ROMA – Presentato da INAIL il 5 luglio alla Camera da il proprio “Rapporto Annuale 2010 con analisi dell’andamento infortunistico” rapporto con il quale l’istituto nazionale riporta e illustra le attività dell’anno passato, tracciando un bilancio e una prospettiva immediata del proprio lavoro e fornendo al tempo un’analisi, una propria valutazione dello stato in cui si trova il mondo del lavoro italiano. Salute, sicurezza, infortuni, welfare.
Valutazioni in merito a un 2010 per il quale cui INAIL stessa segnala la propria azione in un percorso votato non più esclusivamente alla missione assicurativa, ma dedicato maggiormente alla prevenzione degli incidenti sul lavoro, alla presa in carico totale del lavoratore infortunato. Un anno segnato dalla creazione del “Polo della salute e della sicurezza” nato dopo l’assorbimento di IPSEMA e ISPESL e dai due miliardi di euro stanziati per la ricostruzione in Abruzzo. Investimenti sulla propria struttura e le proprie capacità con l’obiettivo dichiarato del voler garantire servizi di crescente qualità.
Il “Rapporto annuale 2010” è un lungo documento dal quale emerge una prima importante dichiarazione, commento, offerto dal Presidente INAIL Fabio Sartori: “Per la prima volta dal dopoguerra la soglia dei morti sul lavoro è scesa sotto i mille casi/anno. Dopo il calo record di infortuni del 2009, in parte dovuto agli effetti della difficile congiuntura economica, il 2010 ha registrato un’ulteriore contrazione di 15.000 denunce (per un totale di 775.000 complessive) a conferma del miglioramento ormai strutturale dell’andamento infortunistico in Italia“. Un commento importante, supportato dai numeri e dai dati inclusi nel rapporto. Numeri che andiamo a elencare.
Sono -15 mila gli infortuni del 2010 rispetto al 2009 in un numero di decessi che per la prima volta dal dopoguerra è sceso sotto i mille casi. Stiamo ancora parlando di numeri elevati, mille morti all’anno, ancora e comunque un flagello, una guerra, contro la quale spendersi non è mai abbastanza.
- “775mila infortuni avvenuti e denunciati all’INAIL, in calo dell’1,9 per cento rispetto ai 790mila del 2009;
- 980 morti sul lavoro, in calo del 6,9 per cento rispetto ai 1.053 dell’anno precedente.
Lentamente le percentuali quindi sembrano scendere e far presagire futuri migliori. Una percentuale che assume un particolare valore soprattutto in considerazione del fatto che è rapportata a un anno come il 2009 che si è evidenziato con il suo record di calo, -9,7% di infortuni rispetto al 2008. Numeri calmierati dal calo complessivo dell’occupazione per la piena della crisi economica.
Un nota INAIL ricorda come “in queste cifre non rientrano gli infortuni dei cosiddetti lavoratori in nero di cui l’INAIL non viene a conoscenza. L’ISTAT ha recentemente diffuso le stime per il 2009 del lavoro sommerso: quasi 3 milioni di unità di lavoro. Partendo da questi dati, gli infortuni dei lavoratori in nero vengono periodicamente stimati anche dall’INAIL. Per il 2009 si tratta di circa 165 mila infortuni “invisibili” rientranti, per lo più, in un range di gravitàmedio-lieve (175mila era stata l’analoga stima per il 2006)”.
Il calo degli infortuni si è concentrato in agricoltura (-4,8%), industria (-4,7%), edilizia (-12,4%). In crescita invece gli infortuni nel comparto servizi (+0,4%). Il trend ha interessato l’Italia intera dal Nord al Sud (-1,3% Nord-Ovest, 1,6% Nord-Est, -1,8% del Centro, -3,2% del Mezzogiorno). Regioni “virtuose”: Campania (-6,5%), Piemonte (-3,6%),Veneto (-2,5%).
Le regioni che registrano il maggior numero di denunce per infortunio sono la Lombardia (133mila casi), Emilia Romagna (106mila) e Veneto (87mila casi). Regioni che accumulano da sole il 42% delle denunce nazionali, in una Nord che complessivamente è investito da una quantità di infortuni pari al 60% del numero nazionale. Essendo però zona che con il suo 52% degli occupati italiani ha la maggior densità occupazionale del paese.
“Per un’analisi dettagliata del fenomento infortunistico è importante distinguere le modalità in cui avviene l’infortunio:
- In occasione di lavoro sono i casi avvenuti all’interno del luogo di lavoro, nell’esercizio effettivo dell’attività;
- in itinere sono invece quelli accaduti al di fuori del luogo di lavoro, nel percorso casalavoro-casa e causati nella maggior parte dei casi, ma non esclusivamente, dalla circolazione stradale.
Proprio questi ultimi hanno conosciuto nel 2010 la riduzione maggiore (-4,7%) passando dai 93.037 casi del 2009 a 88.629. Contenuta invece all’1,5% la riduzione degli infortuni in occasione di lavoro, che rappresentano circa il 90% del complesso delle denunce”.
“Da segnalare tra gli infortuni in occasione di lavoro la recrudescenza degli infortunioccorsi ai lavoratori che operano sulla strada (autotrasportatori merci, autotrasportatori di persone, rappresentanti di commercio, addetti alla manutenzione stradale, ecc.), passati dai 50.969 casi del 2009 ai 53.679 del 2010 (+5,3%): il valore più alto dal 2005”.
Restando ancora sulla sicurezza sul lavoro, la prevenzione e gli infortuni, questi i dati relativi alle malattie professionali. Sono state contate da INAIL una quantità di denunce pari al 22% in più rispetto a quelle del 2009. Un dato significativo, che indica come stia salendo la consapevolezza dei lavoratori e dei datori di lavoro sul tema, grazie alle attività di informazione, promozione, sensibilizzazione condotte da INAIL stessa, da enti e operatori pubblici e privai. Un numero in crescita dovuto anche all’inserimento nella tabelle delle malattie professionali della patologie muscolo-shceletriche da sovraccarico biomeccanico ( il 60% delle denunce).
Sottostimati invece ancora, a parere di INAIL i fenomeni relativi alle malattie da amianto, ai tumori di origine professionale “data l’obiettività nel ritrovarne il nesso causale”. Una sottostima che riguarda insieme a tali patologie fisiche gravi e presenti, anche quelle riguardanti lo stress lavoro correlato, per il quale comunque l’istituto segnala di avere ricevuto nel 2010 500 denunce.
Dati ”Certamente incoraggianti e positivi” – ha dichiarato durante la presentazione del rapporto INAIL il Ministro Sacconi – “C’è una positività che s’intravede di carattere strutturale che procede. Siamo scesi sotto questa fatidica quota mille per quanto riguarda gli infortuni mortali pero’ siamo consapevoli che ne rimangono ancora troppi. ‘Sta crescendo la cultura della sicurezza – ha aggiunto Sacconi – nonostante le pressioni competitive particolarmente forti in questo periodo. Dobbiamo continuare lungo questa via e darci obiettivi molto piu’ ambiziosi di contenimento degli infortuni più gravi”.
Per approfondire: INAIL – Speciale rapporto annuale 2010