BOLOGNA – Il 31 gennaio la Commissione Parlamentare di inchiesta sulle Morti Bianche, presieduta dall’onorevole Oreste Tofani si è recata a Bologna dove ha ascoltato 38 persone. La decisione di svolgere a Bologna un sopralluogo si era resa necessaria a causa degli eventi luttuosi che si sono susseguiti con una frequenza impressionate in meno di due mesi. Tra il 2 dicembre e il 27 gennaio, in soli 57 giorni, Bologna e provincia sono state scenario di sette infortuni mortali. Si è chiuso in modo davvero tragico il 2010 e il 2011 non si è aperto meglio. I dati in questa provincia sono in aumento esponenziale: 16 vittime del lavoro nel 2008, 17 nel 2009 e 27 nel 2010. Dal 2008 al 2010 l’aumento è stato del 60%, in totale controtendenza con il dato nazionale.
Cosa sta determinando questa situazione? Cosa è emerso dall’audizione?
Nella lunga lista delle persone da ascoltare dalla commissione comparivano: il commissario straordinario di Bologna Anna Maria Cancellieri, la presidente della Provincia Beatrice Draghetti, l’assessore regionale alla Sanità Carlo Lusenti, i sindaci dei Comuni che sono stati teatro degli infortuni e il procuratore capo Roberto Alfonso.
La commissione ha poi interpellato anche i vertici di Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza e Vigili del fuoco, le dirigenze degli enti preposti alla prevenzione e protezione dei lavoratori, la dirigente della Direzione provinciale del lavoro, l’Inail, i vertici dell’Ausl di Bologna e Imola. Richgiesto anche il contributo di informazioni da parte dell’Arpa, di Hera, di tutte le categorie sindacali e di Unindustria, Cna, Confartigianato, Confcooperative, Legacoop.
Il problema è emerso in tutta la sua gravità ma la commissione col sopralluogo ha potuto escludere almeno l’ ipotesi che in qualche modo gli eventi fossero interrelati. Così ha commentato il senatore Tofani “Per i singoli fatti sicuramente emergeranno responsabilità e sarà compito della magistratura individuarle, ma non abbiamo colto che quanto accaduto sia l’effetto di un sistema, che non c’è.” Con la giornata di audizioni la commissione, ha sottolineato Tofani, ha potuto escludere «di essere di fronte a fenomeni che si possono riportare a gestioni malavitose».
Grande collaborazione da parte di tutti gli interpellati che hanno dichiarato massima disponibilità a intraprendere azioni normative, di controllo, vigilanza e prevenzione.
Dati preoccupanti emersi dal susseguirsi di questi incidenti sono stati: l’alta percentuale di lavoratori stranieri vittime del lavoro, l’incidenza nel campo edile nel cui settore è sempre più messo in discussione il meccanismo del massimo ribasso, la progressiva diminuzione delle misure di protezione adottate in questo periodo di crisi e una novità, l’alto numero di incidenti, 4 su 7, che si sono verificati nel settore dei servizi, settore storicamente meno rischioso.
Tutti questi dati rappresentano ulteriori spunti di riflessione e di lavoro per tutti coloro che sono impegnati nella tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.