TORINO – Sessanta milioni di euro per danno morale, questa la richiesta dell’avvocato Sergio Bonetto, nel corso del processo Eternit, in rappresentanza di circa trecento cittadini di Cavagnolo e Casale Monferrato, che si sono costituiti parte civile perché esposti per decenni al rischio di ammalarsi a causa dell’amianto.
L’avvocato ha spiegato che la cifra richiesta corrisponde a diecimila euro l’anno per ogni assistito moltiplicato per gli anni di esposizione al rischio che sono stati quantificati in venti.
Il risarcimento andrebbe a compensare lo stato di perenne ansia e paura di ammalarsi che queste persone hanno vissuto nel corso degli anni: i cittadini di Cavagnolo e Casale Monferrato hanno vissuto per decenni con la paura di scoprire da un momento all’altro di essere una delle vittime della fibra killer.
Bonetto spiegato i motivi della richiesta adducendo il concetto di “danno da esposizione” e “messa in pericolo”: “Gli imputati l’hanno fatto per lunghi decenni nei confronti di migliaia e migliaia di persone. Solo il caso ha scelto chi si ammalasse e quando. Non è necessario che si verifichi altro che il pericolo perché si realizzi il reato loro attribuito dalla procura (…) Se mi espongono a un rischio così grave, io mi costituisco parte civile” e continua “il danno morale da esse patito prescinde dal fatto che abbiano subito o meno un danno concreto”.
L’avvocato ha sostenuto che il tipo di danno subito dai suoi assistiti è analogo a quello di chi ha subito un tentato omicidio. Se la Corte accogliesse le richieste avanzate da Bonetto sarebbe la prima volta che in Italia venga riconosciuto questo tipo di danno e il fatto costituirebbe precedente giuridico.
Nel corso dell’udienza sono stati ascoltati anche i legali che rappresentano le associazioni dei parenti delle vittime francesi, svizzere e belghe. Il processo Eternit è di rilievo globale: gli stabilimenti della multinazionale hanno causato danni non solo in Piemonte o a Bagnoli ma in molte parti del mondo. Per questo l’avvocato francese Thessioner, ricordando che il “danno da ansietà” è già riconosciuto in Francia, si è augurato che da questo processo scaturisca un tribunale internazionale per i crimini ambientali.
Il processo si sospende nel periodo estivo e si avvia la conclusione: la prossima udienza è fissata al 29 settembre data in cui gli avvocati della difesa potranno fare le loro arringhe finali.
Ricordiamo che sono circa seimila le parti civili totali che hanno avanzato richiesta di risarcimento. Le richieste di indennizzo fatte da malati, famiglie delle vittime, associazioni, INAIL, INPS, Regione Piemonte ed enti locali vengono stimante in una cifra che potrebbe sfioreare i duemila miliardi di euro. (Processo Eternit, le richieste di Regione Piemonte e INAIL).