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Terremoto Emilia, 16 morti, un disperso, 14.000 sfollati

ROMA – 16 morti, un disperso, 350 feriti, 14.000 sfollati. Case, chiese, torri, monumenti, stabilimenti industriali crollati, divelti. Una regione in ginocchio. Questo il bilancio della nuova lunga notte di terremoto in Emilia. Una notte infinita travagliata da scosse ripetute, cinquanta scosse, fino alle ultime di questa mattina di magnitudo 3.4 con epicentro tra San Felice sul Panaro, Mirandola e Cavezzo e  di magnitudo 3.8 registrata alle 8.00 tra Modena e Moglia in provincia di Mantova.

Un dramma. I sismologi avvertono che lo sciame sismico potrebbe durare degli anni. Che potrebbe essersi aperta una nuova faglia sotto la Pianura Padana. Da 500 anni il territorio non registrava un sisma di tale entità.

A decine le fabbriche, i capannoni messi a terra. E sono proprio questi i luoghi, luoghi di lavoro, che hanno tragicamente mietuto dieci delle sedici vittime.

Tre persone sono morte a San Felice sul Panaro nella Meta. Gianni Bignardi ingegnere che stava effettuando sopralluoghi, Mohamad Azarg e Kumar Pawan, caporeparto e operaio. Tre morti a Medolla nella Haemotronic. Si conosce per ora il nome di uno di loro. Paolo Siclari. Ancora nella Haeomtronic una persona risulta dispersa.

Tre morti nel crollo della BBG di San Giacomo Roncole. Sono il titolare dell’azienda Enea Grilli e due operai, Eddi Borghi e Vincenzo Iacono. Morto a Mirandola Mario Mantovani, nel crollo della Aires Biomedicale.

A Cavezzo morta Daniela Salvioli contabile del mobilificio Malvasi, Iva Contini impiegata nel Colorificio Oece. Ancora a Cavezzo Enzo Borghi, pensionato è morto nella sua proprietà mentre ne visionava i danni causati dalle scosse precedenti. A Concordia un ex operaio Segio Cobellini è morto colpito in strada da un comignolo. Morto il parroco di Rovereto di Novi don Ivan Martini.

È vivo il parroco di Carpi ieri dato per morto. A Cavezzo un donna di 65 anni è stata salvata da un mobile della sua cucina ed estratta viva dopo 12 ore.

Il 4 giugno sarà lutto nazionale. In Rete sono nate petizioni per sospendere la parata del 2 giugno e destinarne i fondi ai terremotati.

Ieri il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha confermato la celebrazione: “A fine settimana celebreremo il 2 giugno, e lo faremo sobriamente in memoria delle vittime del terremoto in Emilia Romagna”.

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