ROMA – Sono le ore e i momenti drammatici che seguono una tragedia quelli che si vivono ad Arpino, in Provincia di Frosinone, dove due giorni fa, il 12 settembre un’esplosione in una fabbrica di fuochi d’artificio ha tolto la vita a sei persone. Sono in atto le attività dei soccorsi impegnati ieri nel dirimere l’incendio e nel triste recupero dei corpi. Contemporaneamente in corso le indagini coordinate dal Pm di Cassino Carullo che dovranno accertare le cause e la dinamica dell’immane incidente.
Il Comune di Arpino e quelli di Veroli, Isola del Liri e Sora, località di provenienza delle vittime hanno indetto un lutto cittadino congiunto, in ricordo e celebrazione di funerali ancora da stabilire e che non dovrebbero avvenire prima di venerdì prossimo. Cordoglio è stato espresso dalle Istituzioni nazionali, con messaggi arrivati dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e dal Presidente del Senato Renato Schifani.
Il lavoro e la sua sicurezza sono temi cruciali, temi sui quali mai come ora è indispensabile non abbassare la guardia, sui quali insistere e per i quali un dovere civile e morale obbliga all’impegno. Perché di lavoro non si muoia, perché la prevenzione dei rischi, l’adozione di misure di tutela e di prevenzione divengano chiavi di volta perenni del lavoro italiano, a sostegno della sicurezza e dell’incolumità dei lavoratori.
“La tragedia di Arpino ha purtroppo drammaticamente riproposto che in Italia si muore ancora di lavoro nonostante il calo degli incidenti registrato negli ultimi anni” – ha dichiarato il Senatore Oreste Tofani Presidente della della Commissione d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro nell’intervento in aula di ieri durante il quale ha chiesto il rispetto di un minuto di silenzio – “Vi sono ancora troppi morti, troppi lavoratori che rimangono feriti. Il settore dei fuochi artificiali è uno dei maggiormente attenzionati anche perché è da sempre considerato ad alto rischio. Con quelle di ieri sono 49 le vittime registrate negli ultimi tredici anni, con percentuali che sono al di sopra di ogni altra tipologia di lavoro, in riferimento al rischio e alle vittime. Dati che ci devono far riflettere perché in Italia il settore dei fuochi artificiali occupa 2 mila persone e quindi bisogna capire cosa si può e si deve fare per evitare che tali incidenti (già tre nel 2011 con 9 morti) si ripetano. Nei prossimi giorni la Commissione effettuerà un sopralluogo ad Arpino per poter informare quanto prima il Senato sulla situazione anche nella considerazione che nella provincia di Frosinone negli ultimi 22 anni si sono registrati 5 episodi con 19 vittime”.
19 vittime in ventidue anni, in una sola provincia e in un solo settore. 49 vittime in tutta Italia in tredici anni. INAIL ha pubblicato ieri dati riguardanti il settore e relativi al periodo 2007-2010, rilevati dalla propria Consulenza statistico attuariale. Nel periodo indicato sono stati 66 gli infortuni sul lavoro nel settore della pirotecnica, 11 dei quali mortiali. Un numero che comporta una media di 17 incidenti all’anno e 3 morti. In un comparto che fa registrare 227 aziende e 564 aziende, fortemente radicato nel centro-sud, in un macroterritorio che ha il triste primato del 70% degli infortuni sopra citati e del 90% dei decessi.
Ieri il Presidente di ANFOS Rolando Morelli è stato intervistato in merito da Labitalia – Adnkronos: “La normativa che riguarda la sicurezza sul lavoro nelle aziende dove si fanno lavorazioni con esplosivi è molto stringente e detta regole precise, su dove queste aziende devono essere ubicate, su come devono essere strutturate e quali precauzioni devono essere adottate per prevenire incidenti. Anche perché gli incidenti sul lavoro dove si maneggiano polveri da sparo non danno ‘avvisaglie’ e quando accadono sono devastanti”.
Nella Provincia di Frosinone, come se non bastasse, martedì 13 settembre è avvenuto un altro incidente mortale. Un operaio di 42 anni è morto cadendo da un ponteggio da un’altezza di 4 metri, a Frosinone. Sette morti in 48 ore, sette morti sul lavoro. Un numero impressionante, che va a sommarsi nella triste somma di un’intera Regione Lazio, che secondo la stima dell’Osservatorio indipendente di Bologna sulle morti per infortunio sul lavoro ha registrato dal 1 gennaio al 14 settembre 2011 33 vittime.