FIRENZE – Prevenzione delle cadute dall’alto e degli incidenti legati all’utilizzo di macchine agricole: è con un impegno concreto su questi due fronti, unito ad un aumento dei controlli che ha fatto emergere un buon numero di inadempienze relative alla norme sulla sicurezza sul lavoro, che la Regione Toscana si è aggiudicata l’ultima edizione del concorso biennale ‘Inform@azione’, giunto alla settima edizione. Il concorso, di livello nazionale, è legato ad una rassegna organizzata dall’assessorato alle politiche per la salute della Regione Emilia Romagna relativamente a ciò che riguarda prodotti per formazione e informazione e alla salute e sicurezza sul lavoro.
Quotidiano sicurezza vuole dunque offrire uno spaccato delle due principali iniziative che sono valse a questa regione, sempre particolarmente attenta alle tematiche della salute e della sicurezza sul lavoro, la vittoria di questo importante riconoscimento.
Il primo progetto ha riguardato la prevenzione delle cadute dall’alto e la diffusione della percezione del rischio per questa tipologia di infortuni, particolarmente frequente soprattutto in edilizia e spesso causa di morti bianche. Va infatti considerato che questa nel settore è la prima causa di infortunio e provoca circa il 60 per cento degli eventi mortali. La campagna si chiama “Sicuro non cado” e si rivolge tanto ai lavoratori quanto ai datori di lavoro, sia perché spesso nei cantiere edili le due figure si sovrappongono, sia per la più generale consapevolezza che solo con un coinvolgimento paritario di entrambe i fronti si possano raggiungere risultati di rilievo.
La campagna si è contraddistinta anche per il fatto di tenere in considerazione la composizione della forza lavoro nel settore edile dove la presenza di stranieri, comunitari e non, è piuttosto elevata. Partendo dalla considerazione che non tutti hanno una adeguata conoscenza della lingua italiana, e che comunque ricevere messaggi nella propria lingua madre può colpire con maggiore immediatezza, gli opuscoli sulla sicurezza legati a questa iniziativa sono stati elaborati in ben 4 lingue, oltre alla nostra: albanese, rumeno, francese e arabo.
Tra i tanti consigli che vengono dati, tutti molto pratici e con linguaggio immediato, ecco alcuni esempi.
Ai lavoratori si consiglia di ancorarsi a elementi stabili, come ad esempio travi portanti, e non a comignoli, grondaie e tubi di sfiato che possono essere solidi solo in apparenza, poi verificare sempre con attenzione la solidità delle coperture sulle quali si intende camminare. C’è inoltre la raccomandazione di usare sempre dispositivi anticaduta con imbracatura e di farlo solo in modo corretto, il consiglio di cercare di non rimanere isolato per poter così chiedere aiuto in caso di difficoltà, di utilizzare solo i metodi di lavoro con i quali ci si sente effettivamente sicuri e di non lavorare in altezza con situazioni climatiche, come pioggia o ghiaccio, che possano rendere più elevati i rischi, a meno che, in questi casi, non vengano utilizzate misure di sicurezza aggiuntive. E ancora si ricorda che ‘non sempre la soluzione più veloce è quella più sicura’ e che oggi la tecnologia offre molti dispositivi di efficacia provata e, pertanto, non serve e non è il caso di adottare misure di sicurezza ‘fai fa te’.
Per ogni consiglio dato ai lavoratori ce n’è uno corrispondente per i datori, proprio a sottolineare che il coinvolgimento in tema di sicurezza deve essere paritario. Pertanto, se in alcuni casi i consigli coincidono per le due categorie, al datore si dice anche di predisporre percorsi protetti e la cui solidità sia stata verificata inserendo, dove necessario, camminamenti protetti e passerelle. Si ricorda, inoltre, al datore di fornire ai propri lavoratori i dispositivi anticaduta necessari insegnando anche loro quale sia l’uso corretto da farne, ma di preparare in ogni caso servizi di salvataggio e di primo soccorso anticaduta.
Infine una raccomandazione molto importante – e che forse nelle pratica non viene così tanto seguita – è quella di non mettere fretta al lavoratore. Il vademecum con questi ed altri consigli, realizzato dalla Regione Toscana grazie anche al supporto di Italcementi e Ance Toscana, è stato distribuito su tutto il territorio regionale accompagnato anche da magliette e caschi protettivi che recavano nelle diverse lingue lo slogan ‘sicuro non cado’, il tutto accompagnato da una campagna di comunicazione vera e propria con spazi sui quotidiani, cartellonistica e spot radio.
La seconda iniziativa che è valsa il premio alla Toscana riguarda l’altro settore considerato maggiormente a rischio di infortunio, l’agricoltura. Anche qui si è scelto di mirare direttamente alla tipologia di infortuni più frequente e che mediamente produce le peggiori conseguenze sia in termini di mortalità che di invalidità permanente. La campagna di sicurezza per l’agricoltura si è basata, anche in questo caso, su un opuscolo (per scaricarlo clicca qui): ben 32 pagine piene di esempi e riferimenti a casi molto concreti, inclusa la citazione di fatti di cronaca accompagnati da riproduzioni di ritagli di giornale. Titolo del libricino informativo è “Le regole indispensabili per l’uso in sicurezza delle macchine agricole”. È stato realizzato dalla Regione Toscana – Direzione Generale Diritto alla Salute e Politiche di Solidarietà Settore Ricerca, Sviluppo e Tutela nel lavoro, insieme al DIAF- Dipartimento di Ingegneria Agraria e Forestale dell’Università degli Studi di Firenze e al Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Usl 3 di Pistoia.
All’interno si possono leggere e anche ‘vedere’, grazie alle molte illustrazioni, esempi concreti di incidenti, a volte descritti con un linguaggio che mette i brividi ma che, al tempo stesso, colpisce e di certo fa elevare velocemente la percezione del rischio.
Se queste due campagne di comunicazioni sono state essenziali perché la Toscana vincesse l’ultima edizione di Inform@zione sicuramente un altro fattore determinante è stato l’incremento del regime dei controlli e i risultati che ne sono stati ottenuti.
Nel corso del 2010, infatti, i servizi di Igiene prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro (Pisll) delle Asl hanno compiuto ben 20.436 controlli tra società e lavoratori autonomi, più di 1.600 campionamenti e misurazioni che hanno portato all’emersione di oltre 5.000 violazioni della normativa sulla sicurezza. Tra questi controlli quasi 4.500 hanno riguardato i cantieri e più di 1.000 le aziende agricole.