GINEVRA – È dedicato alla salute dei lavoratori la scheda n.389 pubblicato dall’Oms nel mese di aprile dal titolo Protecting worker’s health.
In molti Paesi oltre la metà dei lavoratori nel settore informale dell’economia non gode di alcuna protezione sociale e non è tutelata dalla normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Nel Mondo sono per lo più le grandi aziende del settore formale a usufruire di servizi di medicina del lavoro mentre più dell’ 85% dei lavoratori di piccolissime imprese, imprese irregolari, imprese agricole, lavoratori migranti non ha alcuna copertura sulla salute.
I rischi professionali (infortuni, agenti fisici, agenti cancerogeni, rischi ergonomici) causano una parte significativa delle malattie croniche.
Sono di origine professionale:
- il 37% di tutti i casi di mal di schiena;
- il 16% delle perdite dell’udito;
- il 13% delle bronco pneumopatie croniche ostruttive;
- l’11% dei casi di asma;
- l’8% degli infortuni;
- il 9% dei casi di cancro ai polmoni;
- il 2% delle leucemie;
- l’8% dei casi di depressione.
Circa il 70 % dei lavoratori non ha alcuna assicurazione cui far ricorso in caso di malattia o infortunio sul lavoro..
A fronte di questa evidenti carenze l’Oms, nell’Assemblea mondiale della sanità del 2007, ha promulgato la risoluzione Wha 60.26 Piano d’azione mondiale per la salute dei lavoratori, in cui si esorta gli Stati membri ad adoperarsi per garantire a tutti i lavoratori interventi essenziali e servizi di base per la prevenzione primaria degli infortuni e delle malattie professionali.
Il documento individua le seguenti direzioni strategiche:
- aumentare le competenze dei medici di base, degli infermieri, dei tecnici ambientali e di salute pubblica affinché possano fornire servizi di medicina del lavoro, suggerire come migliorare le condizioni di lavoro e monitorare lo stato di salute dei lavoratori, rilevando tempestivamente le malattie professionali più comuni nelle piccole imprese, nelle aree rurali, nelle aziende agricole, nel settore informale e tra i migranti;
- ampliare la copertura e migliorare la qualità dei servizi di medicina del lavoro specializzati per le medie e grandi imprese nelle zone industriali, con un focus sulla valutazione e riduzione dei rischi professionali, l’organizzazione del lavoro, la sorveglianza e il miglioramento dell’ambiente lavorativo, il controllo di macchinari e attrezzature, la diagnosi precoce e la riabilitazione delle malattie professionali, la promozione della salute e la fornitura di primo soccorso sul luogo di lavoro;
- stabilire connessioni tra i servizi di medicina del lavoro e i centri di assistenza primari per agevolare la cura dei lavoratori affetti da malattie croniche e il loro ritorno al lavoro dopo una lunga assenza dovuta a malattia;
- sviluppare iniziative per la salute sul posto di lavoro e responsabilizzare le imprese affinché si prendano più cura della salute;
- introdurre la materia salute sul lavoro nella formazione di tutti gli operatori sanitari di prima linea e per chi è chiamato a occuparsi di cancro della pelle, di affezioni dell’apparato respiratorio, di malattie neurologiche e di disturbi muscolo-scheletrici;
- definire una tabella di marcia per arrivare a garantire a tutti i lavoratori l’accesso agli interventi e ai servizi essenziali, come definiti a livello nazionale, per la prevenzione e il controllo delle malattie professionali e correlate al lavoro, fissando obiettivi realistici in linea con la disponibilità di risorse umane e finanziarie della sanità pubblica dei diversi stati.
Per approfondire: Protecting worker’s health.