ROMA – Diminuiscono gli infortuni sul lavoro nel settore edile, ma i numeri continuano a rimanere rilevanti tanto che le Istituzioni di livello nazionale continuano a cercare ulteriori strade per abbattere il tasso di incidenti che si verificano nei cantieri. Per questo lo scorso 10 novembre la Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulla sicurezza nel lavoro ha convocato in audizione una rappresentanza dell’Ance, l’associazione nazionale dei costruttori edili.
L’incontro è stato l’occasione di ribadire i dati positivi che questo settore ha fatto registrare: gli infortuni erano il 40 per cento sul totale degli occupati nel 2008 e sono stati il 34 per cento sul totale nel 2009. I dati sono stati presentanti da Gabriele Buia, Vicepresidente per le Relazioni sociali e gli Affari sociali dell’Ance.
Una diminuzione netta dunque che non tiene in considerazione un eventuale calo occupazionale legato alla crisi. Un risultato positivo, merito probabilmente delle molte campagne di informazione fatte negli ultimi anni, nella nuova e più rigorosa normativa e dei controlli più assidui: tuttavia ancora non basta.
Sono stati due i principali argomenti portati dall’Ance all’attenzione della commissione, da una parte la necessità di introdurre, come già previsto dal Testo Unico 81, la patente a punti per le imprese del settore, dall’altra l’importanza di rivedere alcuni meccanismi delle gare per gli appalti di livello nazionale al fine di escludere le offerte troppo basse che mettono a rischio i lavoratori e danneggiano le aziende che investono di più nella sicurezza.
Riguardo alla patente a punti Buia ha fatto un’importante precisazione, questa infatti non dovrebbe essere intesa solo come un mezzo punitivo ma piuttosto avere in sé dei meccanismi premiali tali da agevolare proprio quelle imprese che investono in sistema di sicurezza e tecnologie innovative. L’Ance ha anche evidenziato che vi è nel settore una certa leggerezza nel fare i piani di sicurezza in fase di progettazione e di conseguenza una inesatta stima dei costi che poi va ad incidere sulla messa in opera stessa delle misure di sicurezza. Il problema secondo i costruttori deriva da come è formulata la legge nell’Allegato quindicesimo del testo unico sulla sicurezza.
Qui è infatti previsto che il coordinatore per la sicurezza debba tener conto dei rischio in fase di progettazione però fatta esclusione di quelli che sono specifici dell’attività stessa dell’impresa, e secondo l’Ance proprio in questo si sarebbe annidato un alleggerimento dell’attenzione che si è poi tradotto in un ribasso dei costi generato però da un risparmio sulle misure di sicurezza.
Il secondo tema a cui è stato dato un particolare rilievo è invece quello degli appalti: secondo l’Ance sarebbe opportuno quanto prima andare a rivedere la relativa legislazione andando a definire quella che è stata definita una ‘soglia di anomalia’ al di sotto della quale le offerte debba essere escluse: in tal senso i costruttori hanno anche lasciato alla commissione una specifica proposta per mettere in atto questo meccanismo.