ROMA – Di proroga in proroga – o meglio sarebbe dire di milleproroghe in milleproroghe – la piena attuazione delle misure previste nel Testo Unico 81/08 per la sicurezza e la salute sul lavoro continua ad allontanarsi. Così come, guardando all’ultimo decreto milleproroghe, la sicurezza non sembra essere cosa così tanto urgente nemmeno in altri settori, ad esempio nelle infrastrutture. Per effetto del decreto milleproroghe vengono, infatti, rinviati ancora una volta, e fino al 31 dicembre 2011, i termini, in alcuni casi addirittura già scaduti, per finalizzare alcuni adeguamenti e certificazioni. Un esempio per tutti è la norma che prevede questa proroga per quanto riguarda l’adeguamento dei sistemi antincendio negli alberghi e strutture ricettive che ospitano più di 25 persone. Il motivo di questa richiesta, avanzata da parte del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è che questo adeguamento significherebbe per gli albergatori una spesa eccessiva, che per molti, soprattutto in un periodo di crisi, potrebbe essere un grave problema.
Una proroga che non è certo una novità poiché questa misura viene rimandata di anno in anno addirittura del 1994. Così anche questa volta la certificazione antincendio, che avrebbe dovuto essere necessaria per partecipare alle gare d’appalto, al momento non serve più e non verrà chiesta fino alla fine dell’anno. La novità potrebbe arrivare nel 2012, ma il condizionale è d’obbligo poiché nulla esclude che potrebbe esserci una nuova proroga come già avvenuto in passato. Sarà probabilmente una buona notizia per gli albergatori, che lo vedranno come un risparmio immediato dal punto di vista economico, ma considerarla una buona notizia in assoluto è un po’ difficile, sia perché diminuisce la tutela per coloro che vi alloggiano e coloro che vi lavorano sia perché poco prende in considerazione quanti danni possano derivare da un incendio in una struttura alberghiera, sia a livello strettamente economico che di immagine.
Gli incendi negli alberghi, poi, non sono un evento rarissimo, solo il 9 marzo scorso c’è né stato uno in un albergo di Torino che ha richiesto l’immediata evacuazione e l’intervento dei vigili del fuoco; si è concluso senza vittime o feriti gravi ma l’esito di questi avvenimenti, soprattutto se le misure di sicurezza non sono del miglior livello, potrebbero essere catastrofici. Difficile è poi dimenticare quello che avvenne a Roma nel 2004 quando nella notte del 1 maggio, all’Hotel Parco dei Principi, divampò un incendio che costò la vita a tre persone mentre altre 5 rimasero ferite.
Approfittando di quanto disposto dal decreto Milleproroghe, però, sono stati anche altri i termini a slittare e non pochi riguardano interventi importanti dal punto di vista della sicurezza: uno di questi è, ad esempio, quello relativo alle verifiche sismiche delle dighe e sul funzionamento delle funivie. Anche qui i termini vengono protratti alla fine dell’anno, eppure, in particolare sui rischi sismici, in questo periodo dovrebbe esserci una sensibilità più elevata visto quello che è successo in Abruzzo e ancor più recentemente in Giappone. Non è nemmeno la prima volta che questi termini vengono prorogati, quelli per le dighe erano già stati procrastinati nel 2007 e quelli per le funivie addirittura si trascinano dal 2000.
Per quanto riguarda la normativa sul lavoro, poi, ciò che doveva essere una rivoluzione in termini di standard di sicurezza, il Testo Unico 81/08, nonostante sia stato approvato da tre anni, va avanti a pezzetti, perdendo così gran parte dell’efficacia voluta inizialmente dal legislatore che lo aveva concepito come un intervento di riforma globale. Si aggiunga anche che molti regolamenti attuativi previsti mancano ancora all’appello e le proroghe non sono una novità di quest’anno. In materia di attuazione del Testo Unico 81/08 le proroghe, infatti, sono cominciate poco dopo l’approvazione del decreto legislativo e sono state molto numerose in tutti gli anni successivi riguardando inizialmente anche la nomina del medico competente e l’obbligo del documento di valutazione dei rischi.