VENEZIA – Seimila lavoratori esposti alla polvere da amianto in Veneto di cui il 69% solo nella Provincia di Venezia. Dal 2000 al 2011 effettuate sul territorio 7.347 visite che hanno rilevato 55 casi di asbestosi, 33 tumori al polmone, 44 mesoteliomi e 680 placche pleuriche. Questi i dati presentati nel corso della seconda giornata di studio sull’amianto convocata lo scorso 3 aprile a Venezia da IAES International academy of environmental sciences.
Presente al convegno il ministro della Salute Balduzzi e il pm Raffaele Guariniello. Il pm ha rilevato la necessità di indagini e impegni continui e organici, sostenuti da un’attività giudiziaria centralizzata e sovrannazionale. Ha sostenuto la tesi della creazione di un pool centrale che possa svolgere azioni sistematiche sulla materie riguardanti la salute, che indaghi in Italia e che abbia un respiro internazionale, facendo fronte quindi a casi in cui le società siano multinazionali con sedi in Paesi nei quali l’amianto non è ancora stato vietato.
L’amianto è un’emergenza nazionale ha sottolineato il ministro Balduzzi, di competenza di vari ministeri, e deve essere affrontata contemporaneamente dal ministero della Giustizia, dalle bonifiche previste del minsitero dell’Ambiente e interventi saitari.
Sul fronte bonifiche ieri il ministro dell’Ambiente Clini ha annunciato la firma, il prossimo 16 aprile a Venezia di un accordo di programma per la riqualificazione ambientale di Porto Marghera, sottoscritto dal sindaco di Venezia Orsoni, dal presidente della RegioneVeneto Zaia e dal magistrato delle acque di Venezia D’Alessio. Il sito di Porto Marghera è il primo di una lunga lista di 57 siti da bonificare per i quali ammonta a 2,2 miliardi di euro la somma stanziata dal ministero dell’Ambiente dal 2001. Tali siti saranno inseriti nel programma di bonifica che parte da Venezia al quale dovranno partecipare i privati con investimenti adeguati. Presenti nella lista dei 57, siti con amianto: gli impianti siderurgici di Massa Carrara, gli stabilimenti di Casale Monferrato, la miniera di amianti di Balangero, la Fibronit di Bari, e di Broni in provincia di Pavia.
Nella stessa giornata dell’incontro di Venezia il ministro Balduzzi ha incontrato a Broni i ventisei sindaci dell’area circostante gli stabilimenti Fibronit. La fabbrica ha lavorato cemento -amianto fino al 1993, anno in cui ha smesso di produrre. Mille operai impiegati. Nell’area si registrano 52 decessi l’anno per patologie correlabili all’amianto, per un numero di vittime che viene stimato tra le 700 e le 1000 persone. Dal 2002 gli stabilimenti sono stati inseriti nel processo di bonifica di interesse nazionale.
“Cinque milioni e 272 mila euro sono già stati stanziati per la messa in sicurezza della fabbrica, che è quasi ultimata” – ha dichiarato il sindaco di Broni Luigi Paroni – “ed entro questo mese predisporremo un secondo lotto di attività. Si stima servano 6-7 milioni di euro per procedere alla bonifica interna al sito. Progetto alla mano, chiederemo i fondi necessari al governo. Il ministro ha visitato di persona lo stato della situazione e valutato le strategie da implementare per rispettare la tabella di marcia dettata dall’accordo col ministero, che entro il 2014 vuole completare la bonifica”.
Il 16 aprile verrà convocata la prima udienza del processe Fibronit, presso il tribunale di Voghera.
Ancora amianto, due giorni fa è stato rinviato all’8 giugno per un vizio di notifica l’udienza preliminare nel processo Atitiech, nella quale di discuterà della morte di due operai Aldo Converso e Pasquale Quattromani per asbestosi. Pm Francesco De Falco. Sedici dovrebbero essere gli imputati, dirigenti degli stabilimenti dalla fine degli anni ’80 all’inizio del duemila. Il rinvio ha fatto scattare la protesta dei familiari delle vittime, ai quali si sono aggiunti i familiari delle vittime degli stabilimenti Eternit di Bagnoli.