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Sei anni dal Molino Cordero, la tragedia ricordata dal DoRS

TORINO – In occasione del sesto anniversario del disastro del Molino Cordero di Fossano (CN) avvenuto il 16 luglio 2007,  DoRS,  ha pubblicato nella sezione del sito “Storie di infortuni” la cronaca e il ricordo di quanto avvenuto.

La storia, le tragiche immagini, le sentenze. Un lungo approfondimento per non dimenticare i fatti che quel 16 luglio di sei anno fa, hanno portato alla morte di cinque persone a causa dell’innesco di due violente esplosioni.

Ricordiamo la cronaca. Poco prima delle 14,30 del 16 luglio 2007, durante le operazioni di ripompaggio pneumatico di farina in eccesso in un silos in legno, a causa di cariche elettrostatiche non scaricate a terra, la miscela di aria e farina causa una violenta esplosione.

La struttura collassa e si propaga un violento incendio. Dopo dieci minuti anche l’autocisterna coinvolta nell’operazione di scarico esplode.

L’autista della cisterna, Mario Ricci, muore sul colpo per la prima deflagrazione. Altre quattro persone riportano gravissime ustioni. Si tratta di tre dipendenti della ditta: Massimiliano Manuello, Marino Barale e Valerio Anchino e di Antonio Cavicchioli, titolare di una ditta che doveva eseguire un lavoro di manutenzione. Seppure soccorsi, nessuno dei quattro sopravvive; muoiono in ospedale nei giorni successivi.

L’inchiesta ha confermato che le farine in particolari condizioni atmosferiche sono da considerarsi sostanze esplosive a tutti gli effetti e che pertanto una serie di misure specifiche per evitare il rischio di esplosione vanno adottate.

Nello specifico il concatenamento dei fatti ha mostrato che “un’atmosfera potenzialmente esplosiva si può generare in operazioni a pressione quali lo scarico per il ripompaggio della farina. Un’altra fonte di polveri pericolose, è la scarsa pulizia degli sversamenti di farina, le perdite in impianti non correttamente mantenuti o la mancata adozione di soluzioni tecniche che ne evitino la formazione (abbattitori, sistemi automatici di rilevazione, bagnatura)”.

In un siffatto ambiente potenzialmente esplosivo l’innesco può essere generato da elementi meccanici che per sfregamento possono generare calore o scintille; difetti agli impianti elettrici; o per la mancanza di adeguato impianto di messa a terra.

DoRS a compendio e monito, a conclusione dell’approfondimento ricorda che, per valutare i rischi specifici derivanti da atmosfere esplosive, il datore di lavoro deve tener conto della:

  • “probabilità che si formino atmosfere esplosive e stima della loro durata nell’ambiente;
  • probabilità che le fonti di accensione, comprese le scariche elettrostatiche, siano presenti e divengano attive ed efficaci;
  • caratteristiche dell’impianto, sostanze utilizzate, processi e loro possibili interazioni;
  • entità degli effetti prevedibili”.

Un’attenta analisi dell’accaduto e ulteriori indagini condotte nei mulini del cuneese hanno inoltre evidenziato che “gli elementi essenziali al fine di evitare l’esplosione delle polveri di farina, sono:

  • l’equi-potenzialità elettrica dei tubi e dei silos;
  • l’abbattimento delle polveri di farina nei silos attraverso adeguati cicloni;
  • la raccolta e l’eliminazione immediata di eventuali sversamenti di farina in seguito a guasti;
  • una pulizia accurata delle attrezzature e dei locali per eliminare depositi di polveri che inevitabilmente si producono durante le lavorazioni;
  • la presenza di sistemi di ventilazione che impediscano il raggiungimento della concentrazione di polvere di farina in aria nel pericoloso rapporto, oltre il quale, la miscela aria-farina, in presenza di innesco, può esplodere;
  • la presenza di sistemi di rilevamento e misurazione delle concentrazioni di farina nell’atmosfera dell’ambiente lavorativo, dotati di allarme di segnalazione e di intervento automatico di sezionamento degli impianti in caso di pericolo;
  • la presenza di sistemi di spegnimento ad ugelli che soffocano la scintille all’atto della formazione da installare all’interno dei condotti per la movimentazione della farine;
  • la presenza di impianti elettrici con caratteristiche ATEX dove necessario e comunque con classe di protezione IP adeguata”.

Per approfondire: Esplosione al Molino Cordero di Fossano.

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