ROMA – Ci sono giorni che per la sicurezza sul lavoro sono certamente da segnare in nero e questo è certamente il caso del breve periodo tra l’11 e 14 gennaio scorso che ha registrato tre morti e due feriti gravi nel settore edile, solo per stare ai casi più eclatanti. Il primo incidente mortale è avvenuto l’11 gennaio, alle 9 di mattina, in provincia di Lecce, a Nardò. Un operaio di 49 anni, Claudio Liaci, è morto travolto dal crollo di una pensilina che lui stresso stava smantellando, il tutto sotto gli occhi dei compagni di lavoro che hanno subito chiamato i soccorsi, inutili visto che l’uomo è arrivato già morto in ospedale a causa delle gravissime ferite. Ora sull’accaduto sono aperte delle indagini per verificare che tutte le misure di sicurezza siano state rispettate. È stato il primo morto dell’anno in Salento ma appena due giorni dopo, nella stessa zona, si è verificato anche un secondo infortunio mortale. Il 13 gennaio, infatti, la tragedia si è ripetuta a Martano: un operaio di 62 anni è stato vittima di una delle più diffuse tipologie di incidente in edilizia, una caduta dall’alto.
L’operaio, che era su un tetto per installare dei pannelli solari, è caduto nel vuoto ed è stato trasportato all’ospedale di Lecce, dove però è deceduto il giorno successivo per le gravi lesioni. Ma la concatenazione di incidenti e morti non si è fermata: ha lasciato la Puglia ed è arrivata al nord.
Mentre a Lecce l’operaio di 62 anni moriva, in Lombardia, nella stessa mattina, si verificavano due gravi incidenti, uno dei quali mortale. Venerdì, infatti, a Milano un operaio di 32 anni è rimasto ucciso, anche lui schiacciato, questa volta da un ascensore a cui stava lavorando. Sembra che i colleghi abbiano azionato il meccanismo senza sapere che l’uomo stava lavorando all’interno del vano ascensore; anche su questa morte orribile ci sono indagini aperte. Il quarto incidente è avvenuto sempre venerdì 15 ad Antegnate in provincia di Bergamo e solo per poco non ci sono stati morti. Due operai di una ditta edile sono precipitati da un ponteggio di 4 metri di altezza poco dopo aver cominciato il lavoro, sembra a causa di un cedimento della struttura. Uno di questi, di 51 anni, ha avuto un trauma cranico importante con 40 giorni di prognosi mentre l’altro, un 25enne, se l’è cavata con una prognosi di 25 giorni e un paio di fratture alla mascella e al gomito. Tre morti e due feriti in quattro giorni concentrati su due regioni, senza contare naturalmente i tanti infortuni minori di cui si hanno ben poche notizie: un inizio di anno che in molti hanno ritenuto allarmante.
I primi ad esternare il la propria preoccupazione per gli incidenti mortali avvenuti sono stati i sindacati Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil della provincia di Lecce che hanno voluto lanciare un appello affinché crescano i controlli e la cultura della sicurezza soprattutto in edilizia, uno dei settori più colpito da infortuni e morti bianche. Un appello a cui indirettamente ha risposto la locale Confindustria assicurando che, grazie alla collaborazione con il CPT di Lecce e con la Scuola Edile, è sempre attiva nel promuovere la cultura del lavoro sicuro e regolare.
“I numeri dell’Inail dimostrano questo nostro impegno – ha detto infatti Sergio Goffredo, Consigliere Reggente di Confindustria Lecce – anche se gli infortuni e i morti sono sempre troppi il calo nella zona è significativo”.