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Politica della sicurezza sul lavoro in Bicocca, Bellantoni e il bilancio di un anno

MILANO – SGSSL in Bicocca e l’attuale relativo programma di formazione. In una news data 10 maggio 2011 avevamo dato notizia di una serie di seminari interni con i quali l’Università degli studi di Milano – Bicocca aveva dato il via a un processo di formazione dei propri dipendenti riguardate la salute e la sicurezza sul luogo di lavoro. Un ciclo di incontri ancora in auge, previsti in un arco di tempo che dallo stesso maggio 2011 arriverà fino al prossimo settembre. (La politica per la sicurezza sul lavoro della Bicocca Milano).

I seminari in questione erano e sono parte integrante di un complessivo programma lanciato un anno fa volto alla gestione della qualità e della sicurezza interna, programma approvato nel giugno del 2010 da Decreto rettorale a titolo: “Politica della Sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro dell’Università Milano-Bicocca”, imperniato su un fattore chiave: l’adozione di un sistema di gestione SGSSL OHSAS 18001-2007.

Una nuova politica per la sicurezza sul lavoro quindi, indetta con l’obiettivo di “coordinare la sicurezza sul lavoro come una competenza socialmente costruita, con la partecipazione di tutte le componenti aziendali”. A un anno di distanza dall’apertura del progetto, e in una fase in cui i seminari succitati sono in fase esecutiva, abbiamo raccolto impressioni, valutazioni, bilanci del Direttore Amministrativo dell’Ateneo, il Dott. Candeloro Bellantoni, responsabile in collaborazione con il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione, dell’Alta Direzione del SGSSL.

Dott. Bellantoni, un anno fa, esattamente il 26 maggio del 2010 è stato emanato dall’ateneo un Decreto Rettorale per una nuova “Politica della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro dell’Università”. Una nuova politica finalizzata a una ristrutturazione interna seguendo i dettami della normativa nazionale ed europea riguardante la sicurezza sul lavoro, alla sorveglianza sanitaria, alla formazione dei dipendenti. Quali i riscontri ora, in un momento che potremmo indicare come la ricorrenza o il giro di boa dell’emanazione di quel provvedimento.

L’attuazione della politica per la Sicurezza e Salute del lavoro è ad uno stadio avanzato: la complessità della sua realizzazione prevede una serie di fasi preparatorie molto importanti, che comprendono la predisposizione di procedure specifiche per tutte le nostre attività quotidiane e la formazione di tutti coloro che vivono e lavorano in Ateneo, proprio perché il sistema richiede un forte coinvolgimento e la partecipazione di tutti. I riscontri che abbiamo ora sono principalmente quelli dovuti proprio ad una maggiore consapevolezza del problema sicurezza e che si manifestano in coloro che lavorano e studiano in Bicocca con l’aumento delle richieste di informazioni, con una maggiore richiesta di consulenze interne per l’applicazione delle buone prassi lavorative e di gestione delle attività soprattutto da parte dei docenti e di coloro che hanno responsabilità di gestione nelle attività.

Nella stesura di procedure di lavoro poi abbiamo cercato di inserire elementi di pianificazione e controllo su aspetti di prevenzione dei rischi ed anche, conseguentemente, di riduzione dei costi delle attività: un esempio potrebbe essere che con il Sistema derivante dalla Politica di Gestione della Sicurezza abbiamo progettato di centralizzare alcuni acquisti di materiali e beni che influiscono direttamente sul livello di sicurezza, ad esempio, nel laboratori di ricerca dell’Ateneo.

Diciamo che gli effetti,ad oggi in fase ancora precoce, sono molto interessanti  in prospettiva dal punto di vista della pianificazione.

Chiave di volta del provvedimento normativo è stata l’istituzione e applicazione del sistema gestione e sicurezza e salute, chiamato in acronimo SGSSSl indicato dalla norma OSHAS 18001 e relative linee guida 18002 pubblicate nel 2008. Sappiamo cosa sia un sistema di gestione, quanto preveda, cosa intenda. Ma cosa è cambiato nella gestione totale della routine universitaria. Quanto le abitudini interne si sono adeguate e modificate per appaiarsi a quanto previsto dalla certificazione OSHAS, che esige ovviamente dei riscontri e un’adozione seria e totale.

Come dicevo prima il cambiamento è al suo nascere: cambiare le abitudini è un target molto ambizioso ma che la politica vuole perseguire assolutamente, perché questo permette una serie di benefici all’organizzazione in senso generale e alla qualità di vita e di lavoro in senso stretto e questo cambiamento di abitudini, che ora è segnalato da una maggiore attenzione a questi problemi e da un aumento di richieste di interventi agli uffici che si occupano di prevenzione, sarà sicuramente un percorso lungo ma con un esito concreto visibile e positivo .

Quanto ai riscontri, la prassi di un Sistema come l’OHSAS si basa di fatto sulla necessità di riscontri continui e quindi le verifiche, che già ora esistono e vengono pianificate, saranno oggetto quotidiano di discussione attraverso le analisi degli “auditor” interni, personale presente e già formato ad oggi per verificare l’applicazione del Sistema di Gestione della Sicurezza attraverso incontri e verifiche specifiche, e già la sua applicazione è stato oggetto di discussione e verifiche ad esempio durante la Riunione Periodica Obbligatoria ai sensi di legge tra le figure previste dal sistema della Prevenzione. Riunione che si è svolta lo scorso mese, dove si è discusso ampiamente del Sistema e di come condurlo a pieno compimento.

Le revisione periodiche sono una delle “materie prime” del Sistema che applica la Politica, oltre a quelle di auditor e Riunione Periodica vi saranno Revisioni anche della Direzione di Ateneo, che avverranno sicuramente in fase di certificazione del Sistema OHSAS, per mantenere monitorato il tutto, ma che soprattutto avverranno periodicamente da parte della Direzione e ancora dal sottoscrito in qualità di Responsabile del Sistema per la direzione. In quelle verifiche e analisi sarà sviscerata l’efficacia piena del Sistema e la sua concretezza, perché sulla concretezza delle attività vogliamo agire e intervenire.

Il pretesto per citare dopo un anno di distanza l’emanazione di tale provvedimento interno è nato dall’essere venuti a conoscenza dell’inaugurazione da parte dell’ateneo di un ciclo di seminari che attraverseranno l’intera estate 2011 a partire dal mese di maggio. Seminari  durante i quali dirigenti, preposti e addetti alla sicurezza dell’ateneo verranno ancora informati e istruiti su quanto il rettorato, l’amministrazione stanno portando avanti. Domanda apparentemente ovvia ma tutt’altro. Quanto ritiene efficace la formazione per la sicurezza sul lavoro.

La formazione in materia di sicurezza del lavoro è importantissima, certo. Ritengo che sia uno degli strumenti a nostra disposizione per mantenere alto il livello di attenzione su un valore così importante sia per la società in senso generale sia per l’Università in senso specifico: in fondo l’Università è il luogo dove crescono le future classi dirigenti e la sicurezza, con i suoi contenuti principali che sono di carattere etico e di carattere tecnico-organizzativo e soprattutto manageriale, è un elemento da considerare fortemente e da considerare per la parte studentesca come fondante della preparazione delle persone al mondo del lavoro.

Ancora, il sistema di gestione che sta portando avanti annovera al punto b “la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali”. Che idea si è fatta dello stress lavoro correlato, della criticità nascente, attuale, riguardate la salute e il benessere dei lavoratori. Quale la percentuale di rischio stress lavoro correlato che ritiene interessi i docenti. E del tecnostress, stress da schermo.

L’attività che ci ha permesso di verificare questi aspetti di rischio è la Valutazione dei Rischi. Quanto al rischio stress lavoro correlato abbiamo fatto alcune indagini, anche in organizzazioni, come quelle a contatto diretto col pubblico, che potrebbero soffrire di questi problemi.

In realtà gli esiti indicano alcuni aspetti delle organizzazioni lavorative che possono essere migliorati perché rilevati come critici da parte dei lavoratori e delle lavoratrici, ad esempio la piena condivisione degli obiettivi di staff o altro, ma non è risultato esistere un grave problema di stress lavoro correlato e questo ci conforta.

Quanto al rischio da videoterminale essendo noi una organizzazione che utilizza in modo massiccio le nuove tecnologie sicuramente è presente in forma di rischio medio-elevato, ma sono in atto già da tempo interventi preventivi efficaci, compresa anche una certa attenzione della progettazione degli uffici e delle postazioni a computer, e che tengono monitorati questi aspetti di rischio per la salute del personale.

Per quanto riguarda le figure dei docenti, essi sono tra quelli esposti a rischio da videoterminale. Direi che occorre aggiungere a questo l’incremento notevole di un probabile rischio da stress lavoro correlato per il problema della “cosiddetta precarietà” del ruolo contrattuale di alcune figure di supporto alla ricerca, problema rilevato in molte altre realtà.

Occorre poi aggiungere che è certo un aumento dei possibili effetti del cosiddetto “multitasking”: l’utilizzo continuo e promiscuo di mezzi tecnologici, quali il pc, il telefono e altro in contemporanea. Si presuppone sia già, o sarà sicuramente, un problema nuovo per la salute di tutte le tipologie di lavoratori e lavoratrici in ambito di professioni intellettuali.

Infine, quali altri provvedimenti in programma per promuovere ulteriori miglioramenti, il definitivo sdoganamento di buone prassi, buone e costanti pratiche per la sicurezza sul lavoro.

I miglioramenti continui sono di certo il nostro obiettivo. Attualmente stiamo discutendo, proprio in seguito alla politica e al sistema OHSAS, una serie di interventi preventivi: la pianificazione degli acquisti, di cui abbiamo parlato prima, l’avvio di procedure specifiche di progettazione di laboratori complessi e pericolosi, la formazione continua. Il percorso sarà lungo, comunque siamo convinti di farlo fino in fondo.

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