro rappresentanti”. Ancora, da Testo Unico il datore di lavoro ha l’obbligo di valutare tutti i rischi per i lavoratori, compresi i rischi sullo stress.
Tre le direttrici segnalate dalla scheda Inail mutuate dall’Accordo europeo utili a prevenire lo stress sul lavoro:
- “Area gestione e comunicazione: esplicitare obiettivi (es. rendere effettivo il POF), assicurare ascolto (valorizzare proposte, risorse umane e professionali) e sostegno (es. alla didattica o per l’integrazione, incoraggiamento a manifestare disagio legato a fattori organizzativi senza giudizio sulla persona e le sue capacità), migliorare l’organizzazione (es. flessibilità nell’applicazione di norme).
- Area formazione: stimolare la consapevolezza degli insegnanti (se e come mai sono appesantiti), aiutarli a comprendere le cause dello stress (screening dei vari
fattori probabili) e il modo in cui affrontarlo (tecniche di gestione dello stress, focus group). - Informazione e consultazione dei lavoratori: fornire conoscenze aggiornate rispetto all’organizzazione scolastica (effettive risorse e potenzialità), coinvolgere i docenti nelle decisioni e nella gestione (es. attuare la delega, gestire le criticità in team)”.
Info: fact sheet Inail Burnout e insegnamento
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