CASALE MONFERRATO (AL) – Processo Eternit. Venerdì 3 febbraio la giunta comunale di Casale Monferrato ha deliberato per il rifiuto dei 18 milioni di euro offerti da Stephan Schmideiny in cambio della rinuncia da parte dall’amministrazione comunale al costituirsi parte civile.
Dopo l’iniziale via libera al risarcimento dato dall’amministrazione comunale lo scorso dicembre, ora il si definitivo al cambio di posizione, con l’obiettivo di perseguire una causa e un percorso comuni, sollecitati da un incontro con il ministro della Salute Renato Balduzzi e con il ministro dell’Ambiente Corrado Clini.
”Questa amministrazione si è trovata davanti a una decisione difficile e particolarmente complessa” ha commentato il sindaco Giorgio Demezzi – !che abbiamo valutato con senso di responsabilita’ e razionalita’, nonostante la forte emotivita’ che evoca il nostro dramma”. “Due sono state le motivazioni che ci hanno spinto a prendere in considerazione l’offerta economica di Schmidheiny, l’assoluta incertezza sui tempi e sulle somme che eventualmente avremmo potuto ottenere rimanendo parte civile nel processo e la certezza che comunque giustizia sarebbe stata fatta”. ”Ci siamo impegnati affinché l’emergenza che ormai da troppo tempo vive la nostra città tornasse prepotentemente oggetto dell’interesse pubblico. È con questo spirito che abbiamo colto nell’intervento del ministro Balduzzi la possibilita’ di ottenere da parte dello Stato impegni e programmi per fare fronte definitivamente e in maniera strutturata all’emergenza ambientale e sanitaria di Casale Monferrato”. ”Il rinnovato impegno da parte dello Stato apre una nuova fase per Casale – continua Demezzi – che va oltre il proseguimento delle azioni di bonifica e il reperimento dei fondi necessari per la realizzazione di una nuova discarica per l’amianto”. ”Siamo coerenti con noi stessi e con i cittadini che rappresentiamo, è questo il sentimento che emerge anche dalla Giunta. È cambiato lo scenario, non cambiano gli obiettivi. (ASCA).
Il 13 febbraio il processo Eternit arriverà a sentenza. Stephan Schmideiny e Jean Luis Cartier de Marchienne sono accusati di disastro doloso e omissione volontaria di cautele antinfortunistiche.