VIDEO – Il Testo Unico 81 del 2008 fissava al 31 agosto il termine ultimo per valutare il rischio stress lavoro correlato all’interno delle aziende. Ma non tutte erano pronte. In molti casi, è stato espresso qualche dubbio sulla metodologia da applicare per redarre il DVR relativo a questo nuovo rischio di malattia professionale. Così è arrivato lo slittamento dell’obbligo al 31 dicembre 2010, prima nelle aziende pubbliche, poi in quelle private.
Quotidiano Sicurezza ha intervistato Lorenzo Fantini, dirigente del Ministero del Lavoro (area Salute e Sicurezza) per capire se la scadenza è confermata in maniera definitiva.
Siamo con Lorenzo Fantini, dirigente del Ministero del Lavoro Salute e Sicurezza che ha partecipato poco fa ad un importante convegno sullo stress lavoro correlato qui alla convention Ambiente Lavoro a Modena a cui chiediamo: ma è stato slittato il temine al 31 dicembre rispetto a quanto indicava la legge, in origine era ad agosto del 2010, quindi come si sta organizzando il Ministero e le famose linee guida di cui si parlava che dovevano uscire a giugno, quando usciranno e se sono in fase di integrazione.
“Lo slittamento del termine da agosto a dicembre si è reso necessario perché le linee guida che erano state elaborate erano state piuttosto discusse nell’ambito della commissione che aveva questo compito specifico nel senso che c’era una certa divisione dal punto di vista proprio metodologico su come dovessero essere scritte. Allora non avremmo mai fatto in tempo ad uscire per agosto e abbiamo chiesto al legislatore di prorogare come era stato già fatto per le amministrazioni pubbliche anche per le amministrazioni private, cioè per le aziende private il termine al 31 dicembre per permetterci di lavorare sulle indicazioni metodologiche, questo perché? Perché la legge prevede che le indicazioni metodologiche, l’art. 28 del testo unico, siano il parametro che le aziende possono seguire per la valutazione dello stress lavoro correlato. Significa, in altre parole, da parte dell’azienda che l’azienda sa che applicando quella metodologia è a posto con l’obbligo della valutazione dello stress lavoro correlato. Quindi per noi questo è assolutamente importante. I lavori stanno per essere ripresi quindi su questa nuova base all’esito di questa proroga speriamo di poter giungere ad un documento che possa essere condiviso soprattutto tra Stato e Regioni e poi che abbia il conforto del parere delle parti sociali perché lo dobbiamo votare nella Commissione consultiva dove ci sono sia lo Stato che le Regioni che i sindacati e i datori di lavoro.”
Quindi per chi ci ascolta diamo un messaggio chiaro: entro il 31 dicembre devono potersi mettere in regola e preparare un documento valutazione rischi riguardo allo stress in azienda, giusto?
“Assolutamente sì. Il termine di cui stiamo parlando a mia avviso, però comunque non si può mai sapere perché le leggi non le fa certamente il Ministero del lavoro ma vengono votate in Parlamento io non credo che ci siano proroghe quindi entro dicembre l’obbligo va ottemperato. Se riusciamo ad uscire con le indicazioni metodologiche siamo tutti contenti perché diciamo alle aziende come deve essere ottemperato l’obbligo, le Asl sanno come devono fare la vigilanza e quindi ciò significa che c’è maggiore chiarezza per tutti. C’è la volontà di arrivare a queste indicazioni metodologiche, credo che ci si possa arrivare, sarebbe molto opportuno che possano arrivare magari anche un mese prima in modo che si abbia il tempo di pianificare le attività per la valutazione dello stress.”
Ricordiamo che cosa rischia l’azienda se non prepara un documento valutazione rischi di stress.
Rischia la stessa sanzione che un’azienda rischia per una omessa o sbagliata valutazione di un altro fattore di rischio. Cioè quando si parla di valutazione dello stress lavoro correlato ricordiamoci che si parla di valutazione del rischio, cioè del principale obbligo che è a carico del datore di lavoro quindi se una Asl o, incrociamo le dita non succeda mai, ci sia un infortunio per cui si faccia un indagine e un giudice rilevi una situazione di stress allora in quel caso si applica una sanzione che può essere anche di rilievo penale nell’alternativa dell’arresto dell’ammenda come previsto per l’omessa valutazione del rischio oppure per l’incompleta valutazione del rischio. E’ la stessa cosa che si rischia per non avere valutato un altro fattore di rischio quale può essere l’agente chimico
Dal punto di vista della promozione e comunicazione cosa sta facendo o pensa di fare il Ministero del Lavoro per sensibilizzare al tema dello stress del lavoro correlato.
“Allora intanto per il momento cerchiamo di portare a casa le indicazioni metodologiche, già sarebbe un grande risultato se riusciamo a portarle a casa. E’ chiaro che una campagna di comunicazione efficace deve conoscere il contenuto di ciò che si comunica, quindi nel momento in cui abbiamo le indicazioni metodologiche approvate dalla Commissione Consultiva sarà ,io dico, non solo opportuno ma necessario veicolare questo tipo di contenuto, io credo che non debba farlo solo il Ministero del Lavoro ma ci faremo aiutare dagli altri soggetti pubblici come l’Inail che hanno competenze in materia e a mio avviso dobbiamo chiedere anche l’appoggio delle parti sociali perché sia un messaggio che arrivi a quante più aziende, a quanti più lavoratori.”
Un’ultima domanda: come è emerso da un recente Convegno a cui lei ha partecipato, il Ministero del Lavoro approfondirà anche il concetto di tecno stress cioè lo stress applicato all’uso delle nuove tecnologie.
“Io credo che lo si debba fare, al momento non ne abbiamo discusso per ovvie ragioni perché essendo un tema nuovo, necessita di una certa conoscenza da parte degli stessi soggetti che lo discutono. Quindi personalmente ritengo che sia un tema da approfondire, al momento non è all’ordine del giorno delle commissioni che si occupano dello stress. Lo porterò all’ordine del giorno delle commissioni che continueranno a lavorare sullo stress perché questa è una cosa importante. Credo che la commissione Consultiva non esaurirà la propria attività con l’emanazione delle indicazioni metodologiche, questo l’abbiamo detto, ma la commissione che si occupa dello stress resterà in piedi per capire: A. come va a impattare la valutazione dello stress sulle aziende e sui lavoratori B. per capire come modificarla per migliorare la metodologia. E quindi nel momento in cui andiamo a valutare questo impatto, a mio avviso dobbiamo portare sul tavolo di lavoro tecnico il tema del tecno stress.”