ROMA – Da tempo è noto che molti incidenti in agricoltura sono causati dal ribaltamento delle macchine agricole, spesso vecchi e non più a norma con le nuove misure di sicurezza. Il Governo ha provato, attraverso il meccanismo degli incentivi, a favorire l’innovazione del parco macchine, ma a quanto pare i risultati non sono in linea con le aspettative. Questo almeno è quello che sostiene la CIA – Confederazione Italiana Agricoltori, che fin dall’inizio si era dimostrata critica sulle modalità di intervento scelte
A livello nazionale l’intervento per la riduzione degli incidenti è compreso nel Piano nazionale di prevenzione in agricoltura e selvicoltura (Pnpas) . Il piano, che era già previsto dal 2007 nel Patto per la tutela della salute e la prevenzione nei luoghi di lavoro (DPCM 17.12.2007), si prefigge numerosi obiettivi. Tra questi c’era quello di garantire in tutte le Asl un’anagrafe aggiornata delle aziende agricole, di attivare una campagna di controllo dell’applicazione della normativa di sicurezza anche in sede di commercio di macchine, nuove e usate, di noleggio e concessione in uso di attrezzature di lavoro e proporre i criteri necessari per promuovere, anche attraverso incentivazione economica e/o finanziaria, campagne di adeguamento delle attrezzature di lavoro ai nuovi requisiti di sicurezza. Infine nello stesso patti c’era un obiettivo fissato proprio sulla riduzione dei rischi più gravi, tra i quali appunto quelli derivanti dall’utilizzo delle macchine agricole. Nello specifico, per i trattori, veniva posto come obiettivo quello di portare all’adozione di sistemi anti capovolgimento (Rops), cosa che doveva essere facilitata appunto tramite la sensibilizzazione e gli incentivi finanziari.
Gli incentivi finanziarti varati però non hanno seguito alla lettera quanto previsto nel patto ma sono invece andati a proporre il meccanismo della rottamazione, cioè un incentivo per abbandonare i vecchi mezzi e prendere altri del tutto nuovi e con tutti i requisiti di sicurezza. A tal fine sono stati messi a disposizione 20 milioni di euro, che sarebbero stati erogati a partire dal 15 aprile 2010 fino ad esaurimento fondi. Una soluzione forse troppo drastica che sembra non aver colto nel segno poiché le richieste arrivate sono state solo le 2.500 di cui il 65% relative a macchine agricole operatrici e attrezzature, il 25% alle trattrici e appena un 6% per le mietitrebbiatrici (6%) e un 4% per le macchine movimento terra. “La rottamazione così come è stata varata dal Governo durerà fino alla fine dell’anno – dice Claudia Merlino, responsabile delle relazioni sindacali della CIA, la Confederazione Italiana Agricoltori – probabilmente i fondi messi in campo saranno utilizzati tutti ma sono convinta che al riscontro dei fatti si vedrà che questa misura, così studiata, non riuscirà a ridurre di molto gli incidenti che avvengono a causa del non adeguamento dei mezzi e dei macchinari agricoli. Il perché è piuttosto facile da spiegare – dice – considerando che il settore viene da una annata nera che ha visto una riduzione del reddito del 30 per cento è piuttosto difficile pensare che gli agricoltori, soprattutto i più piccoli e i lavoratori autonomi che poi sono i più soggetti ad incidenti, in questo frangente si mettano ad acquistare, solo per uno sconto del 20 per cento, delle costose macchine agricole nuove. Magari invece prevedere insieme alla rottamazione dei fondi per chi semplicemente avesse voluto adeguare, con costi sicuramente minori, le macchine di cui già era in possesso, sarebbe stato molto più efficace. Infine crediamo che sarebbe stato utile anche permettere di cambiare un tipo di macchinario o attrezzatura con un altro, e non solo con macchinari dello stesso tipo, magari si sarebbe venuti incontro a tipologie più ampie di esigenze ma questo non è stato fatto. Sulle spalle degli agricoltori di fatto grava ancora il rischio di pesanti sanzioni per non avere macchinari a norma e l’unica alternativa data è stata quella di spendere ingenti cifre non per l’adeguamento ma per nuovi acquisti. I dati finali mostreranno che l’impatto sul parco macchinari esistente non sarà poi così elevato”.