MILANO – Processo Pirelli. I familiari di sei operai deceduti per mesotelioma hanno rinunciato all’essere parte civile nel dibattimento e hanno accetto l’offerta di risarcimento proposta dalla società. Altre trattative sono ancora in corso.
Ricordiamo che il processo, a capo delle indagini il pm Maurizio Ascione, sta coinvolgendo undici ex dirigenti dell’azienda impiegati tra gli anni ’70 e i ’90. Riguarda i casi di venti operati degli stabilimenti di viale Sarca e via Ripamonti deceduti per cause correlabili all’amianto.
Il processo è stato ora rinviato al 24 maggio.
A Roma, la Corte di Cassazione ha confermato la condanna emessa dalla Corte d’Appello di Bari in merito al decesso di un lavoratore, Francesco Maggio, impiegato negli stabilimenti Fibronit di Bari e morto nel 2006 per patologia correlata a esposizione massiccia a fibre d’amianto.
L’ex dirigente della fabbrica Dino Stringai, di 87 anni, è stato condannato a 5 mesi e 15 giorni di reclusione. I giudici della Suprema Corte hanno condiviso l’accusa formulata dalla procura di Bari,rigettando il ricorso dell’imputato. Secondo la Corte la causa del mesotelioma pleurico che ha portato l’operaio al decesso è riscontrabile con l’esposizione a fibre d’amianto.
La stessa esposizione, sarebbe inoltre la causa della morte di altri 13 lavoratori degli stabilimenti e di alcuni residenti del quartiere a questi circostante denominato Japigia.
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