MESTRE – L’intervento di fine anno di Mauro Rossatto, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering, è dedicato alla relazione tra morti bianche e lavoro sommerso.
La crisi ha portato un aumento della disoccupazione, a un incremento di situazioni lavorative irregolari e con queste la totale perdita di tutele da parte dei lavoratori: nessuna regolarità, niente contributi e soprattutto nessuna garanzia per la salute e la sicurezza.
Settori in cui il fenomeno è davvero preoccupante sono l’agricoltura e l’edilizia, settori che risultano essere i più colpiti da infortuni e incidenti mortali sul lavoro: sei incidenti su dieci avvengono in questi comparti.
Rossatto riporta nel dettaglio i numeri di questo tragico fenomeno: le vittime sul lavoro in questi settori sono il 64,3 per cento dei 484 decessi rilevati nel Paese da gennaio a fine novembre. L’edilizia con il 27,9 per cento delle vittime e l’agricoltura il 36,4 per cento.
Sono continui e sempre in crescita gli sforzi degli enti preposti per l’emersione del lavoro nero ma i dati sono allarmanti. I recenti risultati del “Piano straordinario di vigilanza per l’agricoltura e l’edilizia in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia” per cui sono stati condotti 19 mila accertamenti ispettivi, hanno rilevato che in agricoltura il 45% delle aziende ispezionate è irregolare, mentre in edilizia si arriva addirittura al 61%. Il lavoro nero è un fenomeno che coinvolge circa tre milioni di persone cui sono totalmente negati i diritti alla salute e alla sicurezza sul luogo di lavoro.
E’ necessario incrociare i dati del lavoro nero con i dati infortunistici e ogni analisi deve tenere conto che i dati a disposizione purtroppo sono necessariamente sottostimati e non possiamo abbassare la guardia e non essere consapevoli che, come dice Rossatto, “La disoccupazione aumenta e, contemporaneamente, si rimpinguano gli eserciti dell’economia sommersa, che non conosce regolarità, né obblighi contributivi e fiscali e soprattutto nulla, assolutamente nulla, di sicurezza nei luoghi di lavoro”.