ROMA – A suonare l’allarme per le morti bianche nel centro Italia, ed in particolare nel Lazio, è il direttore dell’Inail Lazio, Antonio Napolitano che, secondo i dati accertati dal suo istituto, rivela un preoccupante aumento del 7,9 per centro di morti nel 2009 rispetto a quelle registrate nell’anno precedente. I dati dell’Inail oltre al trend in crescita, già di per sé tutt’altro che rassicurante, vista anche la controtendenza rispetto al dato nazionale, che riporta un calo delle morti, mostrano anche un triste primato del Lazio.
“Le ore lavorate nel Lazio nel 2009 sono state superiori a quelle delle altre regioni grazie ad un minore ricorso alla cassa integrazione – dice Napoletano – ma questa non può essere una scusa dietro alla quale nascondersi, le morti sul lavoro nel Lazio aumentano e questo è un fatto preoccupante. Peraltro siamo già in grado di dire che i dati relativi al 2010 riveleranno una ulteriore crescita, perché ci sono stati gravi incidenti che hanno coinvolto più persone”.
Stando a quanto riporta l’Inail infatti nella regione si sono verificati nel 2009 ben 91 incidenti mortali – contro gli 84 dell’anno precedente – di cui oltre la metà, cioè 45, durante gli spostamenti da casa al luogo del lavoro, 10 in incidenti stradali, 31 nell’industria, ,5 nell’agricoltura.
“Ci sono stati poi 8 casi – dice Napolitano – di persone che hanno avuto un infarto mortale sul lavoro, purtroppo questi non rientreranno nel conto delle morti sul lavoro ma per noi che incontriamo le loro famiglie è sempre un dramma”.
Ad analizzare i dati emerge che gli incidenti stradali sono la causa principale, 55 decessi su 91, ma, tolti questi, il dato maggiore viene dall’edilizia, conteggiata nella categoria dell’industria: in questo settore infatti ci sono stati ben 26 morti su un totale di 31 e la maggior parte sono da imputare a cadute.
“Dagli studi che abbiamo effettuato – dice Napoletano – emerge che circa il 60% delle morti è causata da distrazione e scarsa conoscenza del lavoro che si sta facendo. Ci sono lavoratori che non vedono una botola aperta o che, peggio ancora, non usano le corde di sicurezza nonostante queste siano presenti nel cantiere. Questo denota purtroppo che c’è ancora una scarsa consapevolezza del rischio e che occorre fare ancora più sensibilizzazione. Certo, va anche detto che spesso gli incidenti accadono a lavoratori che sono impiegati in ditte in subappalto, che lavorano a ritmo molto sostenuto e che con tutta probabilità non hanno ricevuto la formazione necessaria”.