NAPOLI – In linea di massima la legge e tutte le sentenze affermano che in caso di incidente sul posto di lavoro vi è sempre una responsabilità del datore, anche quando il fatto sia stato causato da una imprudenza commessa dal lavoratore nell’esercizio delle proprie mansioni. Tuttavia la Cassazione Penale si è trovata nella necessità di fare una importante precisazione. Se l’infortunio occorre sul luogo di lavoro, ma quando il lavoratore non sia nell’esercizio delle funzioni che gli sono proprie, ed invece svolge attività del tutto estranee a quella produttiva, non sarebbe assolutamente prevedibile alcuna misura di sicurezza e pertanto la colpa non è da attribuirsi al datore. Questo perché la responsabilità può essere data al datore di lavoro quando l’incidente sia da attribuire ad insufficienti misure di sicurezza capaci di neutralizzare le conseguenze anche di un comportamento imprudente o improprio del lavoratore tuttavia a questo principio possono esserci delle eccezioni che la Corte, giudicando sul caso specifico occorso ad un lavoratore di Napoli, ha ritenuto importante mettere in chiaro.
È il caso ad esempio quando il comportamento del lavoratore sia tale da considerarsi assolutamente imprevedibile ed eccezionale, tale che le misure di sicurezza previste e necessarie in un normale comportamento non corretto non avrebbero comunque potuto aver effetto di proteggerlo.
E c’è poi un’altra eccezione, cioè il caso in cui il lavoratore provochi l’incidente svolgendo una qualche attività che nulla c’entra con il processo produttivo proprio, dunque una attività che non solo vada al di fuori delle proprie specifiche mansioni ma che addirittura sia estranea al processo produttivo globale dell’azienda, cosa che risulta assolutamente imprevedibile per il lavoratore stesso.