ROMA – “Dieci domande per un centro ANFOS”. Questa volta abbiamo intervistato l’ing. Roberto Pomini responsabile del centro di formazione Vericert S.r.l. di Ravenna, società costituita da tecnici e ingegneri professionisti esperti nei settori della certificazione, della progettazione, delle verifiche tecniche e dei sistemi di qualità. Scopo della società è fornire ai clienti servizi di formazione, certificazione, verifica e supporto tecnico in modo rigoroso, rapido e competente.
Di cosa si occupa il suo centro di formazione?
Il centro di formazione Vericert si occupa sia di formazione obbligatoria, come recentemente ridefinita dall’accordo Stato – Regioni, sia di formazione specifica per l’utilizzo di attrezzature di lavoro.
Da quanto tempo opera in questo settore?
Vericert S.r.l. opera nella formazione da alcuni anni ma nell’ultimo anno ha rafforzato il suo impegno in questo settore grazie alla collaborazione con ANFOS. Questo rapporto di collaborazione ha permesso a Vericert di completare la propria proposta alla clientela in quanto ente esperto, e di configurare una reale offerta operativa di implemento delle conoscenze aziendali, senza però perdere di vista la propria mission originaria, che è quella di organismo di certificazione di prodotto, verifiche ispettive e prove.
Quali corsi sono attivati presso il vostro Centro?
Sono attivati circa una decina di corsi (RSPP, RLS, operatore antincendio con rischio medio, operatore di cantiere industriale con lavori in quota, operatore di Piattaforme di lavoro elevabili, operatore di gru per autocarro, operatore di carroponte, operatore di carrello elevatore, operatore di gru a torre, operatore di macchina operatrice), e per mole di richieste la fanno da padrone i corsi legati alle attività di sollevamento materiali e persone.
La vostra società eroga anche altri servizi?
Vericert come detto è organismo notificato di terza parte di tipo A per certificazione e ispezione su prodotti. Accanto a quest’attività cogente a volte da parte della committenza c’è la richiesta volontaria di servizi aggiuntivi, che possono essere richieste di rassicurazioni normative e tecniche, ma spesso sono anche richieste di supporto esperto per la formazione del personale addetto a certe attrezzature pericolose e a certe mansioni di rilevanza.
Quali sono a suo giudizio le più forti richieste di formazione da parte delle aziende?
Sono anzitutto quelle cogenti (RSPP, RLS, Antincendio) ma ultimamente soprattutto quelle legate all’utilizzo di macchinari e mezzi tecnici che hanno rischi residui elevati e che non possono essere affidati a personale impreparato, che non abbia assimilato quanto indicato nei manuali d’uso ma soprattutto che non abbia familiarizzato con le stesse. Non va dimenticato che in questo senso il Testo Unico della sicurezza carica di responsabilità il datore di lavoro ma anche preposti e lavoratori e inoltre la Direttiva macchine 2006/42/CE e la norma tecnica EN 12100: 2010 impongono l’obbligo del manuale d’ uso e la presa in carico di responsabilità da parte dell’utilizzatore in merito ai rischi residui segnalati, per cui chi opera con una macchina deve predisporre adeguate misure tecniche ed organizzative onde minimizzare i rischi segnalati; anche le macchine non CE implicano un percorso di riqualificazione e di formazione all’ uso corretto (Vedasi Allegato V e VI del D. Lgs. 81/08).
Quali sono le problematiche che maggiormente affronta?
Il mercato, soprattutto quello italiano, è arrivato con ritardo alla conoscenza, ma soprattutto alla reale applicazione, delle normative relative alla sicurezza, capendo con ritardo che un prodotto sicuro non necessariamente implica un maggior costo o una minor vendibilità, che un operatore esperto non è solo un costo ma è una risorsa, quindi ancora oggi l’ esigenza è quella di conoscere quali obblighi e responsabilità siano in capo alle figure che gestiscono il processo produttivo e l’ ambiente di lavoro; molte aziende non hanno struttura per conoscere il panorama normativo e per predisporre la formazione, in questo senso riteniamo sia ben visto chi operi con serietà per uno scambio di informazioni relativamente ad un mondo più sicuro.
Ritiene che i datori di lavoro siano sensibili ai temi della sicurezza o abbiano ancora necessità di una formazione adeguata?
I datori di lavoro sono le figure più cariche di responsabilità del panorama produttivo e operativo, per quanto anche le altre figure operative siano state responsabilizzate. Sono soprattutto loro ad avere la mission del sostenere la loro azienda sul mercato, di far restare i prodotti competitivi, di produrre in qualità, di rispettare gli impegni, di sopravvivere economicamente, di avere idee innovative, di mantenere la voglia del rischio. In questo senso un aiuto per la sicurezza e per la formazione è la richiesta primaria che avanzano, almeno dall’idea che ci siamo fatti noi, ma soprattutto devono potersi fidare, e ciò avviene se l’intervento di supporto sia qualificato.
Perché ha deciso di iscriversi ad ANFOS?
Perché ANFOS si è dimostrata fin dai primi contatti una struttura dall’approccio rapido e pragmatico, col tasso giusto di burocratizzazione della propria presenza, capace di riconoscere le professionalità degli interlocutori e con predisposizione all’accoglienza di proposte di corsi anche innovativi.
Quali strumenti formativi ritiene siano più efficaci?
È indubbiamente predisporre una buona base teorica del corso e secondariamente una buona casistica di esempi, soprattutto in relazione agli usi scorretti e agli incidenti che hanno generato. È necessario fare capire che la formazione per la sicurezza non è solo una chiacchiera, che comportamenti non conformi sono problemi reali che generano situazioni pesanti, che la mancata concentrazione sull’uso dell’attrezzatura non è solo un fatto individuale ma nella misura in cui coinvolge altri diventa un fatto sociale. È importante poi una buona capacità del formatore di ascoltare l’uditorio.
Cosa pensa della normativa riguardo alla formazione per la sicurezza in Italia (Testo Unico 81 del 2008 e decreto legislativo 106/2009)?
La normativa sulla formazione in Italia è adeguata, ma è ancora in elaborazione, il sentore è che si vada verso una complicazione notevole, soprattutto per un eccessivo monte ore delle prove pratiche, quando la realtà dei fatti è che gli operatori come capacità di manovra delle macchine sono spesso più esperti dei formatori, le carenze invece si registrano soprattutto sulla parte teorica, sui comportamenti vietati, sulle motivazioni che portano a vietare gli stessi comportamenti, … quindi la speranza è che non crescano a dismisura i costi sulle spalle dei datori di lavoro per l’espletamento di corsi gonfiati da incombenze non necessarie perché già patrimonio dell’utilizzatore.