TARANTO – “Dieci domande per un centro ANFOS”. Questa volta abbiamo intervistato l’ing. Francesco Mingolla, titolare del centro convenzionato Polistudio Mia di Taranto.
Mingolla, laureato in Ingegneria per l’Ambiente e il territorio presso il Politecnico di Bari, ha conseguito negli anni titoli e abilitazioni in materia di sicurezza sul lavoro, materia alla quale dedica il cuore delle sue attività. Nello svolgimento della sua professione scopo primario è la diffusione della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro offrendo alle aziende un servizio di consulenza completo e professionale per sviluppare una cultura d’impresa che intenda la sicurezza nei luoghi di lavoro come un investimento per la crescita delle aziende e permetta quindi una migliore soddisfazione del personale addetto, e un miglioramento delle performance.
Ing. Mingolla, di cosa si occupa il suo centro di formazione?
Il nostro centro di formazione essenzialmente si occupa della formazione aziendale, dei lavoratori, di tutti gli addetti alla sicurezza in azienda e anche la formazione tradizionale dei vari addetti alla sicurezza quali tecnici formatori e loro aggiornamenti formativi generali.
Da quanto tempo opera in questo settore?
Polistudio Mia opera da anni nel settore della sicurezza e salute sui luoghi di lavoro; nel 2005 abbiamo avviato anche le attività di formazione.
Quali corsi sono attivati presso il vostro Centro?
Presso il nostro centro sono attivati tutti i corsi previsti per legge: dai corsi RSPP datore di lavoro al RSPP generale, moduli A,B e C, ai corsi per coordinatore per la sicurezza. Eroghiamo anche tutti quei corsi che necessitano specifici iter formativi, quali i corsi per carrellista mulettista e altri. Corsi per i quali riusciamo ad attivare anche gli aggiornamenti. Dall’uscita del Decreto 81-08 molti corsi sono infatti ora in scadenza. Eroghiamo anche corsi per RLS e loro aggiornamenti annuali.
La vostra società eroga anche altri servizi?
Oltre al discorso formativo nasciamo come consulenti e progettisti a livello aziendale e cantieristico. Siamo uno studio associato con medici del lavoro, avvocati, ingegneri e altri professionisti. Il nostro know how , il nostro valore aggiunto, è dato dall’esperienza a tutto campo che riusciamo a maturare nella realtà concreta e che quindi poi riportiamo con esempi pratici, casi reali, foto e documentazione anche nella formazione.
Quali sono a suo giudizio le più forti richieste di formazione da parte delle aziende?
Le aziende di base partono dalla richiesta di formazione necessaria per maturare i titoli che la legge richiede. Una volta che specialmente i datori di lavoro e le figure preposte acquisiscono le nozioni previste dalla normativa si avvicinano poi alla cultura della sicurezza e riescono a sviluppare una consapevolezza e una sensibilità maggiori e quindi cercano di approfondire con corsi specifici e aggiornamenti continui. L’interesse per la materia poi viene anche rafforzato dal tipo di formazione che eroghiamo che si basa fortemente su esempi pratici e situazioni reali.
Quali sono le problematiche che maggiormente affronta?
Una problematica ricorrente nell’erogazione della formazione riguarda la tempistica. Non è facile trovare i tempi giusti per la formazione e organizzare corsi che siano facilmente fruibili da tutti. A volte i corsi risultano troppo brevi, a volte troppo lunghi. Difficile quindi per l’azienda organizzare le classi e trovare gli orari più adeguati. A volte ci capita di dovere erogare corsi nei giorni festivi o di farlo per 8 ore di seguito per interrompere il meno possibile le attività produttive. Bisogna quindi fare molta attenzione affinché la formazione non vada a scapito della produzione e spesso questo implica una massima concentrazione dei corsi quando invece richiederebbero tempi più distesi. Un’altra problematica può riguardare i costi della formazione che per le piccole aziende lievitano e costituiscono un problema.
Ritiene che i datori di lavoro siano sensibili ai temi della sicurezza o abbiano ancora necessità di una formazione adeguata?
Alcuni datori di lavoro nascono già sensibili ai temi della sicurezza perché già responsabilizzati, magari da esperienze negative già fatte sul luogo di lavoro, altri sono ancora molto distanti dal percepire il valore della sicurezza e la vedono solo come un obbligo di legge che serve allo stato per fare cassa e per punire. Però nei nostri corsi ho avuto il riscontro che se un datore di lavoro insensibile alla tematica partecipa a un corso ben fatto si affascina alla materia e si fa coinvolgere. Spesso è una poca informazione che determina la mancanza di interesse e coinvolgimento: molti datori di lavoro ancora non conoscono le responsabilità ma anche l’importanza e la convenienza per l’azienda di gestire correttamente la sicurezza e fare la formazione che necessita. Solo così i datori di lavoro possono capire che la formazione alla sicurezza è un asso nella manica che si può tradurre in un forte risparmio per l’azienda in termine di soldi, di ore lavorate, di sanzioni evitate.
Perché ha deciso di iscriversi ad ANFOS?
Perché abbiamo trovato in ANFOS una struttura adeguata a supportare le richieste delle aziende e la nostra necessità di diventare centro di formazione.
Quali strumenti formativi ritiene siano più efficaci?
Sicuramente le lezioni frontali dedicate con molto coinvolgimento partecipazione dei discenti in attività pratiche con l’esposizione di casi reali, attività di problem solving, analisi di casi studio e di documentazione. A volte è utile ideare dei role play, dei giochi di ruolo, per attivare la partecipazione dei lavoratori. Utile l’utilizzo di supporti multimediali per proiettare filmati e documentazione fotografiche . In più è utile poter aver in mano la strumentazione o i DPI necessari da mostrare e toccare. Inoltre la nostra società ha accordi in convenzione con società di noleggio di mezzi e macchinari in modo tale da fare prove pratiche ed esercitazioni utilizzando i macchinari e mezzi stessi
Cosa pensa della normativa riguardo la formazione per la sicurezza in Italia (Testo Unico 81 del 2008 e decreto legislativo 106/2009)?
Rispetto alla formazione sarebbe forse meglio se il T.U. prevedesse obblighi formativi più differenziati, ad esempio in relazione alla dimensioni delle aziende. Auspicabile inoltre, come si era detto, che quanto stabilito per la formazione alla sicurezza entri a far parte dei programmi scolastici nelle scuole dell’obbligo e soprattutto negli istituti tecnici professionali. L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro in cui il valore della sicurezza dovrebbe essere insegnato a scuola. Non si può inculcare la sicurezza che è un concetto culturale se nelle scuole non lo abbiamo applicato. Per quanto riguarda i contenuti della formazione va poi rilevato che ci sono alcune sovrapposizioni che si potrebbero evitare. Chi deve svolgere il corso di RSPP e il corso di coordinatore per la sicurezza perché vuole intraprendere la professione di tecnico della sicurezza, si trova a ripetere alcuni moduli identici. Repetita iuvant, come dicono i latini, ma forse è meglio arricchire il percorso con ore di formazione dedicate a settori più specifici. Qualcosa da riorganizzare potrebbe riguardare infine gli esoneri per i professionisti e la struttura degli aggiornamenti.