ROMA – È dimostrato che c’è un orario e un giorno in cui avvengono più infortuni che, in proporzione, nel resto del tempo. E’ l’orario che va dalle 7 alle 8 di mattina del primo giorno della settimana: il lunedì.
È in questa particolare finestra di tempo che si registrano circa il 40% di incidenti in più rispetto allo stesso orario degli altri giorni lavorativi. A mettere in evidenza questo dato è l’Istituto assicurativo svizzero, la SUVA, che ha tratto la conclusione analizzando statistiche che vanno dal 1999 al 2008. Dunque non si tratta certamente di una coincidenza o di un fenomeno recente. Inoltre, gli stessi dati dimostrano che la pericolosità del lunedì mattina non vale solo per gli incidenti sul lavoro, ma anche per quelli domestici e del tempo libero.
Per la SUVA e molti altri osservatori la causa discenderebbe dal fatto che nei fine settimana si assumono ritmi di sonno-sveglia diversi da quelli dei giorni lavorativi. In altri termini già dal venerdì notte si va a dormire più tardi e la mattina successiva ci si sveglia più tardi, mentre negli altri giorni della settimana la tendenza è quella di assicurarsi comunque un adeguato riposo tenendo conto dell’ora solitamente molto mattutina con cui ci si reca al lavoro. L’orologio biologico degli individui, subirebbe quindi degli scompensi al variare dei ritmi che si verificano tra la domenica ed il lunedì e vorrebbe che nel primo giorno della settimana ci fosse qualche ora di sonno in più.
In mancanza di questo riposo supplementare si registra una notevole diminuzione delle capacità, delle reazioni e delle prestazioni di ogni persone.
Secondo l’istituto svizzero i lavoratori quindi dovrebbero, anche nei week end, mantenere gli stessi orari di sonno-sveglia degli altri giorni della settimana. Soluzione che onestamente SUVA ritiene di difficile attuazione per cui punta soprattutto a rendere consapevoli le persone del maggior rischio che corrono il lunedì nella speranza che ciò valga a contenere gli infortuni.
Per questo l’istituto ha realizzato anche un film, significativamente intitolato “Lunedì mattina” che illustra gli effetti di un errore umano. Perchè quasi l’80% degli infortuni sono dovuti a errore umano in quanto l’uomo è portato, per sua natura e via via che acquisisce sul lavoro una ingannevole sicurezza, a sottovalutare i pericoli e a sopravvalutare se stesso e le proprie abilità. Ad alimentare questa sicurezza contribuisce il fatto che spesso la fortuna lo assiste. Una convinzione che è alimentata anche dalle statistiche. Già nel lontano 1959 per William Heinrich ci sarebbe stato un rapporto, tra gli incidenti che causano infortuni gravi/infortuni non gravi/nessuna lesione, pari a 1/29/300. Rapporto che nel 1985 Bird, sulla base dello studio di 1,75 milioni di incidenti sul lavoro accaduti in Germania, valutò: infortuni gravi/infortuni non gravi/danneggiamenti alla proprietà/nessuna conseguenza nel rapporto 1/10/30/600, mentre per l’HSE Britannico il rapporto tra infortuni invalidanti/infortuni minori/infortuni da primo soccorso/danni alla proprietà/nessuna conseguenza sarebbe pari a 1/3/50/80/400. Un’altra soluzione al problema del lunedì, tuttavia, potrebbe essere quella di posticipare l’inizio della giornata lavorativa. Una scelta di questo tipo, che potrebbe risultare penalizzante per le imprese sul piano dell’organizzazione, potrebbe però ridurre il costo degli infortuni del lunedì che, secondo la SUVA hanno un costo di 10 milioni di franchi svizzeri l’anno e valutare il rapporto costi-benefici.