BRUXELLES – Recentemente pubblicata dalla Commissione Europea una valutazione sull’accordo sullo stress lavoro correlato siglato dalle parti sociali nel 2004. La valutazione è positiva: laddove l’accordo è stato adottato se ne possono rilevare effetti positivi.
Con l’accordo le parti sociali di livello europeo hanno voluto fornire a datori di lavoro, ai lavoratori e ai loro rappresentanti una cornice attraverso cui orientare le azioni per identificare, prevenire e gestire lo stress lavoro correlato.
E’ attaverso quest’accordo che le parti sono convenute che lo stress entrasse a pieno titolo tra i rischi lavorativi da valutare per legge.
L’accordo non è stato adottato in tutti gli stati membri: al giorno d’oggi 19 stati su 27 hanno una legislazione o accordi collettivi vincolanti che si occupano di stress e di rischi psicologici sul luogo di lavoro.
Negli ultimi dieci anni l’incidenza di stress lavoro correlato in nove nazioni è aumentato. Solo in Svezia si è assistito a un ridimensionamento del fenomeno.
Svariati studi attestano che una cifra compresa tra il 50 e il 60% dei giorni lavorativi perduti è causato da stress lavoro correlato. In Francia il costo dello stress è stato quantificato tra i due e i tre miliardi di euro l’anno. In Gran Bretagna si stima che circa 10 milioni di giorni di lavoro vanno persi a causa di ansia, stress e depressione generati dalla situazione lavorativa.
I costi diretti dello stress ammontano a circa il 4% del prodotto interno lordo dell’Unione Europea.
L’accordo quindi intende suscitare consapevolezza della gravità del problema e fornire orientamenti per l’azione dando ai datori di lavoro un ruolo determinante.
Secondo l’accordo per tutelare la salute dei lavoratori i datori di lavoro devono:
- identificare i fattori di rischio che possono causare stress;
- fare in modo che il rapporto tra competenza e responsabilità sia congruente;
- consultare i lavoratori quando si trovano di fronte a grossi cambiamenti (ristrutturazioni/riorganizzazioni);
- fornire sostegno laddove necessario sia a individui che a gruppi.
Il report stilato dalla Commissione Europea si è posto l’obiettivo di valutare nazione per nazione quali siano state le azioni intraprese a livello politico e giuridico per affrontare il problema delo stress lavoro correlato. La valutazione fatta dalla commissione europea sullo state dell’arte riconosce che è stato generalmente raggiunto un buon livello di dialogo tra le parti e sviluppi positivi a livello politico per la presa in carico dello stress lavoro correlato in tutti i paesi membri. Ulteriori passi sono però da intraprendere affinche tutte le nazioni dell’Unione si uniformino nel affrontare questo grave problema sociale. L’Unione auspica quindi che azioni in questo senso siano operate e portate a termine con successo a breve termine anche a Malta, Cipro, Polonia, Slovenia, Repubblica Ceca, Germania ed Estonia.
Per approfondire:
Il report di valutazione dela Commssione Europea (in inglese)