LODI – Dieci domande per un centro Anfos. Dott. Marco Cipolla titolare di Centroimpresa, struttura con sede a Lodi Vecchio (LO) a servizio della micro impresa nel campo delle normative obbligatorie (sicurezza sul lavoro, sicurezza alimentare, corsi di formazione, medicina del lavoro), nata con l’obiettivo di diventare il punto di riferimento unitario delle piccole imprese del lodigiano per tutte le esigenze legate a tali aspetti.
Di cosa si occupa il suo centro di formazione?
Il centro si occupa di tutte le principali esigenze di formazione relative alle normative sulla sicurezza del lavoro ex D.Lgs. 81/08.
Da quanto tempo opera in questo settore?
Operiamo in questo settore dal 2001, anno di costituzione di Centroimpresa. Personalmente, mi occupo invece di sicurezza sul lavoro dal 1996.
Quali corsi sono attivati presso il vostro centro?
Presso il nostro centro sono attivati tutti i principali corsi richiesti dal D.Lgs. 81/08, quindi organizziamo per il cliente corsi Rspp per datori di lavoro, corsi antincendio, corsi base per lavoratori, corsi Rls e tutti i relativi aggiornamenti periodici richiesti per gli stessi corsi.
La vostra società eroga anche altri servizi?
La nostra società eroga tutti i principali servizi legati al mondo delle normative obbligatorie; oltre ai corsi di formazione, quindi, il nostro cliente trova supporto per l’elaborazione dei principali documenti richiesti (es. documento di valutazione dei rischi, stress lavoro correlato etc.) ma anche organizzazione dell’attività di sorveglianza sanitaria (visite mediche periodiche) per i suoi collaboratori, con la gestione delle scadenze relative a tutto ciò.
Quali sono a suo giudizio le più forti richieste di formazione da parte delle aziende?
Le più forti richieste di formazione da parte delle aziende al momento sono senz’altro quelle legate alla formazione base dei lavoratori
Quali sono le problematiche che maggiormente affronta?
Le problematiche maggiori che affrontiamo nel nostro lavoro sono principalmente di due tipi: il carattere di urgenza nell’organizzazione del lavoro che ci viene richiesto, e la carenza di liquidità della clientela nel destinare risorse aziendali adeguate alle necessità connesse alla gestione seria e adeguatamente pianificata della sicurezza. Tenga presente che la nostra azienda ha come target le imprese artigiane e le micro imprese, cioè la maggior parte delle realtà aziendali attualmente esistenti nel nostro Paese, e contemporaneamente le realtà aziendali maggiormente colpite dalla crisi che da svariati anni le sta accompagnando, con le conseguenze di cui sopra.
Ritiene che i datori di lavoro siano sensibili ai temi della sicurezza o abbiano ancora necessità di una formazione adeguata?
Ritengo che il percorso di sensibilizzazione dei datori di lavoro in tema di sicurezza nel nostro Paese sia un percorso ancora ricco di ostacoli innanzitutto culturali. Tradizionalmente, la sicurezza viene infatti ancora vista come un costo aggiuntivo, anziché come un fattore di crescita prima di tutto etica. Quando si svilupperà la consapevolezza del “fare sicurezza” per il proprio bene innanzitutto, e non banalmente per evitare sanzioni, quello sarà il momento della svolta culturale.
Perché ha deciso di iscriversi ad Anfos?
Abbiamo scelto di iscriverci ad Anfos perché ritenevamo di trovare un’organizzazione seria ed adeguatamente strutturata, e siamo convinti, alla luce dei fatti, di aver finora fatto la scelta giusta.
Quali strumenti formativi ritiene siano più efficaci?
Riteniamo che gli strumenti formativi più efficaci siano quelli connotati da una maggiore disponibilità nell’agevolare il processo di comunicazione, quindi preferiamo di gran lunga le lezioni frontali, magari organizzate direttamente presso il cliente, svolte nei luoghi di lavoro quotidiani che più sono in grado di fornire spunti per esempi pratici sulla presenza di rischi specifici o situazioni contingenti effettivamente affrontabili nella pratica.
Ci siamo ad esempio attrezzati con videoproiettori portatili collegabili a PC per portare direttamente “a casa” del cliente supporti multimediali “per immagini” che abbiamo visto in grado di dare i migliori risultati in termini di coinvolgimento dei partecipanti, specialmente quando questi ultimi appartengono al segmento artigiani-micro impresa, e specialmente se stranieri.
Cosa pensa della normativa riguardo la formazione per la sicurezza in Italia?
L’attuale normativa in materia di formazione per la sicurezza rappresenta senz’altro un apprezzabile punto di partenza e di sviluppo rispetto al passato. La presenza degli Enti bilaterali come punto di riferimento per gli schemi formativi ha poi rappresentato un grande aiuto per superare la fase del “fai da te” nel campo della formazione fornendo un valido punto di riferimento. A mio avviso, sarebbe certamente auspicabile andare oltre, innanzitutto creando una sorta di “albo unico” ufficiale dei soggetti abilitati ad erogare formazione (ma anche consulenza in generale) come si sta cercando di fare con i criteri di qualificazione dei formatori del resto, per evitare che la formazione venga scambiata per l’ennesimo “business” nel quale troppe professionalità improvvisate rischiano di confluire, degradando irrimediabilmente il livello di affidabilità e serietà che la materia in corso di trattazione dovrebbe vedere invece ben tutelata.
Un ulteriore elemento di crescita potrebbe essere rappresentato da un massiccio impiego dei Fondi interprofessionali in abbinamento con l’attività degli Enti bilaterali, intesa come possibilità di sterilizzare l’aspetto di carattere ostacolante dell’esborso economico richiesto all’azienda che intenda attivare programmi formativi in tema di sicurezza. Con l’adesione ai Fondi interprofessionali, come sappiamo, l’azienda può infatti destinare parte dei contributi comunque già versati per alimentare un “conto formazione” del quale potrà in seguito usufruire per tutte le esigenze formative a favore dei propri dipendenti. Una sorta di “5 per mille” destinato alla propria formazione (nello specifico, si tratterebbe addirittura di un 3 per mille).
Questo potrebbe rappresentare una valida soluzione a quanto prospettavo nella mia risposta precedente riguardo le problematiche delle aziende. Con l’adesione ai Fondi interprofessionali il carattere di urgenza potrebbe essere riqualificato in corretta pianificazione e i costi della sicurezza “prepagati” a monte con tali strumenti. Questo determinerebbe inoltre il passaggio della percezione della formazione da costo ad opportunità, un innegabile vantaggio per la diffusione culturale del valore della sicurezza, passaggio fondamentale per una reale crescita del sistema impresa del nostro Paese, strutturato sull’artigianato e sulla micro-impresa, troppe volte lasciate in secondo piano dalle scelte di politica economica.