ROMA – Illustrati in conferenza stampa lo scorso 7 febbraio, i risultati dell’attività ispettiva svolta dal ministero del Lavoro e dagli enti previdenziali INPS, INAIL ed ENPALS nel 2011.
Nel corso del 2011 sono state ispezionate un totale di 244.170 aziende, numero che rappresenta neanche il 10% delle aziende su tutto il territorio nazionale che sono circa 2 milioni. Tra le aziende sottoposte a verifica 149.078, cifra che corrisponde al 61% del totale, è risultato irregolare.
Sono 278.268 i lavoratori riscontrati non in regola, tra cui 105.279, il 38% del totale, i lavoratori al nero.
Le irregolarità rilevate hanno determinato un recupero contributivo pari a 1.225.165.438 euro, da sottolineare però che si tratta di somme “accertate” e non di somme “riscosse”.
Per quanto riguarda l’attività ispettiva svolta nello specifico dagli organi di vigilanza del ministero del Lavoro la lettura dei dati permette di fare alcune riflessioni. Prima fra tutte emerge la necessità di pianificazione dei controlli: la sproporzione tra risorse umane che si possono impiegare e il numero di aziende da controllare obbliga a fare un’attenta analisi del tessuto produttivo nei diversi contesti e di valutare di caso in caso gli ambiti che presentano maggiori criticità e richiedono una assidua attività di vigilanza. Sulla base di questo principio è quindi stata predisposta la programmazione delle attività ispettive come illustreremo più oltre.
In estrema sintesi l’analisi dei risultati sull’attività complessiva sottolinea il successo di alcune direzioni intraprese tra cui ad esempio estendere i controlli ad azienda di ogni dimensione per far emergere irregolarità laddove più spesso si annidano e ricorrere se necessario al provvedimento di sospensione imprenditoriale che si è mostrato un ottimo strumento per promuovere la regolarizzazione.
Tra i risultati da analizzare si rileva che i dati del 2011 mostrano una flessione dell’8% per l’impiego di lavoratori in nero. Importante però evidenziare che le cause di questa flessione vanno ricercate nell’entrata in vigore del cosiddetto Collegato Lavoro, decreto che sancisce la punibilità del lavoro nero solo in caso di lavoro subordinato.
Sulla base dei risultati raggiunti nell’anno appena trascorso il ministero del Lavoro e l’INAIL hanno pertanto stilato i documenti di programmazione per l’anno 2012 entrambi connotati dalla necessità di rendere l’attività ispettiva fortemente selettiva e qualitativa al fine di ottimizzare gli sforzi e valorizzare al massimo le risorse disponibili.
Il ministero del Lavoro ha individuato alcuni specifici fenomeni di rilievo economico-sociale cui destinare le attività di controllo. Al primo posto il ministero pone il contrasto al lavoro nero con particolare attenzione al contrasto dell’impiego di lavoratori clandestini extracomunitari, fenomeno particolarmente diffuso in alcuni comparti lavorativi quali quello dell’edilizia e dell’agricoltura soprattutto in alcune aree del meridione.
Massima vigilanza sarà poi applicata ai sistemi di appalti e subappalti e alla corretta qualificazione dei rapporti di lavoro con l’obiettivo di verificare la corretta applicazione dei contrati di lavoro flessibili o atipici.
Una costante azione ispettiva sarà svolta in materia di occupazione irregolare dei minori soprattutto per vigilare sul divieto di impiegare minori in lavorazioni pericolose, faticose e malsane.
Azioni di vigilanza saranno inoltre svolte per contrastare fenomeni di discriminazione di genere e nella tutela dei disabili per vigilare la copertura dell’aliquota obbligatoria di unità appartenenti alle categorie protette. Altri settori sottoposti a controllo saranno il mondo cooperativo e il comparto degli autotrasporti.
Per quanto riguarda invece la vigilanza tecnica il ministero concretizza in due ambiti di intervento la vigilanza in materia di sicurezza sul lavoro ai sensi del D. Lgs. 81-08: il settore delle ferrovie, in accordo a quanto disposto in sede di coordinamento regionale, e il settore edile, dove accertamenti tecnici e amministrativi devono andare di pari passo e dove i controlli devono essere estesi a imprese anche di piccole dimensioni.
Per quanto riguarda il documento di programmazione dell’INAIL questo conferma gli orientamenti già delineati negli anni passati e sottolinea l’importanza di basare l’attività ispettiva su una attività propedeutica di business intelligence volta a individuare settori, categorie e aziende che presentano specifici indicatori di rischio. Le verifiche svolte dall’INAIL si rivolgeranno pertanto all’edilizia, ai pubblici esercizi, ai possessori di apparecchiature radiologiche, alle aziende con denuncia salari pari a zero e ai “differenziali contributivi” cioè tutti coloro che hanno dichiarato all’INAIL retribuzioni inferiori di quelle dichiarate all’inps.
Per migliorare l’efficacia dell’azione ispettiva l’istituto predisporrà delle “liste di censimento” di aziende e soggetti sconosciuti all’Inail che riguarderanno: imprenditori cinesi, asili nido privati, piccola pesca, soci di società e collaboratori familiari di imprese artigiane.
Per contrastare il lavoro sommerso e irregolare i controlli dell’INAIL si rivolgeranno al commercio ambulante, alle aree portuali, agli stabilimenti balneari e al settore dei trasporti e della logistica.
Per approfondire: Risultati attività di vigilanza anno 2011, tutti i documenti sul sito del ministero del lavoro.