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Novità nella cartella sanitaria di rischio, i pareri del presidente SIMLII Apostoli

ROMA – Il 15 marzo scorso la Conferenza Stato Regioni ha approvato un’intesa in merito agli obblighi del Medico Competente riguardanti le modalità di trasmissione delle informazioni contenute nella cartella sanitaria di rischio, contenuti e modalità previste dall’articolo 40 del Testo unico sulla sicurezza sul lavoro e dagli allegati 3A e 3B.

Nei giorni immediatamente precedenti l’approvazione dell’accordo, è apparso sul sito della SIMLII Società italiana di medicina del lavoro e giene industriale un comunicato nel quale sostanzialmente la società appuntava delle osservazioni critiche sugli accordi allora in approvazione.  Su tre fronti: il comportare obblighi ridondati per il Medico Competente; il richiedere una duplicazione di documenti amministrativi già in possesso di Enti e Istituzioni Pubbliche e in controtendenza a quanto sia invece prevedibile dalla nascita del SINP; il non aver preso in considerazione per la stesura degli stessi accordi il parere di tecnici del settore come i componenti della stessa SIMLII.

A pochi giorni dalla pubblicazione dei testi finali degli accordi nel decreto del ministero della Salute in G.U. SIMLII ha riproposto sul proprio sito le annotazioni pubblicate in marzo. Abbiamo raccolto il parere del presidente SIMLII, il prof. Pietro Apostoli.

“Crediamo che l’accordo vada nel senso opposto a quello auspicabile dell’alleggerimento burocratico, della riduzione degli obblighi burocratici, dell’unione snellimento e condivisione di pratiche e documenti per i quali si è ipotizzata e si auspica la prossima istituzione del SINP”.

Parliamo dell’articolo 2, comma 3 dell’accordo, con il Medico Competente che risponde della raccolta, dell’aggiornamento e della custodia delle informazioni contenute nella cartella sanitaria di rischio.

Obblighi burocratici e sanzioni penali, non previste in nessun’altra disciplina sanitaria, che appesantiscono il ruolo del Medico Competente, e di conseguenza la propria modalità d’impiego presso l’azienda, nella quale lieviterebbero i costi relativi e la sicurezza e in alcuni casi quindi la reticenza all’investimento per essa.

Gli stessi documenti poi comportano a nostro modo di vedere una duplicazione della documentazione collettiva, una produzione di materiali informativi già esistenti, e di cui sono in possesso altri Enti e organi di vigilanza. Documenti che se condivisi tra tutti gli attori in gioco, invece che riprodotti su differenti richieste, comporterebbero uno snellimento nell’accesso e nel loro utilizzo, una vigilanza e una prevenzione più efficaci. Le precedenti indicazioni normative infatti, prevedevano che i dati richiesti dalla cartella sanitaria di rischio e in particolare per l’allegato 3B venissero inviati telematicamente a un sistema informatico dedicato e di futura creazione.

Gli altri punti critici evidenziati nel comunicato affrontano il trattamento e la finalità della raccolta dei dati statistici e i tempi di attuazione e di sperimentazione delle nuove procedure previste dall’accordo. Dodici mesi di sperimentazione a partire dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e invio della nuova documentazione entro il 30 giugno 2013.

I restanti dubbi riguardano in primo luogo la raccolta dell’anamnesi lavorativa, la firma del lavoratore sul documento di idoneità, chiarimenti sull’interpretazione corretta di malattie professionali come le ROA radiazioni ottiche naturali indicate nell’allegato 3B.

Riteniamo sia breve il tempo concesso alla sperimentazione. Considerando la mole del cambiamento prevediamo che per l’entrata a pieno regime di un tale sistema  occorrerebbe un quinquennio di prova e adeguamento. Infine il trattamento dei dati, dei dati statistici per i quali chiederemmo delucidazioni sull’uso e per quali fini. Auspichiamo che vengano utilizzati esclusivamente per la condivisione scientifica e il miglioramento delle attività preventive.

Ora che l’accordo è approvato come vi comporterete.

Come indicato nel comunicato, con la massima e abituale disponibilità al dialogo con le istituzioni governative, invocando dialogo con tutti gli enti nazionali che si occupano di Medicina del lavoro, enti di cui i professionisti SIMLII fanno parte. Per la continuazione del solido rapporto tra Medico Competente e SSN, rapporto sempre sostenuto e che sosterremo e per l’unione di intenti e riflessioni verso tale indirizzo. Unione che ci duole riscontrare non essere stata considerata al momento della stesura e dell’approvazione degli accordi, nonostante i continui inviti della SIMLII e tre anni di  dibattito serrato.

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