URBINO – Si presenta con una veste grafica rinnovata il sito di “Olympus – Osservatorio per il monitoraggio permanente della legislazione e giurisprudenza sulla sicurezza del lavoro”, costituito presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”.
Il cambiamento di aspetto grafico rende ancora più leggibile e facilmente accessibile la preziosa mole di dati che il sito contiene: indispensabili banche dati e un repertorio di saggi e approfondimenti sugli aspetti giuridici della sicurezza sul lavoro, rese disponibili a titolo gratuito per chiunque abbia necessità di consultarle.
L’Osservatorio “Olympus” rappresenta un servizio utile per chiunque operi nel mondo della sicurezza del lavoro cui fornisce spunto di approfondimento aggiornamento continuo. In occasione di questo ulteriore miglioramento del servizio abbiamo posto alcune domande al Prof. Paolo Pascucci che presiede la Commissione tecnico-scientifica dell’osservatorio.
Paolo Pascucci è Professore ordinario di Diritto del lavoro nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Urbino “Carlo Bo”. È autore di numerose pubblicazioni in materia di “Diritto sindacale e del lavoro” e ha recentemente dato alle stampe un volume dal titolo “3 agosto 2007-3 agosto 2009. Due anni di attività legislativa per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Il Titolo I del d.lgs. n. 81/2008 modificato dal d.lgs. n. 106/2009. Quaderni di Olympus – 3, Fano, Aras edizioni, 2011, pp. 7-387″. Insieme a L. Zoppoli e G. Natullo, ha inoltre curato il commentario al D.lgs. n. 81/2008 dal titolo “Le nuove regole per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Milano, Ipsoa, 2010, pp. VII-LX, 1-977”.
Il professore ha cortesemente risposto alle nostre domande presentando quale visione è alla base dell’Osservatorio Olympus, quali siano i partner di questo progetto, quali le attività e le funzioni che l’organismo svolge, anticipando per Quotidiano Sicurezza i prossimi sviluppi del progetto. L’occasione ci ha inoltre dato modo di porre al professore, osservatore privilegiato sull’attuale assetto normativo italiano, quale sia la sua opinione in merito.
Professor Pascucci, può raccontarci da dove trae origine l’ “Osservatorio Olympus”, come nasce?
L’ “Osservatorio Olympus” è frutto di un’iniziativa alla quale partecipa l’Università di Urbino “Carlo Bo”, che ne è il promotore principale, in collaborazione con la Regione Marche e la Direzione Regionale Marche dell’INAIL. L’iniziativa è nata da un’idea dei giuristi – lavoristi e penalisti – della Facoltà di Giurisprudenza dell’Ateneo urbinate, che qualche anno fa, hanno pensato di valorizzare l’esperienza in materia di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori maturata in specifici corsi di laurea attivati in Facoltà, mettendo al servizio sia del territorio su cui opera l’Università di Urbino sia di un bacino più ampio le proprie conoscenze e competenze giuridiche in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
In particolare, si è tenuto conto del fatto che, in passato, l’ottica con cui i giuristi guardavano al tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro riguardava prevalentemente gli aspetti processuali, sanzionatori e risarcitori: come dire che il diritto sopraggiungeva soprattutto “a cose fatte”. Pur non trascurando questi profili, tutt’altro che secondari, l’osservtatorio si è proposto di dare maggiore spazio al diritto e alla riflessione giuridica collegandolo maggiormente al concetto della prevenzione e della sua organizzazione. Di qui la diffusione e la “messa in rete” di informazioni e notizie, di fonti normative e regolamentari, di pronunce giurisprudenziali e accordi sindacali al fine di favorire la crescita di una vera e propria cultura giuridica della prevenzione.
L’esigenza è stata quindi quella di valorizzare le attività formative intraprese in Facoltà e allo stesso tempo far sì che il riscontro di queste attività potesse uscire dai confini dell’Università, andando anche al di là dei suoi naturali destinatari, gli studenti, per estenderlo a chiunque operasse nel settore della salute e sicurezza.
Chi sono i promotori dell’iniziativa e in quale modo si attua la loro collaborazione?
L’idea di far nascere l’ “Osservatorio Olympus”, ha immediatamente riscosso il favore delle istituzioni per cui, nel 2006, è stata stipulata una convenzione tra l’Università di Urbino, la Regione Marche e la Direzione Regionale Marche dell’INAIL. Grazie a tale convenzione, i partner istituzionali intervengono ogni anno per sostenere le attività svolte dai docenti e ricercatori della Facoltà giuridica urbinate.
Quali sono le attività dell’osservatorio.
La principale è l’attivazione e la gestione del suo sito web. Si tratta di un’ormai sperimentata attività di raccolta, archiviazione e sistemazione di banche dati riguardanti fonti legislative e regolamentari italiane, internazionali e comunitarie, sentenze giurisprudenziali europee e italiane (di legittimità e di merito, distinte in penali, civili e amministrative), nonché clausole della contrattazione collettiva del settore privato e pubblico relative alla salute e sicurezza dei lavoratori. Tutto questo materiale normativo è arricchito quotidianamente dai nostri collaboratori che provvedono all’inserimento dei dati e alla loro organizzazione. I dati inseriti si avvalgono della tecnica dell’ipertestualità che permette di collegare in tempo reale un documento all’altro: ad esempio, se in una sentenza della Cassazione penale si cita un certo decreto legislativo, il riferimento di tale decreto appare in colore blu cosicché il lettore, cliccandoci sopra, accederà immediatamente al testo della normativa richiamata. Ciò consente una facilissima e rapida consultazione delle fonti ed un approfondimento in tempo reale di ciò che si sta leggendo.
Inoltre, la ricerca è agevolata sia dal motore di ricerca del sito, sia da appositi indici tematici, anch’essi periodicamente aggiornati. Oltre alle banche dati, ormai molto ampie e comunque in costante aggiornamento (a tutt’oggi si contano più di 5.100 documenti), il sito ospita approfondimenti tematici, che vanno da brevi articoli e opinioni a veri e propri saggi dottrinali. Recentemente è stata avviata un’attività di redazione di brevi note ed osservazioni a sentenze selezionate, finalizzate a fornire al lettore un sintetico quadro dello stato dell’arte del tema oggetto della sentenza commentata.
Sempre nella sezione degli approfondimenti, sono inseriti gli atti completi di alcuni convegni scientifici organizzati in questi anni da “Olympus” stesso, in particolare sul D.lgs. n. 81/2008. Da non trascurare sono poi le rassegne bibliografiche, nelle quali si dà conto delle pubblicazioni in materia. Altrettanto interessanti si sono rivelate le newsletter ed i focus su aspetti particolari della normativa, come ad esempio quello su tutto l’iter del D.lgs. n. 81/2008.
A ben guardare, al di là dell’importanza della ricognizione e sistemazione delle fonti, l’attività di approfondimento ed interpretazione costituisce il vero e proprio cuore dell’Osservatorio. Per questo, sta per essere inaugurata un’ulteriore e più ambiziosa iniziativa che si chiamerà “I Working Papers di Olympus”. Si tratta di una vera e propria pubblicazione elettronica, sempre collocata all’interno del sito che raccoglierà progressivamente saggi scientifici in formato PDF sugli aspetti giuridici della salute e sicurezza dei lavoratori. La pubblicazione di tali saggi scientifici varrà a tutti gli effetti di legge come avviene per le pubblicazioni su volumi o riviste scientifiche cartacee. “I Working Papers di Olympus” sono infatti un periodico elettronico registrato presso il Tribunale per il quale sono stati rispettati tutti gli adempimenti di legge.
Per altro verso, trattandosi di scritti scientifici si avvarranno non solo di un Comitato di Direzione e di un Comitato di Redazione, ma anche di un ampio Comitato Scientifico del quale fanno parte molti dei maggiori esperti della materia italiani e stranieri, ai quali spetterà anche il compito di valutare la pubblicabilità dei saggi proposti. La presenza nel Comitato Scientifico di studiosi stranieri è finalizzata ad ampliare il dibattito oltre i confini italiani: “I Working Papers di Olympus” intendono infatti ospitare anche saggi stranieri, che saranno pubblicati in lingua originale.
Va inoltre rilevato che, stante l’interdisciplinarietà della materia, all’interno de “I Working Papers di Olympus”, accanto ai saggi giuridici, potranno trovare spazio anche scritti di altre discipline – come, ad esempio, la medicina o la psicologia del lavoro, la sociologia, l’economia o l’ingegneria – purché correlati ad aspetti considerati nel diritto della salute e sicurezza dei lavoratori.
Ancora, le attività di “Olympus” non si esauriscono qui. Infatti, in questi anni l’osservatorio ha organizzato convegni di studio e seminari di rilievo nazionale con una specifica attenzione nei confronti del D.lgs. n. 81/2008: con i suoi incontri di studio, succedutisi dal 2007 ad oggi, “Olympus” ha seguito tutto l’iter del decreto, a partire dal disegno di legge governativo da cui è nata la legge delega n. 123/2007 fino a tracciare nel maggio del 2010 un primo bilancio dell’applicazione della nuova disciplina a due anni dalla sua emanazione anche alla luce delle correzioni apportate dal F.lgs. n. 106/2009.
Per la verità, il rapporto di “Olympus” con il D.lgs. n. 81/2008 è quanto mai ricco ed articolato. Infatti, da un lato, va ricordato che, grazie ad una ricerca commissionata dall’ISPESL, i rappresentanti dell’osservatorio hanno fornito supporto tecnico al Ministero della salute ai fini dell’elaborazione del Titolo I del decreto; dall’altro lato, va segnalata la collaborazione prestata da “Olympus”, fin dal momento dell’emanazione del D.lgs. n. 81/2008, al Coordinamento tecnico interregionale PISSL delle Regioni italiane in relazione all’interpretazione giuridica della nuova normativa.
L’attività dell’Osservatorio è quindi alquanto articolata e intende svilupparsi ancora.
Un altro importante obiettivo di “Olympus”, che ha già realizzato alcune esperienze in merito, è quello di realizzare una specifica attività formativa, squisitamente giuridica, destinata a coloro – a partire dai funzionari delle ASL – che, quali ufficiali di polizia giudiziaria, svolgono attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Qual è l’obiettivo e la principale funzione che l’osservatorio assolve?
L’Osservatorio è stato fin dall’origine concepito come un servizio pubblico assolutamente gratuito e liberamente accessibile a tutti. In tal senso è stato apprezzato e sostenuto dai nostri partner: la Regione Marche e l’INAIL Marche. E in tal senso è ora conosciuto e, credo, valutato positivamente da un numero sempre crescente di visitatori: a tutt’oggi si stimano più di 3 milioni e duecentomila accessi, con una media giornaliera di oltre 1.750. In un’epoca in cui tutto è monetizzato e ha un costo, noi riteniamo che un’università pubblica possa e debba dare il suo contributo, in materia di sostegno alla cultura della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, attraverso un vero e proprio servizio d’informazione e formazione pubblica e liberamente accessibile. Diversamente da altri importanti ed apprezzabili siti che si occupano di questa materia, il nostro è liberamente accessibile a tutti senza limiti di sorta: chiunque, in qualsiasi momento – sia esso lo studente, lo studioso, l’operatore professionale, il giudice, l’avvocato, il sindacalista o chicchessia – può liberamente accedere e consultare qualsiasi parte del nostro sito, appunto concepito come un contributo pubblico allo sviluppo della cultura della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Forte di un punto di vista così documentato e approfondito, come valuta l’attuale stato dell’arte della normativa in materia di salute e sicurezza in Italia?
Come ho già avuto modo di rilevare nei vari incontri e convegni a cui ho partecipato, ritengo che la normativa italiana in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro sia particolarmente avanzata. Recentemente ho partecipato all’Università di Cassino a un seminario comparato, dove abbiamo discusso delle normative vigenti nei principali paesi europei (Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Olanda, Belgio, Austria e Italia), e posso senz’altro affermare che la nostra disciplina non solo non ha nulla da invidiare alle altre, ma presenta tratti di forte originalità ed innovazione.
Il vero problema è che il D.lgs. n. 81/2008 è una normativa recente e complessa che, per certi aspetti, è ancora una sorta di semilavorato. Siamo infatti in attesa di una serie di fonti di attuazione (decreti ministeriali, accordi da raggiungere in Conferenza Stato-Regioni, contratti collettivi). Si tratta quindi di tutta una serie di atti normativi di diversa natura e di diverso rango che sono assolutamente necessari per completare l’immenso quadro regolativo creato con l’emanazione del D.lgs. n. 81/2008.
Senza alcuna retorica, mi pare di poter dire che il decreto del 2008 ha una potenzialità straordinaria. Basti, ad esempio, il riferimento a una delle sue più significative e anche discusse innovazioni, vale a dire l’introduzione dei modelli di organizzazione di gestione della sicurezza, la cui adozione e efficace attuazione, al di là dei profili di responsabilità individuale, può esonerare l’impresa, ove questa sia una persona giuridica, dalla pesante responsabilità amministrativa delle persone giuridiche di cui al D.lgs. n. 231/2001 nel caso in cui si sia verificato un infortunio che abbia dato luogo a reati come le lesioni colpose o l’omicidio colposo. Il che è come dire che la prevenzione in azienda passa attraverso un sistema organizzativo. Questa è senza dubbio una delle innovazioni più importanti del recente decreto che soltanto ora s’inizia a cogliere, ma che nei prossimi anni rappresenterà uno dei punti nodali di tutta la disciplina. Cito questa, ma potrei citare tante altre novità, come quella connessa alla tendenziale estensione della tutela a tutti i lavoratori subordinati e autonomi, oppure quelle in materia di formazione (ora concepita come un diritto-dovere che riguarda anche dirigenti e preposti) o in tema di valutazione dei rischi che non solo concerne “tutti” i rischi, ma impone anche di identificare “chi fa che cosa”, così sottolineando il rilievo dell’organizzazione del sistema di prevenzione.
La nuova normativa ha dunque enormi potenzialità, ma esige di essere completata ed attuata al più presto e nel migliore dei modi. Ci sono alcuni istituti, per esempio, che sono strategici per l’implementazione di tutto questo e che attendono il decollo. Mi riferisco al “Servizio informativo nazionale della prevenzione SINP”, oppure alla “Commissione degli interpelli” preposta a fornire risposte su quesiti relativi all’interpretazione delle norme. Sono due istituti di grande importanza per diffondere la cultura non solo giuridica della sicurezza.
Per far sì che la nuova normativa possa entrare a pieno regime è necessario da parte di tutti –Governo, Regioni (che hanno competenza concorrente in materia) e Parti sociali – il massimo impegno in questa direzione. Tutti – compresa ovviamente anche la giurisprudenza, la quale da poco ha iniziato ad applicare la nuova disciplina – debbono fare la propria parte affinché il disegno regolativo contenuto nel D.lgs. n. 81/2008 possa arrivare a pieno compimento ed il messaggio della prevenzione – una prevenzione finalmente “primaria”, cioè capace di incidere a fondo sull’organizzazione del lavoro – giunga a penetrare nella coscienza civile e, soprattutto, nella coscienza delle imprese e dei lavoratori. Naturalmente, per quanto nelle sue possibilità, anche l’Osservatorio “Olympus” farà la sua parte.