ROMA – Approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nella riunione del 6 giugno, il documento “Osservazioni alla proposta di modifica dell’art. 117 della Costituzione” con cui la Conferenza risponde alla lettera inviata dall’on. Tofani, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro con particolare riguardo alle cosiddette morti bianche” in cui si segnalavano “le complicazioni e le difficoltà di raccordo tra rappresentanti della Amministrazioni centrali dello Stato, delle Regioni e delle Parti sociali” motivo per cui era da considerare una modifica all’art. 117 della Costituzione in modo da attribuire la materia “tutela e sicurezza del lavoro”, alla competenza legislativa esclusiva allo Stato.
La Conferenza respinge l’ipotesi di modifica e evidenzia che, da quando la legge Costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001 ha attribuito alle Regioni competenza legislativa concorrente in materia di tutela della salute e sicurezza del lavoro, le Regioni hanno contribuito fattivamente dando forte impulso all’attività degli organismi nazionali con la redazione di importanti documenti quali l’Accordo sulla formazione dei lavoratori e dei datori di lavoro, il Piano Nazionale di Prevenzione in Edilizia e il Piano Nazionale di Prevenzione in Agricoltura e partecipando attivamente ai lavori svolti presso la Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro prevista all’art. 6 del D.Lgs. n. 81/08.
Le “complicanze e difficoltà di raccordo” sono rilevate anche dalle Regioni che le attribuiscono però all’azione degli uffici decentrati del ministero del Lavoro che, “senza concordare in sede di Comitati regionali di Coordinamento l’attività di vigilanza congiunta, hanno ricevuto indicazione di attivare autonomamente campagne di vigilanza sul territorio, a prescindere dalla programmazione dei Comitati Regionali di Coordinamento.”
Le Regioni, richiamando l’art. 118 della Costituzione, che sancisce che le funzioni amministrative vadano attribuite agli enti territoriali più prossimi alla comunità, evidenziano l’incoerenza semmai del permanere in capo all’amministrazione decentrata ministeriale di competenze amministrative in materia di tutela e sicurezza sul lavoro, materia che oltretutto attiene all’ambito più generale della “tutela della salute”, materia a competenza legislativa concorrente regionale.
Infine nel documento, intendendo rispondere efficacemente alle osservazioni sollevate dalla Commissione, si comunica sia necessario:
- “prevedere, con apposita legge, l’attribuzione esclusiva alle Regioni e alle Province autonome della funzione di coordinamento degli interventi di vigilanza, funzione assicurata sul territorio dalle Regioni tramite le Aziende sanitarie, per assicurare azioni coordinate tra tutte le amministrazioni ed evitare sovrapposizioni di interventi […];
- invitare formalmente l’INIL ad attivare in tempi brevi il Sistema Informativo Prevenzione in considerazione non solo del tempo trascorso dall’approvazione del decreto legislativo n.81/2008 che ne prevedeva l’attivazione, ma in ragione dell’esigenza segnalata dalla Commissione di inchiesta di una raccolta sistematizzata dei dati;
- sollecitare come evidenziato dalla Commissione di inchiesta, la costituzione di uno specifico capitolo di spesa, a sostegno dell’attività di prevenzione nei luoghi di lavoro, in sede di ridefinizione del Patto per la salute, considerato tra l’altro la carenza degli organici di tutte le amministrazioni;
- definire e concordare, in ambito del Comitato ex art. 5, conferendo allo stesso maggior incisività, le indicazioni operative per le attività di vigilanza degli organismi periferici della Direzione per le Attività Ispettive del Ministero del Lavoro e delle Regioni, al fine di evitare difficoltà sia a livello di indirizzo programmatorio nazionale, che a cascata nelle Regioni, con un rafforzamento delle funzioni di coordinamento dei Comitati Regionali di Coordinamento”.
Info: Regioni su proposta modifica articolo 117 Costituzione.