CHICAGO – Chi crede che i lavoratori chiedano il primo luogo aumenti di stipendio e riduzioni d’orario forse stenterà a credere che i lavoratori americani, nella percentuale altissima dell’80 per cento, metto al primo posto tra le proprie richieste una maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro. Lo rivela uno studio della National opinion research center (Norc) dell’Università di Chicago, uno degli istituti più autorevoli negli Stati Uniti per questo tipo di ricerche.
La percentuale esatta di quanti hanno messo al primo posto delle richieste una maggiore sicurezza è l’85% e che gli stessi chiedono anche una maggiore attenzione dei media a questa tematica. Infatti la maggior parte degli intervistati si è comunque dichiarata piuttosto soddisfatta delle misure di sicurezza del proprio lavoro, ma comunque con la percezione che questa tematica meriti di essere tenuta in maggior conto.
Il perché è abbastanza chiaro se si analizza alla luce di quanto avvenuto con l’esplosione del golfo del Messico della piattaforma petrolifera di BP, tutti hanno puntato i riflettori sulle disastrose conseguenze dell’incidente per l’ambiente e di fronte alla catastrofe non molti si sono fermati a domandarsi se anche le misure di sicurezza sul lavoro fossero state rispettate e quale sia, in genere, la sicurezza in cui operano i lavoratori delle piattaforme. Si dica, per inciso, che nella catastrofe sono morti 11 lavoratori: quasi 4 volte tanti quelli morti in una cisterna a Capua e per i quali nel nostro paese si era subito fatta sentire anche la voce del presidente della Repubblica.
Tra i lavoratori americani intervistati dal Norc emerge anche un altro fattore: il 13 per cento giudica assolutamente troppo stressante il proprio lavoro, mentre il 21 per cento dice di sentirsi stressato non sempre ma spesso, in totale il 33 per cento, cioè uno sui tre, si sente dunque esposto a stress lavoro correlato e questo è ormai noto significa anche maggiori possibilità di essere vittima di infortuni.