GINEVRA – Adottati dall’Ilo degli emendamenti alla convenzione sul lavoro marittimo Mlc 2006 che introducono strumenti di tutela a favore dei marittimi imbarcati su navi abbandonate nei porti.
A causa della crisi economica globale il fenomeno dei marittimi abbandonati è in aumento. Si tratta del personale imbarcato su navi il cui armatore fallisce e che, non potendo più viaggiare, vengono abbandonate nei porti.
I lavoratori a bordo, spesso non possono scendere da queste navi per motivi di visti o permessi negati. Sono quindi costretti a restare sulle navi anche se senza viveri, senza riscaldamento o condizionamento, senza acqua calda e con servizi igienici ridotti. Non possono lavorare e non hanno una fonte di reddito né per sé né da mandare alle famiglie, lontane.
Finora questa drammatica situazione, che nella sola Italia riguarda circa 15 navi e più di 150 equipaggi in tutto il mondo, è stata affrontata esclusivamente grazie all’intervento di associazioni di volontariato che hanno provveduto al mantenimento delle persone imbarcate e al disbrigo di tutte le pratiche per permettere il loro rientro a casa.
Sviluppati da un gruppo misto di lavoro istituito da Ilo e dall’Organizzazione marittima internazionale (Imo), gli emendamenti appena approvati introducono un sistema di tutela per questa categoria di lavoratori.
Le nuove norme stabiliscono che gli armatori garantiscano la sicurezza finanziaria necessaria a far fronte alle conseguenze dell’abbandono della nave e prevedono l’obbligo dell’armatore di provvedere all’indennizzo per la morte o la disabilità a dei marittimi a causa di infortuni avvenuti su navi abbandonate.
Secondo le nuove disposizioni le navi dovranno pertanto viaggiare con certificati che garantiscono la sicurezza finanziaria a tutela dei marittimi che lavorano a bordo. Se sprovvista di tale certificazione la nave ora potrebbe non essere autorizzata a salpare.
Per approfondire: emendamenti convenzione Ilo marittimi.