BOLOGNA – Sono riconducibili all’esposizione lavorativa all’amianto le morti, a distanza di poco tempo, di due dipendenti delle Officine grandi riparazioni delle Ferrovie dello Stato di Bologna: Francesco Malossi e Luciano Bencivenni.
Ma non solo l’amianto continua a mietere vittime tra i lavoratori: per cause diverse, in diversi luoghi d’Italia sono nove gli infortuni mortali occorsi sul lavoro in questi stessi giorni.
Sono due gli incidenti mortali occorsi il 17 gennaio 2012. È morto in un cantiere della terza corsia dell’autostrada A4 nel territorio del comune di Meolo (Venezia), Paolo Tardelli di 42 anni, schiacciato dalla caduta di un carico sospeso e, a San Vicino (Macerata), un agricoltore di 62 anni ha perso la vita a causa del ribaltamento del trattore con cui stava lavorando. Il giorno prima Andrea Ricci, un uomo di 31 anni, è stato travolto da una rotoballa mentre era a bordo di un piccolo trattore nel capannone adiacente la fattoria dei genitori a Gaiato di Pavullo (Modena).
Il 13 gennaio 2012 è morto in una cava di Ghiaia di Zandobbio Giuseppe Tebaldi, titolare dell’omonima ditta che si occupa della produzione di marmi e graniti. L’uomo di 85 anni sarebbe rimasto schiacciato da un escavatore che si è ribaltato durante una manovra. Già riportata da tutti i telegiornali la notizia del decesso il 12 gennaio di Niccolò Savarino, il vigile urbano di Milano investito da un Suv che aveva fermato per un controllo e nello stesso giorno Giovanni Citro, operaio edile di 56 anni, moriva colpito alla testa dal braccio meccanico della stessa gru che stava manovrando all’interno di un cantiere per la realizzazione di un capannone industriale in provincia di Salerno.
Dopo giorni di inutili ricerche è stato rinvenuto a una profondità di circa 60 metri il cadavere di Davide Curcio imprigionato nel peschereccio affondato lo scorso 11 gennaio. Nell’incidente aveva perso la vita anche il padre di Davide, Silverio Curcio. Il 10 gennaio 2012 un artigiano di 46 anni, Salvatore Spataro, incaricato di eseguire i lavori di sistemazione del tetto di una casa di corte a Suno (Novara) è caduto al suolo da un’altezza di diversi metri, anche se soccorso l’operaio è deceduto in ospedale.
Anche in questi primi giorni del 2012 quindi l’ennesima lista di incidenti mortali, lista cui si somma il nome di Sandor Fehe, membro dell’equipaggio della nave da crociera Concordia, un uomo che va tristemente ad aggiungersi alle undici vittime causate dal disastroso naufragio della nave del 13 gennaio, sulle coste dell’Isola del Giglio.