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Infortuni sul lavoro, analisi ANMIL sui dati ristorazione e alberghi

ROMA – Elaborata dall’ANMIL, sulla base dei dati INAIL 2007-2011, una scheda di approfondimento sul fenomeno infortunistico nel settore alberghiero e della ristorazione.

Sono circa 800.000 gli addetti occupati nel settore, di cui 40.000 autonomi e 760.000 dipendenti, e per il 53% donne. 270.000  gli stranieri, componente in costante aumento, circa un terzo del totale.

Tra occupazione diretta e indotta il settore dà lavoro a oltre 2 milioni di persone, il 9% degli occupati, e contribuisce al prodotto interno lordo del paese per il 10,5% .

Fenomeno caratterizzante del settore, e in continua espansione, è la forte presenza di imprese a conduzione straniera: in Lombardia un quarto circa degli alberghi, bar o ristoranti è gestito da imprenditori non italiani, nel Lazio il 12% e nel Veneto l’8%.
Paese di origine degli imprenditori stranieri del settore per circa un terzo dei casi è la Cina.

Il mondo della ristorazione è un settore dove i livelli di rischio sono contenuti. Si tratta di attività in cui gli infortuni accadono con una frequenza simile a quella di altri ambiti ma in cui gli incidenti sono di gravità minore: scivolate, contusioni, ustioni, urti, tagli avvengono spesso ma raramente sono causa di inabilità permanente (30% dei casi in meno della media). I casi mortali nel settore sono anche rari: un terzo meno della media.
Il fenomeno infortunistico è in diminuzione da 34.700 infortuni denunciati nel 2007  sono circa 29.300 quelli del 2011, il 9%in meno.

Diminuiti in modo sensibile, il 25% in meno, anche gli infortuni mortali: 40 nel 2007, 30 nel 2011.

Il 53% degli infortuni è denunciato da donne. Per quanto riguarda i casi mortali invece questi incidono in modo sensibilmente diverso sui due generei: nel 2011 infortuni mortali hanno coinvolto per il 73,3% uomini (22 casi) e per il 22,7% donne (8 casi). Causa preponderante di morte nel settore sono gli incidenti in itinere, 18 casi su 30. Nell’analisi del fenomeno ancora in ottica di genere è da rilevare che 7 su 8 degli  infortuni mortali accaduti a donne sono dovuti ad incidenti in itinere.

Per quanto riguarda la nazionalità degli infortunati anche qui il dato rispecchia la composizione demografica e la forte presenza di personale straniero nel settore: 6.400 i casi denunciati da stranieri, il 22% del totale a fronte di una media nazionale degli incidenti occorsi a lavoratori stranieri in ogni settore lavorativo che si attesta sul 15,9%.

Tra le diverse figure professionali i cuochi (22%), i camerieri (21%), gli inservienti (13%) e i banconisti (7%) sono quelli maggiormente soggetti ad infortunio.

“La mancanza di formazione e di una cultura della prevenzione che stenta a diventare un diritto-dovere condiviso da tutti, mentre a rimetterci sono soprattutto coloro che non riescono ad accedere al lavoro con contratto regolare” e prosegue,  nel suo primo messaggio dell’anno, delineando un quadro della salute e sicurezza sul lavoro in Italia oggi e i problemi urgenti che sono ancora sul tappeto:

“A quattro anni dalla entrata in vigore del Testo Unico per la sicurezza sul lavoro non è stata ancora completata l’emanazione dei provvedimenti di secondo livello di attuazione; resta assolutamente insoddisfacente il coordinamento delle attività ispettive e di vigilanza sul territorio nazionale per la carenza di personale e per l’applicazione disomogenea della normativa di riferimento; restano ancora da prevedere norme di tutela specifiche per alcuni settori molto importanti, come ad esempio i trasporti, per i quali rimangono in vigore discipline ormai troppo vecchie a fronte di un tasso di infortuni molto alto; restano ancora elevati il lavoro nero, gli infortuni e le malattie professionali nell’agricoltura; mentre l’inadeguatezza della normativa sull’assicurazione delle vittime del lavoro, regolata ancora da Testo Unico infortuni del 1965 ormai è obsoleta in quanto non tiene conto dei cambiamenti sociali intervenuti in quasi cinquant’anni”.

“Su questi temi – conclude Bettoni – e con noi i 450.000 iscritti all’Associazione, misureremo le forze politiche che concorreranno per il governo del Paese, pronti come sempre a collaborare con coloro che vogliono condividere il nostro impegno ma fermi e ostinati a lottare per vedere più garantiti i nostri diritti”.

Per approfondire: ANMIL, anche in tempo di crisi la sicurezza non può andare in ferie

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