TORINO – 16 anni a Stephan Schmidheiny e Louis de Cartier, 30 mila euro come risarcimento provvisionale ai familiari di ogni vittima, 20 milioni di euro al comune di Casale Monferrato. Ieri 13 febbraio la prima sezione del tribunale di Torino presieduta dal giudice Giuseppe Casalbore ha emesso l’attesa sentenza riguardante il processo Eternit.
Disastro ambientale doloso e omissione volontaria delle cautele antinfortunistiche le accuse contentaste agli imputati ora condannati, ai due manager, entrambi ex vertici della multinazionale dell’amianto. Per loro anche l’interdizione dai pubblici uffici. La condanna riguarda i reati commessi negli stabilimenti di Casale Monferrato e Cavagnolo, prescritti invece i casi degli stabilimenti di Rubiera e Bagnoli.
È durata oltre tre ore la lettura della sentenza, durante la quale sono stati elencati e ricordati i nomi di tutte le vittime dell’amianto dei due stabilimenti Eternit. Un elenco straziante e lacerante.
Lunga la lista dei risarcimenti provvisionali decisi dal tribunale. 30 mila euro per i familiari delle vittime, 35 mila euro per ogni malato colpito da patologie legate all’amianto. 100 mila euro per l’Associazione familiari vittime amianto, 100 mila euro per l’Associazione familiari esposti amianto, 70 mila euro per il WWF, 100 mila euro per Legambiente. Disposti 100 mila euro di risarcimento per le sigle sindacali, 15 milioni di euro per INAIL, 10 milioni di euro alla Regione Piemonte. 25 i milioni di euro per il comune di Casale Monferrato e 4 milioni di euro per il comune di Cavagnolo.
“Quando abbiamo cominciato pensavamo che fosse un sogno. Questo sogno con la sentenza di primo grado viene realizzato” è stato il commento del pm Raffaele Guariniello, che ha condotto con il proprio pool indagini in un processo durato due anni e 66 udienze, e che aveva richiesto per gli imputati una condanna pari a 20 anni, in quanto “gli imputati non si sono limitati ad accettare il rischio che il disastro si verificasse e continuasse a verificarsi, ma lo hanno accettato e lo accettano ancora oggi”. Il pool ora rischia di essere sciolto per l’effetto della rotazione decennale dei magistrati.
Annunciato il ricorso in appello dai legali di Stephan Schmidheiny e Louis de Cartier, che avevano chiesto per i propri assistiti l’assoluzione piena.
Entro novanta giorni si attende la pubblicazione del dispositivo della sentenza.
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