REGGIO CALABRIA – Che la zona conosciuta come ‘Piana di Sibari’ debba molta della sua economia all’agricoltura è cosa nota, come è altrettanto risaputo che questo settore è attualmente quello che fa registrare il maggior numero di infortuni sul lavoro. La Regione Calabria ha così deciso di scendere in campo con un progetto nuovo che si chiama ‘Coltiva la Sicurezza’ e che è principalmente finalizzato alla diffusione nella zona della cultura della sicurezza sul posto di lavoro. Per mettere in atto questo progetto sono a disposizione oltre due milioni di euro che serviranno a raggiungere insieme due obiettivi: intanto la formazione continua, di cui potranno beneficiare oltre 2.200 lavoratori agricoli della zona di Sibari, dall’altro dare anche un supporto di tipo economico a quelle imprese agricole che sono state colpite dalla grossa tromba d’aria che il 5 luglio 2009 ha causato grossi danni nella zona. Infatti il progetto prevede che ai lavoratori che parteciperanno ai corsi di formazione sia erogata, a corso concluso, una integrazione del reddito pari a mille euro.
Il progetto è stato presentato il 25 marzo scorso in Regione alla presenza di molti rappresentanti istituzionali tra i quali gli assessori al Lavoro Francesco Antonio Stillitani e all’Agricoltura Michele Trematerra, ma non solo. All’appuntamento hanno preso parte che alcuni sindaci della zona, come quelli dei comuni di Cassano, Gianluca Gallo, di Altomonte, Giampiero Coppola, ed anche i rappresentanti di alcuni degli enti di formazione che parteciperanno alla realizzazione dei corsi. Tra questi il presidente dell’ISIM – Istituto di Studi Iniziative Ricerche e Formazione per lo Sviluppo delle Regioni Meridionali Ernesto Gigliotti, Francesco Beraldi responsabile dell’EPIFIR Calabria – ente bilaterale di formazione nel settore edile – e anche presidente di Federimprese Calabria.
Tutti si sono detti particolarmente soddisfatti di aver messo in piedi questo progetto che riesce ad agire contemporaneamente dando formazione e sostegno. L’assessore all’Agricoltura Michele Trematerra ha infatti affermato che questo è un esempio di come ‘le risorse economiche comunitarie e ministeriali vadano investite e non spese. Contribuire alla diffusione della cultura della sicurezza ritengo che sia uno degli investimenti più responsabili da fare per il territorio. E questa iniziativa dimostra anche come sia fondamentale sviluppare un dialogo e iniziative sinergiche tra politica e sindacati”.
Questa modalità di azione potrebbe rappresentare un modello nuovo rispetto alle ‘erogazioni a pioggia’ di fondi, tanto spesso usate in passato: qui, infatti, si chiede ai lavoratori/imprenditori agricoli almeno di partecipare a dei corsi volti ad incrementare le loro conoscenze teoriche e pratiche in materia di sicurezza sul lavoro e di farlo per una durata specifica di ore.