MODENA – Nella città di Modena da molti anni si svolge la più importante convention sul tema della sicurezza sul lavoro, ma le aziende edili non sembrano recepire gli obblighi e gli adempimenti previsti dal Testo Unico 81 del 2008 e dal D.lgs 106 del 2009, normative molto restrittive per quanto riguarda i cantieri di costruzione e l’adozione di misure di sicurezza. Un paradosso, che forse si spiega con la crisi economica, che induce gli imprenditori a ridurre i costi di gestione, tagliando però la spesa della sicurezza. Ecco cosa è successo a Modena nei giorni scorsi, ma anche nelle cittadine limitrofe: Parma. Piacenza, Reggio Emilia. Gli organi ispettivi preposti al controllo sono andati in 257 cantieri ed hanno scoperto che ben 102 lavoravano senza le adeguate misure di prevenzione e sicurezza, dunque irregolari. Le sanzioni inoltrate agli imprenditori sono altissime: 850 mila euro e la maggior parte dei cantieri “fuori norma” erano nella zona di Modena.
Gli ispettori delle Asl hanno riscontrato anomalie in merito alle misure di prevenzione e sicirezza per i lavori in “alta quota” (proprio nei giorni scorsi è morto un operaio a Marcianise), i rischi connessi allo sprofondamento del terreno, gli impianti elettrici e l’efficacia delle macchine all’interno dei cantieri, che sono una delle principali fonti di incidenti gravi che colpiscono i lavoratori. Nella sola città di Modena sono stati controllati 77 cantieri e le irregolarità sono costate agli imprenditori una somma complessiva di 273.600 euro. Su 32 controllate, 5 sono risultate irregolari e rischiose per gli operai. Infine, gli ispettori hanno individuato anche il ricorso al “lavoro nero”, con multe per oltre 52 mila euro. Ricordiamo che, in questo caso, scatta anche la sospensione dell’attività, fino a quando non viene regolarizzata la situazione dei lavoratori. Quindi, alla fine, riducendo i costi della sicurezza, si risparmia davvero?