TORINO – Da domani al 19 novembre il Centro congressi Lingotto di Torino ospiterà il 74° Congresso nazionale SIMLII, Società italiana medicina del lavoro e igiene industriale. Un’edizione che invoca richiama e ricorda il 150° dell’Unità d’Italia e che da tale istituzionale e costituzionale presupposto, parte per affrontare aspetti e criticità inerenti la salute, la sicurezza, la medicina del lavoro. Con particolare riguardo conferito oltre alle criticità nel settore metallurgico, alle criticità emergenti, come quelle che interessano i lavoratori migranti, il corretto recepimento in Italia della normativa REACH – CLP, le nuove malattie professionali, il rumore, i rischi cancerogeni e la risposta dell’oncologia. Quest’ultima storicamente motivo di ricerca e studio della SIMLII. (Medicina del lavoro e igiene industriale, 74° congresso SIMLII).
Voci di un lungo elenco che potrebbero essere utilizzate per capire in una lettura veloce quanti quesiti nasconde il lavoro, pericoli per la salute a breve e a lungo termine. Capaci di manifestare le proprie conseguenze negli anni e col passare dell’impiego.
Il professore Enrico Pira, Direttore del dipartimento di Traumatologia ortopedia e medicina del lavoro di Torino e Ordinario di Medicina del lavoro presso la Facoltà di medicina e chirurgia di Torino è componente del Comitato organizzatore locale, collegio che è a capo della gestione e della convocazione dell’evento.
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“Il congresso svilupperà le proprie giornate seguendo tematiche circoscritte che possono essere suddivise in due ambiti, due impostazioni differenti e parallele. Da un lato torneremo come d’abitudine su temi che riguardano lo studio di un settore lavorativo, di un settore industriale, che verrà seguito assecondando un’impostazione congressuale storica, da classico congresso di Medicina del lavoro. E in tale contesto affronteremo e studieremo l’industria e il settore metalmeccanico. Dall’altro lato invece apriremo contestualmente i dibattiti a temi non prettamente industriali o specifici di un settore, andando a osservare aspetti che riguardino sia il metalmeccanico che il resto degli ambienti lavorativi. Possiamo riferirci ad esempio al rischio chimico, e in questo particolare caso, al problema del corretto recepimento negli ambienti preposti e deputati alla sorveglianza su tale rischio delle indicazioni provenienti dalla normativa europea di recente introdotto in Italia”.
Si riferisce a REACH e CLP (REACH e CLP, circolare prime indicazioni Ministero del lavoro)?
Si, aspetti importanti, che riguardano il rischio e quindi il lavoro del Medico competente. Avvertiamo delle richieste in merito a tali recenti sistemi, richieste di aggiornamento e aiuto nella comprensione per la corretta applicazione delle nuove regole. È una metodologia complessa, europea e introdotta in Italia, per il corretto utilizzo della quale i medici devono essere pienamente consapevoli. Possono nascere questioni ad esempio in merito alla classificazione delle sostanze, e ovviamente in merito alla valutazione dei valori limite riferiti agli agenti chimici, indispensabili per una corretta sorveglianza sanitaria. Ecco nel congresso cercheremo di addentrarci in questi e altri affini quesiti e dare quindi utili risposte.
Un altro dei punti focali riguarda le malattie professionali, che dagli ultimi dati ufficiali sugli infortuni sul lavoro sono date in crescita. Con una crescita di denunce registrate dall’INAIL pari al 22% nel 2010.
Le malattie professionali salgono in percentuale e numero perché cresce contemporaneamente il numero di nuove malattie professionali dichiarate. Il discorso su questo fenomeno è fondamentale per la salute sul lavoro e va analizzato tenendo conto della crescita della consapevolezza complessiva rispetto ad esso. Pensiamo alle patologie muscolo scheletriche (Il 60% delle denunce nelle malattie professionali nel 2010 ndr) causate da sovraccarico biomeccanico. Il numero di tali casi è cresciuto perché più persone hanno capito di dover e poter associare i propri dolori e sintomi al lavoro. Sintomi fino a qualche anno fa dati per ovvi accidentali e abituali. Cresce quindi la comprensione da parte dei lavoratori stessi e automaticamente le denunce e quindi il numero di casi acclarati. Ed è poi un fenomeno che riguarda da vicino le fabbriche, l’industria.
Sempre dal programma l’analisi del lavoro “migrante”, questo il motivo del “Villaggio globale” richiamato nel nome scelto per il cogresso?
Il lavoro migrante verrà affrontato da due lati. Il primo è quello più immediato, che è più facile immaginare, l’inserimento e la sicurezza dei lavoratori stranieri nel lavoro in Italia. Quindi il loro coinvolgimento nella normativa, nella prevenzione contro gli infortuni. L’altro invece riguarda i lavoratori italiani che vanno all’estero. Sia lavoratori impiegati in aziende italiane delocalizzate che lavoratori impiegati in aziende estere. In questo caso analizzeremo come tutelare un italiano nell’armonizzazione tra la normativa nazionale e quella del paese in cui si trova. A questo, ancora nell’ambito del villaggio globale, aggiungeremo un terzo elemento, quello del rapporto inerente le stesse normative. Viviamo è evidente in un momento storico in cui l’Italia recepisce normative europee e in cui quindi ogni stato membro deve essere in grado di fondere leggi sovrannazionali con le proprie. A volte ad esempio, nel nostro caso in particolare, ci troviamo a dover recepire e assimilare ordinamenti sostenuti da una cultura e da una storia anglosassoni. Leggi nate nel nord dell’Europa, figlie di abitudini e prassi differenti dalla nostra e che d’un tratto diventano applicabili e devono essere applicate nei nostri statuti. Analizzeremo anche questo aspetto.
L’oncologia, il rischio agenti cancerogeni.
Nella SIMLII ci occupiamo da anni, da sempre di oncologia affrontandola sia dal punto di vista epidemiologico che da quello tossicologico. Affronteremo l’oncologia professionale, la cancerogenesi professionale, tornando ovviamente sulla classificazione di agenti chimici e pericolosi, cancerogeni e mutageni ai fini della sorveglianza sanitaria. Presenteremo, presenterò io stesso, il nuovo aggiornamento delle Linee Guida SIMLII sui cancerogeni, sull’etichettatura delle sostanze.
Abbiamo descritto in poche righe solo quattro delle innumerevoli questioni che riguardano il lavoro, argomenti che lasciano qui intravedere quanto numerosi e presenti siano i rischi negli ambienti di lavoro e quanto quindi questi stessi rischi richiedano impegni e professionalità capaci di analizzarli e arginarli. Fa spavento il fatto che si parli di lavoro, ovvero dell’abitudine prima e indispensabile di ogni donna e uomo. Rischi che si corrono in un luogo dove, oltre che in casa, si trascorre la maggior parte della propria vita.
Dà conforto il fatto che negli ambienti da noi abitualmente osservati, i grandi stabilimenti, l’industria la sicurezza sul lavoro sia molto aumentata, le situazioni siano migliorate. E la tendenza è riscontrabile anche nelle imprese medie e piccole. Combattere contro gli infortuni e i rischi ovviamente non è mai abbastanza, e il numero 0 è pressoché un miraggio. Per continuare nella prevenzione occorre osservare continuamente il mondo del lavoro e le sue mutazioni. Dalle fabbriche sono per esempio scomparsi rischi segno di tempi passati, di condizioni di lavoro superate e questo non può che essere registrato come un segno positivo. Ma d’altro canto stanno nascendo nuovi allarmi, rischi di dimensioni minori, meno eclatanti, che vanno a interessare i lavoratori e la salute e l’igiene sul lavoro.
Che adesione ha registrato il congresso per ora.
La Medicina del lavoro in Italia è all’avanguardia e segno distintivo nel mondo della ricerca del nostro paese. Il congresso sarà un punto di ritrovo per ricercatori e medici internazionali, a dimostrazione di quanto il nostro Paese possa essere ancora stimato e riconosciuto nella medicina e nello studio. All’appuntamento hanno aderito in massa, nonostante le nuove modalità di accreditamento degli eventi scientifici introdotte dal Ministero della salute. A oggi i Congressi nazionali delle Società Scientifiche, come il nostro SIMLII quindi, non godono del riconoscimento ministeriale che permetterebbe loro di garantire ai convenuti crediti formativi. C’è stata una modifica del regime di riconoscimento dei crediti, una modifica che con inevitabile apprezzamento abbiamo visto non inficiare la capacità di richiamo, l’affluenza, e l’interesse scientifico da noi suscitato.